Betty
- Autore: Georges Simenon
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
I capelli spettinati, gli abiti raffinati ma sgualciti, le calze smagliate e la mente immersa in una nebbia alcolica.
Ci appare così, per la prima volta, Betty: dsperata, confusa, sporca e smarrita.
E’ come se la vedessimo costantemente nuda, spogliata di ogni falsa apparenza che aveva fino a quel momento indossato, senza più dover fingere una serenità mai conquistata, un amore che non sapeva vivere, una precaria stabilità famigliare.
Il dramma di Betty si svolge in un clima silenzioso, lento, ovattato e con i sensi costantemente alterati dall’alcol. La fragilità di questa donna di ventotto anni ci appare violenta come la sua disperazione, la sua apatia, la voglia di non cercare più un motivo che la faccia sentire in sintonia con la società, che le dia un motivo per continuare.
In realtà Betty è una disadattata.
Questo romanzo di Georges Simenon si muove piano lungo le vene del lettore, scava nel profondo, nel torbido della psiche femminile in modo crudo, amaro ma composto, come lo scontro tra Betty e la sua famiglia. Betty è un’eroina ma è allo stesso tempo il suo opposto. Riesce ad essere, come molte donne, due facce della stessa medaglia, contemporaneamente.
È passiva, rassegnata allo sconforto, all’incapacità di amare, ma allo stesso tempo sembra che non smetta di provarci, di appigliarsi ad un labile filo che la potrebbe salvare, o forse no.
Il finale, come tutto il non detto, non fa altro che scavare più a fondo nel personaggio, ma anche nel lettore.
E fino all’ultima riga, Betty continuerà ad essere una vittima – della società e di se stessa – anche quando sembrerà il carnefice.
Betty
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