Aureliano. Riunificatore dell’Impero
- Autore: Alberto Magnani
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Graphe.it edizioni
- Anno di pubblicazione: 2023
Chi era l’imperatore Aureliano? Ce ne parla Alberto Magnani nel bel saggio storico Aureliano. Riunificatore dell’impero (Graphe edizioni, 2023), restituendo dignità a un personaggio ritenuto marginale che però riuscì nel difficile compito di unificare l’impero.
Se ne parla nella Historia Augusta, testo poco attendibile dove venivano riportate le gesta degli Imperatori, ma spesso vi erano scritti soprattutto pettegolezzi, abitudini e vizi di questi ultimi.
Fu un testo fondamentale per Marguerite Yourcenar, appassionata lettrice dell’Historia Augusta, che si basò su quelle pagine per scrivere uno dei capisaldi della letteratura mondiale, Memorie di Adriano. La figura di Aureliano era descritta da un certo Flavio Vopisco (sicuramente nome di fantasia), che diede il giusto ruolo all’imperatore austero che ristabilì la potenza romana nel mondo.
Sicuramente per il fatto di essere accompagnato nel nome sempre dall’aggettivo "austero", per il rigore morale, una forza di muscoli e un cervello proteso verso i nemici dell’Impero, Aureliano non aveva nemmeno una delle caratteristiche salienti dell’imperatore Adriano, giacché abbiamo nominato il libro cult della Yourcenar. Adriano non era austero, né virtuoso, né aveva un particolare rigore morale, ma qualità più congeniali ai lettori che lessero e leggono ancora Memorie di Adriano, libro di straordinaria bellezza.
Questo Flavio Vopisco, il nome era uno pseudonimo perché nell’antica Roma già chi scriveva in latino spesso lo faceva sotto mentite spoglie, ci restituisce l’immagine esatta dell’Imperatore Aureliano:
Dignitoso e carismatico, di bell’aspetto, ma non effemminato, di statura imponente, muscoloso, grande bevitore e mangiatore, poco incline ai piaceri, di estrema severità , rigoroso assertore della disciplina, sempre pronto a sguainare la spada.
Per dire quanto siano fallaci le fonti storiche dell’Historia Augusta, si dice che è estremamente rigoroso, ma poi bevitore e mangiatore, come può convivere con questi opposti, è un uomo diviso in due? E anche dare rilievo al fatto che non era effemminato.
Sono notizie non da impero Romano, ma quelle che leggi su giornaletti di gossip, dal momento che tutte queste informazioni abbastanza inutili per uno studio storico, mentre per un romanzo come Memorie di Adriano, la Yourcenar trovò l’oro con queste notizie succulente, spesso non vere, o meglio ancora fatti esagerati. Ma che Aureliano fosse sempre pronto con la spada è un fatto, giacché i commilitoni lo chiamavano "Mano al ferro".
È pure vero che diventare Imperatore in quel periodo non era augurabile a nessuno: l’Impero Romano si stava sfaldando, i problemi economici e l’instabilità politica portarono Aureliano a rinunciare ai banchetti fastosi a Roma per andare in quelle terre che volevano essere libere dal giogo imperiale.
D’altra parte le origini di Aureliano sono piuttosto oscure, forse nacque in Dacia. Mentre sulla madre sappiamo di più, era una sacerdotessa del Sole, che aveva predetto che il figlio diventasse l’uomo più importante. Ma nel frattempo impara a leggere e a fare di conto, in un ambiente modesto. Molto presto si arruolò nell’esercito, sicuro che il vaticinio materno avesse qualche valore di realtà. Lui presto scalò tutti i gradi per divenire un condottiero, ma trovò un limite importante. Per lui che veniva da una famiglia povera non aristocratica c’erano dei limiti decisivi , voluti dal Senato di Roma, ma era pur vero che l’Impero traballava, le difficoltà aumentavano di mese in mese.
C’era bisogno di giovani esperti che tenessero unite forze centrifughe che volevano staccarsi dall’Impero. Quindi in una sorta di anarchia militare, chiunque vincesse una battaglia si proclamava Imperatore. Ma senza averne il carisma e nemmeno uno straccio di progetto verso le popolazioni che stavano liberandosi da Roma.
La storiografia ufficiale tiene conto soprattutto del periodo in cui la peste fece moltissimi danni, con la morte di persone anche giovani (il tutto accettato stoicamente, perché non c’erano progressi scientifici che potevano opporsi alla peste. Si moriva va da sé, senza poter fare nulla).
Nella Historia Augusta Vopisco, che come già si è scritto, era un nome di comodo, non tiene conto dei passaggi di Aureliano da soldato semplice a "centurione".
Perché in ogni caso, non veniva da una famiglia aristocratica e quindi le sue origini familiari restavano oscure, segrete. Arrivato al potere, dopo due imperatori detestati, Aureliano si fece strada con le sue strategie di guerra e una personale forza fisica, per cui era sempre avanti quando c’era da uccidere, ma più che altro lui amava la disciplina.
Un soldato romano che violentò la moglie di un civile che lo ospitava, finì in mezzo a due alberi flessibili e venne squartato. Se a noi tanta ferocia spaventa, era però necessaria per mantenere un Impero coeso e senza spinte secessioniste.
Gli uomini come Aureliano non potevano sopportare un Imperatore come Gallieno, debole in guerra, ma raffinato intellettuale, amante della cultura greca e amico di filosofi come Plotino. Quindi Gallieno fu ucciso da un gruppo di congiurati, con a capo Aureliano, mentre il nuovo Imperatore Claudio era simile anche a tavola con Aureliano: uomini di guerra, che mangiavano e bevevano senza problemi, brutali e ignoranti, ma corretti, disciplinati, con una discutibile tempra morale. Ma l’epidemia di peste non era cessata e l’imperatore Claudio si infettò e morì.
Il fratello di Claudio, Quintilio aveva le carte in regola per diventare il nuovo Imperatore, ma si fece consigliare dal suo entourage, che gli disse di cedere il potere a Aureliano, perché più forte e amato dai soldati. Quintilio si diede la morte con l’aiuto di un medico. Aureliano fu proclamato Imperatore all’età di cinquantacinque anni.
Il nuovo Imperatore vinse sui Vandali e altre genti, non era amato dal popolo romano e arrivato nella capitale fu deciso di combattere casa per casa, con settemila morti e più, alla fine.
Roma si inchinò all’imperatore Aureliano, che per riacquistare la fiducia dei romani e del Senato e contro le popolazioni germaniche fece costruire le famose Mura Aureliane, che tuttora conservano il fascino di un lavoro enorme.
Un libro, Aureliano. Riunificatore dell’Impero, tutto da scoprire, che continua a narrare le gesta di un uomo non simpatico, né colto, nemmeno troppo intelligente per cose inutili come conversare con i senatori sul diffondersi del Cristianesimo.
Lui pensava solamente a tenere saldo il prestigio dell’Impero Romano.
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