Dante li chiama ignavi e li pone per disprezzo nell’antinferno: sono coloro che per non rischiare si astengono dalle scelte politiche. Per questo il Sommo Poeta li definisce vili, affini ai qualunquisti, termine coniato negli anni ’40 del secolo scorso, e agli indifferenti. A questi ultimi, Maria Luisa Spaziani dedica la poesia “Aspetta la tua impronta”, un monito ad assumere le responsabilità che la vita comporta.
“Aspetta la tua impronta” è contenuta nella raccolta “La stella del libero arbitrio” edita nel 1986. L’individuo deve scegliere un punto di vista chiaro e sostenerlo attivamente, nella consapevolezza della difficoltà e fatica che ciò comporta. Scopriamo testo e analisi della poesia.
Aspetta la tua impronta: testo della poesia
L’indifferenza è inferno senza fiamma.
Ricordalo scegliendo
Fra mille tinte il tuo fatale grigio.
Se il mondo è senza senso
Tua è la vera colpa.
Aspetta la tua impronta
Questa palla di cera.
Parafrasi della poesia
Essere indifferenti significa vivere una vita infernale anche senza tormenti fisici. L’uomo deve ricordarselo quando sceglie una posizione senza colore. Se il mondo è senza senso, la colpa è solo nostra perché il mondo, plasmabile come la cera, esige che ciascuno lasci un segno positivo.
Aspetta la tua impronta: analisi della poesia
La forza del verso incipitario risiede nell’esplicito riferimento a Dante che contiene anche un giudizio etico. Infatti la condizione di chi vive nell’inferno senza fiamme è esattamente uguale a quella di chi vive tra le fiamme, ovvero l’indifferenza è una colpa grave.
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Al giudizio etico segue al v.2 l’imperativo presente che invita l’umanità a scegliere valori e a impegnarsi a sostenerli, evitando posizioni incerte o di piatto conformismo.
Nella seconda strofa l’autrice chiarisce perché ritiene che il mondo sia privo di senso: non per mancanza di fede religiosa e nemmeno perché l’umanità non condivide gli stessi valori, ma perché prevale l’indifferenza. La ripetizione dell’aggettivo possessivo “tua” ai vv. 5 e 6 potenzia la responsabilità personale di ciascuno.
Il termine impronta deriva dal verbo latino imprimĕre il cui significato letterale è "lasciare un segno su una superficie in seguito a una pressione".
È una lirica severa, abbottonata, di raffinata colloquialità, ma ricca di speranza come prova la metafora “palla di cera” al v. 7 per indicare quanto il mondo sia malleabile, trasformabile in meglio.
Il grigio era molto diffuso nel Medioevo in quanto colore della lana non tinta, quindi utilizzata per l’abbigliamento dai contadini poveri e dai frati. Oggi il grigio è il colore della tristezza, dell’impersonalità, della monotonia ma anche della sobrietà. In ogni caso il neuromarketing sconsiglia di usarlo nel packaging proprio per la sua mancanza di carattere, infatti è classificato come un non colore. Una neutralità che a seconda delle circostanze assume una doppia valenza positiva di saggezza e discrezione. Ricordate l’espressione eminenza grigia?
Chi era Maria Luisa Spaziani?
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Maria Luisa Spaziani nasce a Torino nel 1922. Diciannovenne, prima della laurea in lingue, dirige la rivista letteraria “Quaderni del girasole” che le permette di entrare in contatto con Saba, Penna, Sinisgalli, Luzi, Pratolini. Nel gennaio 1949 conosce a Milano Eugenio Montale con il quale ebbe un intenso sodalizio intellettuale e affettivo. Infatti i “Madrigali privati” (una sezione di “La bufera ed altro”), che il poeta ligure compose nel biennio 1949-50, sono dedicati a lei. La Spaziani ha il senhal di Volpe: un’anti Beatrice concreta, sensuale, passionale. Viaggiò molto, visse a Roma; a Messina e a Palermo fu docente universitaria di Lingua e Letteratura francese. La sua produzione letteraria spazia dalla poesia al poema-romanzo, dal saggio al racconto, dal giornalismo al teatro, dall’attività di traduttrice a quella di aforista. Nel 1990, ’92, ’97 fu candidata al premio Nobel. Si spense a Roma nel 2014.
I funerali, come quelli recenti di Maurizio Costanzo, vennero celebrati nella cosiddetta Chiesa degli Artisti a piazza del Popolo.
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