Assedio alla toga
- Autore: Nino Di Matteo, Loris Mazzetti
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2011
Ci sono libri che per disposizione costituzionale andrebbero letti nelle scuole, discussi nelle piazze e consigliati dai media anche durante le fasce protette. “Assedio alla toga” pubblicato da Aliberti nel 2011 - praticamente un’intervista conversazione tra il giornalista Loris Mazzetti e il PM antimafia Nino Di Matteo - è uno di quelli.
Nino Di Matteo, uomo di grande dignità e riservatezza sia dal punto di vista umano che da quello più delicato del ruolo che riveste, a un certo punto della sua vita ha deciso di esprimersi nel dibattito pubblico per spiegare le occultate verità che si celano dietro la riforma costituzionale della magistratura.
Una riforma che, attraverso disposizioni tra le quali la limitazione delle intercettazioni (la cosiddetta legge ‘bavaglio’) e il processo breve (che a dispetto di quello che fa pensare non accorcia i tempi dei processi quanto quelli della prescrizione dei reati), vuole togliere autonomia alla magistratura, minando le fondamenta della democrazia e trasformando i cittadini in sudditi.
Interessante comprendere direttamente dalle parole del magistrato più a rischio degli ultimi tempi, nonché da quelle del giornalista Loris Mazzetti, espresse con obiettiva e orgogliosa indignazione, le cause della trasformazione che il fenomeno delle mafie ha avuto in Italia, a livello storico e culturale, arrivando a un punto in cui non rappresenta più l’antistato ma un vero e proprio Stato parallelo.
Una nuova generazione di mafiosi, istradati dai capo mafia a insinuarsi tra le più alte cariche politiche ed economiche del paese, hanno permesso l’intreccio fatale tra criminalità organizzata e istituzioni. La cosiddetta ‘trattativa Stato Mafia’ consente a una classe politica piduista – a prescindere dal colore dell’esecutivo e con la complicità di una stampa e meccanismi mediatici controllati - garantismo e sostegno elettorale, e per contro alla criminalità organizzata di disporre di un potere che va ben oltre quello economico.
Un patto funesto che sta portando il paese alla rovina materiale e morale, e dal quale sembra non esserci più via di uscita.
Contro questo panorama avvilente, invece, esiste un forte discernimento d’opposizione rappresentato da tutte le coscienze individuali che, cambiando innanzitutto se stesse, non smettono di lottare per cambiare le sorti di questo paese.
I grandi processi di mafia che hanno visto imputati, e talvolta condannati, uomini politici e alte cariche istituzionali, nomi altisonanti dai poteri occulti legati a doppio nodo con i governi degli ultimi decenni, le stragi di Capaci e Via D’Amelio, nonché vittime meno note, giudici, giornalisti, sacerdoti e tutta una serie di persone che hanno trovato il coraggio di denunciare sopraffazione e malaffare, manifestano l’esistenza di una fetta di umanità che non si piega alla violenza subdola del sentire mafioso.
Toccante la lettera che chiude il libro, dedicata dal magistrato al suo Maestro e concittadino Paolo Borsellino, vittima come Giovanni Falcone di una strage annunciata… evidenziandone l’elevato valore etico che trasforma un uomo in un eroe immortale a ricordare agli uomini di buona volontà che il confine tra bene e male esiste e che – come afferma Loris Mazzetti - “nella scelta da che parte stare nella lotta tra governo e magistratura, io sto con Di Matteo, cioè dalla parte della democrazia a difesa della Costituzione.”
Assedio alla toga. Un magistrato tra mafia, politica e Stato
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