Garzanti nella Collana "Saggi" pubblica “Becoming – La mia storia” (2018, pp. 498, 25,00 euro, traduzione di Chicca Galli) l’autobiografia di Michelle LaVaughn Robinson, coniugata Obama, nata a Chicago il 17 gennaio 1964, avvocato statunitense ed ex First Lady degli Stati Uniti d’America, moglie del 44º presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama (2009 -2017). Il volume, corredato da un ricco inserto fotografico, esce negli Stati Uniti e simultaneamente in 24 Paesi, inclusa l’Italia.
La prima donna afroamericana a ricoprire il ruolo di First Lady, laurea in Legge a Princeton e dottorato a Harvard, dal carattere volitivo e determinato ha descritto la sua biografia come una “profonda esperienza personale”. Michelle non ha paura di rivelare, raccontare e di raccontarsi. L’incontro con Barack nello studio legale dove la giovane lavorava.
Il primo giorno di lavoro Barack Obama è arrivato in ritardo. Io ero seduta nel mio ufficio al quarantaseiesimo piano, e un po’ lo aspettavo e un po’ no. Come molti avvocati al primo anno in uno studio, avevo un sacco di lavoro da sbrigare. Facevo gli straordinari e spesso consumavo sia il pranzo sia la cena seduta alla scrivania mentre combattevo con un flusso continuo di documenti, tutti scritti nella lingua precisa e forbita dei legali.
Gli anni alla Casa Bianca che Michelle ha contribuito a farla diventare più accogliente e inclusiva. Mrs Obama, energica sostenitrice della causa delle donne e delle ragazze negli Stati Uniti e nel resto del mondo, ha modificato radicalmente il modo in cui le famiglie possono vivere una vita più sana e attiva, restando al fianco del marito mentre guidava il Grande Paese attraverso alcuni dei suoi momenti più difficili. Nel suo memoir, un’opera di profonda riflessione e di grande forza narrativa, Michelle rievoca le esperienze che l’hanno formata, dalla sua infanzia nel quartiere di South Side a Chicago, agli anni di lavoro in equilibrio tra gli impegni professionali e quelli di madre, fino al periodo trascorso nella White House. Con estrema franchezza e verve, descrive i trionfi e le delusioni, sia pubblici sia privati, raccontando per intero la sua storia così come l’ha vissuta, attraverso le sue parole e dal suo punto di vista.
Il giorno dell’addio al potere, vissuto “sempre per gli altri”:
Barack e io abbiamo lasciato per l’ultima volta la Casa Bianca il 20 gennaio 2017 per accompagnare Donald e Melania Trump alla cerimonia di insediamento. Quel giorno provavo tante sensazioni contemporaneamente: stanchezza, orgoglio, turbamento, impazienza. Soprattutto, però, cercavo di mantenere la calma, consapevole che le telecamere seguivano ogni nostro movimento. Mio marito ed io eravamo determinati a completare il passaggio di consegne con grazia e dignità, a finire gli otto anni con i nostri ideali e la nostra compostezza intatti.
Nella prima intervista concessa in occasione dell’uscita della sua autobiografia, Michelle Obama ha confessato di aver avuto un aborto spontaneo 20 anni fa e di aver usato la fecondazione in vitro per avere le figlie Malia e Sasha che oggi hanno 20 e 17 anni. Dopo l’interruzione di gravidanza spontanea ha raccontato Michelle “mi sono sentita sola e persa perché non sapevo quanto fosse comune visto che non se ne parla”.
Infine segnaliamo la significativa dedica dell’autobiografia:
A tutte le persone che mi hanno aiutata a diventare quella che sono: i miei cari, che mi hanno cresciuta: Fraser, Marian, Craig e la mia grande famiglia in generale; la cerchia di donne forti, che mi hanno sempre sostenuta; i miei collaboratori leali e coscienziosi, che continuano a rendermi orgogliosa. Agli amori della mia vita: Malia e Sasha, i miei tesori più preziosi, le ragioni della mia esistenza, e infine Barack, che mi ha sempre promesso un viaggio interessante.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: "Becoming - La mia storia": arriva in Italia l’autobiografia di Michelle Obama
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