Bambini e barboni di Dario Pezzotti

Bambini e barboni è il primo romanzo pubblicato dall’autore bresciano Dario Pezzotti. Amante di Stephen King, egli ha partecipato a numerosi progetti di scrittura creativa, con una predilezione per il genere fantasy, di sicura impronta distopica. L’attenzione volta a scandagliare le miserie umane, il lato oscuro dell’uomo, in uno scenario affatto tranquillo, sempre sul punto di mutare. E non in meglio.
Un piccolo accenno alla casa editrice indipendente, La Piccola Volante, è d’obbligo. Con sede in Sardegna, essa si pregia di edizioni molto ben curate, dalla copertina robusta e compresa di bandelle.

L’autore ci trascina in una storia surreale, cruda nella sua essenza. Con uno stile accattivante e impeccabile. Non una sbavatura, mantiene sempre il punto, e lo fa con una descrizione ricca di espressioni evocative.
Il lettore, insomma, per quanto lontano dalla realtà, non fa alcuna fatica a seguire il succedersi degli eventi sulla pagina.
La storia si esplicherà nel suo divenire, poiché il genere richiede che si presentino situazioni al limite del caos, con adeguata meticolosità.
Ci si focalizza quindi prima su una città che ormai si presenta malata, la “Città Vecchia”, abitata da un’orda di bambini che sono trattati come dei piccoli soldati e non hanno nemmeno più un nome. Essi sono catalogati per numero e possono tranquillamente morire in qualunque momento. A fare da contraltare, un gruppo di barboni che tenterà la rivolta.
Nel mezzo: un Padre padrone, un ragazzo che ormai non ha più i connotati, una ragazzina dalle gesta mirabolanti. E su tutto: una lucertola che cresce e acquisisce la forza di un drago, da cui doversi difendere.
C’è tanta carne al fuoco, in quest’opera, è vero! Gli amanti del genere si divertiranno tantissimo.

Per questo, consiglio Bambini e barboni a chi ama le storie “nere”, dove più che vittoriosi e perdenti ci si sofferma a riflettere su come potrebbe essere un mondo che non ha più cura dei bambini, delle categorie più fragili.
In fondo, non così lontano da quello attuale, in cui viviamo ogni giorno. Qui alcuni insorgono, o almeno, ci provano. Sono loro a fare la differenza.