Autobiografia
- Autore: Malcolm X e Alex Haley
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: BUR
Malcolm X, attivista statunitense di fama mondiale, è stato uno dei protagonisti indiscussi della scena politica americana del Novecento; per questo, lo stesso anno del suo assassinio e con l’aiuto di Alex Haley (giornalista e scrittore), decise di mettere su carta il suo percorso pubblicando Autobiografia (Bur Rizzoli, 2004, traduzione di Roberto Giammanco).
Il libro cerca di essere una sorta di manifesto e racconta, dal punto di vista del protagonista, la storia statunitense di quel periodo, descrivendo i crimini che avevano subito e che subivano i neri nel primo e nel secondo dopoguerra. Per farlo, Malcolm X decide semplicemente di narrare il processo che lo portò a diventare una figura di riferimento del tempo.
Io che ero caduto toccando il fondo della società dell’americano bianco quando in prigione trovai Allah e la religione dell’Islam che trasformarono completamente la mia vita.
Il testo, per comodità, si potrebbe dividere in due parti. La prima riguarda la vita dell’autore prima della conversione, che va dalla nascita fino agli anni di carcere, e la seconda riguarda la sua attività politica, che va dalla scarcerazione fino al suo assassinio.
La prima parte descrive il suo periodo pre-attivismo raccontando la sua difficilissima infanzia, le continue violenze che subì la sua famiglia e la morte del padre. Quelle pagine sembrano parlare non solo di una persona, ma di una comunità vastissima. La Seconda Guerra mondiale sembrava un incidente di percorso, qualcosa che scorreva dietro alle vite delle persone che avevano altro a cui pensare, persone che, la maggior parte delle volte, puntavano soltanto ad andare avanti.
Gli anni che precedono la conversione sono ricolmi di criminalità; in ogni capitolo l’attivista scrive dei suoi disparati metodi di guadagno, arrivando addirittura allo spaccio e ai furti in casa prima di essere arrestato. Malcolm X ventenne era completamente disinteressato dalla politica, la lotta per i diritti civili non l’importava né tanto meno la religione.
Lì, dopo aver toccato “il fondo”, iniziò a studiare, a interessarsi ai temi che lo resero famoso in tutto il mondo, avvicinandosi all’Islam e a Elijah Muhammad. La seconda parte racconta non più un periodo storico, ma la vita di un leader politico che, passo dopo passo, prese consapevolezza di sé e di quello che aveva intorno. Ogni paragrafo è un saggio sulla comunicazione, evidenzia tutto quello che fece per interessare la gente, anche chi non era musulmano e anche chi, dei diritti civili, non aveva nessun interesse.
Autobiografia di Malcolm X, capitolo dopo capitolo, diventa testo completamente diverso dall’inizio: fa comprendere tutti i trucchi che si celano dietro ad una comunicazione riuscitissima. Il radicalismo dell’autore non è nascosto e non è dato per scontato, ma è descritto, potenziato e spiegato anche al lettore che, di quegli avvenimenti, non conosce nulla.
Il libro non nasce e non muore raccontando la vita del suo protagonista, ma prova a fornire degli strumenti al suo pubblico. Non è una semplice autobiografia di un uomo famoso. Questo testo punta a fare qualcosa di più: cerca di essere un testamento politico per tutte quelle generazioni che sono venute dopo gli anni Sessanta.
So benissimo che spesso la società ha ucciso coloro che avevano contribuito a cambiarla e se mi sarà dato di morire dopo aver portato una luce, aver rivelato qualche importante verità che valga a distruggere il cancro razzista che divora il corpo dell’America, ebbene, tutto ciò sarà dovuto ad Allah. Miei rimarranno solo gli errori.
Autobiografia di Malcolm X
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