Barbizon Hotel. Storia di un hotel per sole donne
- Autore: Paulina Bren
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2021
Nel libro Barbizon Hotel. L’hotel che rendeva libere le donne (Neri Pozza 2021, titolo originale The Barbizon. The Hotel That Set Women Free, traduzione di Maddalena Togliani), l’autrice Paulina Bren racconta la straordinaria storia del leggendario albergo per sole signore di New York, il Barbizon, fondato nel 1927, e delle donne che vi hanno vissuto.
“Hotel Barbizon, 140 Sessantatreesima Strada Est”.
Era questo l’indirizzo nell’Upper East Side newyorkese dell’edificio che ospitò il Barbizon Hotel, l’albergo per sole donne che nella Grande Mela cercavano un posto al sole. Future splendide attrici, quali Grace Kelly, Lauren Bacall, Joan Crawford, Tippi Hedren, Candice Bergen, Ali McGraw. Tormentate poetesse come Sylvia Plath o giornaliste/scrittrici/saggiste del calibro di Joan Didion. Un taxi Checker giallo lasciava la giovane di fronte all’ingresso dell’albergo, c’era chi proveniva da lontano, dall’America provinciale e chi da molto più vicino, dall’altra estremità del ponte George Washington. La ragazza forestiera, maniglia della valigia in mano, appena giunta a Manhattan, indossava i suoi abiti migliori. L’ondata di emozione che la fanciulla provava varcando la porta d’ingresso del Barbizon sarebbe stata impossibile da riprovare in seguito, per il significato preciso che aveva in quel momento. La fanciulla era scappata dalla sua città natale e da tutte le prospettive, ma soprattutto dalla loro mancanza, che la caratterizzavano. La giovane si era lasciata tutto alle spalle, con decisione, spesso dopo mesi in cui aveva implorato, risparmiato, lesinato, progettato. Adesso era lì, a New York, pronta a ricostruirsi, a cominciare una nuova vita. Aveva preso in mano il proprio destino.
Tra le tante donne famose che hanno vissuto al Barbizon, vi sono state anche le migliaia di altre, senza nome, che hanno oltrepassato quella soglia. Giovani, ambiziose, piene di aspettative, al loro primo assaggio di libertà. Non saranno diventate famose come speravano, ma erano tutte coraggiose, fossero aspiranti attrici, ballerine, modelle, cantanti, stiliste, future segretarie, infermiere o imprenditrici, tutte incarnavano le possibilità ma anche le contraddizioni di quello che il XX secolo aveva da offrire alle donne americane.
Nel corso degli anni, le pubblicità dell’Hotel Barbizon sulle riviste declamavano:
“Oh! È fantastico essere a New York… soprattutto se alloggiate al Barbizon per sole donne”.
Lo slogan era sempre quello:
“L’hotel più esclusivo di New York per giovani donne”.
Perfetto simbolo dell’emancipazione femminile, il periodo d’oro del Barbizon viene rievocato dall’autrice, abile nel tratteggiare, grazie a fascinose foto in bianco e nero, un’epoca che finì nel 1981 quando il primo ospite uomo varcò la soglia dell’edificio dell’Upper East Side.
Il Barbizon per gran parte del Novecento era stato un luogo in cui le donne si erano sentite al sicuro dai lupi (gli uomini che battevano le strade di New York in cerca di ragazze giovani e ingenue), dove avevano avuto una stanza tutta per loro per organizzare e progettare il loro futuro. L’hotel diede loro una cosa straordinaria: la libertà. Ne liberò l’ambizione, i desideri che altrove erano considerati proibiti, ma che nella Grande Mela erano immaginabili, realizzabili, possibili.
“La Donna Nuova è nata nell’ultimo decennio del Diciannovesimo secolo. Era una donna desiderosa di essere qualcosa di più di una figlia, una moglie, una madre. Voleva spingersi fuori dalle quattro mura di casa per esplorare il mondo; voleva l’indipendenza; voleva liberarsi da tutto ciò che la opprimeva. La si vedeva pedalare per la strada in mutandoni e maniche di camicia svolazzanti, diretta da qualche parte”.
Barbizon Hotel. Storia di un hotel per sole donne
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