Aspettando Mr. Wolf
- Autore: Accursio Soldano
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
Alla fine del romanzo “Aspettando Mr. Wolf” che fa il verso al famoso film di Quentin Tarantino dove il signor Wolf, impersonato da Harvey Keitel risolve problemi, si è indecisi se patteggiare per il mafioso o per il giornalista che lo sta intervistando e ammettere che la mafia è soprattutto una condizione mentale, per cui, alla fine, siamo tutti, in qualche modo, mafiosi.
Il secondo romanzo dello scrittore Accursio Soldano è un j’accuse al mondo del giornalismo e una rivelazione su come si possa manipolare l’informazione partendo dalla scelta redazionale delle notizie da mandare in stampa.
Con un passato quasi trentennale di collaborazioni con quotidiani e settimanali, Soldano, attraverso il personaggio del suo libro (un corrispondente locale che ha l’occasione di avere lo scoop della vita: intervistare un mafioso che non si è pentito) ci svela i meccanismi che regolano una redazione giornalistica, la sua struttura verticistica dove nei gradini più alti non si arriva mai per meriti acquisiti sul campo ma per scelte di convenienza e punta il dito su tutta quella letteratura sulla mafia, oggi presente negli scaffali delle librerie che ha trasformato un’organizzazione criminale in un filone letterario, e mafiosi in uomini di spettacolo degni di riempire pagine di libri con la storia delle loro vite criminali.
Il soggetto è semplice: un corrispondente di paese, uno di quei giornalisti che giornalmente devono sottostare alle decisioni della redazione e che per poter vivere fanno due o tre lavori diversi, ha l’occasione di intervistare un mafioso. Ma durante il colloquio, (che si svolge in carcere) mentre il mafioso tenta di giustificare le proprie azioni criminali asserendo che anche il patriarca Mosè eseguiva gli ordini e ordinava stragi, e quindi anche lui eseguiva ordini dal suo “capo”, il giornalista è costretto a riflettere sul suo ruolo all’interno del suo “quotidiano di riferimento”. Il mandamento mafioso diventa così una specie di redazione giornalistica (con direttore responsabile, redattore capo, redattori etc..) e Aristotele Giordano (il giornalista) trova nell’intervista la sua occasione di rivalsa e vendetta verso quella redazione che fino al giorno prima avevano bocciato o corretto i suoi articoli.
E ovviamente, non mancano i riferimenti cinematografici: dall’ispettore Callaghan ai film di Tarantino, fino ai classici come Scarface, Il padrino e Il piccolo Cesare.
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