Barricate a Palermo. La rivolta ibrida del Sette e Mezzo
- Autore: Domenico Michelon Santo Lombino
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Un titolo emblematico per esprimere una costante nel corso del tempo, del vissuto di una città, capoluogo della Sicilia. Barricate a Palermo. La rivolta ibrida del Sette e Mezzo (Ed. I Buoni Cugini, 2023) è un lavoro prezioso a quattro mani di due autori, veri appassionati e studiosi di valore della Storia della Sicilia e non solo.
Fra gli altri loro lavori si ricorda di Santo Lombino: Né luna né santi (Navarra Editore, 2021) e di Domenico Michelon: Palermo ai tempi dei bombardamenti (Dario Flaccovio, 2021).
Ma appare riduttivo e fuorviante definire solo storia locale un evento quale la rivoluzione del sette e mezzo che ha avuto refluenze sull’intera storia d’Italia. Sui motivi di questo “ibrido” moto rivoltoso, in cui si rivela e constata la coesistenza di caratteri eterogenei, si indaga sulle ragioni e vere motivazioni con dovizia di particolari, dopo attente e minuziose ricerche.
Un evento storico, trascurato o addirittura misconosciuto da molti a parte gli storici o gli appassionati. Il tema è stato trattato invero anche in altri volumi e quello di Giacomo Pagano risulta essere il più importante riferimento. Ma in questo volume di agile e facile consultazione, si è voluto riportare minuziosamente tutto quello che è avvenuto nel corso di quei sette giorni di rivolta in maniera esaustiva, dettagliata e precisa. L’apporto di Domenico Michelon è stato fondamentale per la descrizione precisa dei luoghi dove la rivolta ha avuto luogo e dove materialmente si è combattuto. Ma certe zone della città, hanno nel tempo mutato aspetto, anche radicalmente ed è stato difficile riconoscerli e pertanto si è allegata al libro una mappa che riporta e raffronta i luoghi degli scontri come erano alla data del 1866 e come sono attualmente.
Barricate a Palermo. La rivolta ibrida del Sette e Mezzo è un volume che per il suo carattere divulgativo risulta di facile lettura e per la ricchezza di immagini e riproduzioni, agevola la ricostruzione degli eventi. Si indica come si organizzò la rivolta, i luoghi interessati, e seguendo il percorso degli insorti si compie un vero viaggio all’interno della Palermo di allora.
Alla presenza degli autori e degli storici, Amelia Crisantino e Lino Buscemi, autori ambedue di numerose e pregevoli pubblicazioni di carattere storico, è avvenuta nei giorni scorsi la presentazione del prezioso libro che risponde alle esigenze di chi lo ha ideato.
Verificando i luoghi, come descritti nel libro, è possibile avere un esatto quadro di riferimento e fare un collegamento a precedenti moti cittadini come quello del 1820, del 1843 del 1848 e del 1860. Ma quello che importa agli autori è esaminare e approfondire il carattere e le cause della rivolta del 1866. Vi era da poco stata la formazione del nuovo Stato unitario ma senza particolari entusiasmi, se non la passione dei vecchi patrioti liberali ma dietro di loro, era assente una base popolare. Durante la rivolta del 1866 a Palermo si gridava, sventolando bandiere rosse, “Viva la Repubblica” come pure, “Viva S. Rosalia” e persino “Viva Francesco II”, esprimendosi in tal modo la incerta natura delle molte disillusioni della rivoluzione garibaldina.
Ad aggravare la situazione contribuì poi, un altro allarmante evento quale lo scoppiare di una epidemia di colera nel 1866, in un contesto pieno di speranze, con una mafia che continuava a operare e con la nascita e lo sviluppo del brigantaggio.
Nefaste conseguenze aveva portato la imposta leva militare obbligatoria a cinque anni che avrebbe privato di braccia una risorsa economica fondamentale quale era in Sicilia l’agricoltura. Refluenze negative sulla già martoriata terra di Sicilia, ebbe altresì l’approvazione nel mese di luglio del 1866, della legge sull’ abolizione degli ordini religiosi e soprattutto delle Opere Pie; fu un ulteriore elemento che aggravò i rapporti tra i cittadini e il nuovo Governo, venendo ad essere danneggiate economicamente, migliaia di persone che operavano all’interno di questi organismi.
La rivolta venne messa violentemente a tacere nei sette giorni e mezzo che vanno da 15 settembre fino al 22 con cannoneggiamenti violenti e continui che procurarono notevoli danni, fiaccando il morale della cittadinanza.
Non riesce facile procedere ad una qualificazione precisa e definita di questa rivolta che vide arrestati 2427 individui e 297 cittadini sommariamente processati di cui 127 condannati all’ergastolo e ai lavori forzati non trascurando come quelle palle di cannone procurarono più di tremila morti, ma poco o nulla lo si trova scritto nei libri di Storia.
Fu di certo una rivoluzione spontanea, una vera rivolta di popolo ma non si può escludere come qualcuno abbia pescato nel torbido visti gli inserimenti di mafiosi e di bassa criminalità.
Citando gli autori:
L’insurrezione scoppiata a qualche mese dalle sconfitte di Lissa e Custoza era chiaramente indirizzata contro il governo della Destra storica e la Monarchia Sabauda, ormai dimentichi di avere coronato il sogno dell’unificazione nazionale (benché da completare), anche grazie al contributo di sangue, di impegno e di lotta dei Siciliani.
Un lavoro a quattro mani ben articolato Barricate a Palermo, con una elegante veste tipografica ed una splendida copertina opera di Giuseppe lo Bocchiaro.
Un libro che nasce con una duplice finalità, quella di cercare di comprendere la natura di questa rivolta dalla natura multiforme, volendo altresì sfatare la falsa nomea di una Sicilia gattopardesca acquiescente che subisce sempre passivamente e non si ribella contro le ingiustizie e i soprusi. La rivolta del 1866 fu invece un moto popolare significativo specie in un mondo arretrato come quello di allora, e gettò le basi per le future lotte e conquiste sociali.
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appassionati e studiosi di Storia , di Storia locale e di Storia della Sicilia
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