Biancaneve nel Novecento
- Autore: Marilù Oliva
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2021
Tra i libri presentati al Premio Strega 2021, Biancaneve nel Novecento (Solferino, 2021) pone al centro della narrazione un rapporto tempestoso tra madre e figlia.
Marilù Oliva nel suo intenso romanzo racconta due storie che si alternano, quelle di Biancaneve e di Lili, intrecciate indissolubilmente dal dolore, dal trauma, dalla sofferenza che non abbandonano il lettore fino alle ultime pagine. In mezzo a loro c’è Candi, la madre di Biancaneve, la figura che occupa una grande spazio nella vita di sua figlia, soprattutto dopo la morte del marito Giovanni, il padre adorato dalla piccola, un padre amoroso, presente, attento. L’uomo era un mediocre ex pugile venuto da Napoli e nella Bologna degli anni settanta aveva aperto una palestra di boxe, attività poco redditizia ma piena di soddisfazioni. Anche la bambina accompagnava il padre divenendo la mascotte dei clienti, mentre i soldi a casa li portava Candida, bellissima, con una pettinatura biondo platino sempre perfetta, alcolista, fumatrice, nevrotica, ma abilissima commerciante di corredi e telerie: tutte le massaie delle campagne intorno a Bologna conoscevano e apprezzavano questa donna sorridente, simpatica, accogliente. L’inferno era solo a casa, dove la piccola Biancaneve non veniva accudita, vestita, amata da questa strana mamma che anzi non esitava a maltrattarla e a percuoterla. L’unica ricchezza della bambina, una serie di pietre, minerali semipreziosi, un contatto diretto anche se gelido con la natura.
Dopo la morte precoce del padre, la piccola Biancaneve cresce in un clima malsano, da adolescente a scuola ha pochi amici, si innamora di Francesco, compagno d’infanzia proveniente da una famiglia esemplare, al contrario della sua, e matura un forte risentimento per la madre e per la vita miserabile che conducono, in una casa sporca, disordinata, dove l’alcol ingurgitato dalla madre è l’unica realtà con cui confrontarsi.
I capitoli del romanzo che hanno Biancaneve come voce narrante si alternano a quelli dove ascoltiamo la voce di Lili. È una ragazza povera e ignorante che viene da un altro tempo e da un luogo remoto, il nord della Francia, che viene sposata per procura a un parigino, proveniente da una agiata famiglia. Siamo alla vigilia dello scoppio della Seconda guerra mondiale, il matrimonio della ragazza è infelicissimo, il neo marito neppure la sfiora, ma all’arrivo dei nazisti a Parigi la famiglia, che aveva nascosto un gruppetto di ebrei, viene deportata a Buchenwald. L’orrore travolge la giovane Liliane, che si trova a vivere nel lager un’esistenza che non ha più nulla di umano: per sopravvivere, dopo aver assistito all’agonia di Mafalda di Savoia, viene internata nel bordello del campo, dove per mesi e mesi fa la prostituta, fra violenza, vergogna e senso di colpa.
Il finale del libro riserva molte sorprese e un’uscita dalla tragedia del ‘900 che offre uno spiraglio di ottimismo. È bravissima l’autrice a mettere insieme tanta storia, tanto costume, tanti sentimenti, in un romanzo corale dove le donne di tre generazioni raccontano il secolo breve con incisività, partecipazione, mentre la scrittrice mostra vicinanza ed empatia per i vari personaggi che ha costruito. I contrasti, le ingiustizie, l’amore materno che Candida non riesce a provare o a dimostrare lo vivrà invece Biancaneve nei confronti del fratellino Patrizio, arrivato come un dono in una casa disfunzionale sul piano affettivo. L’amicizia è un’altra chiave di lettura del testo: i rapporti con gli amici e con insegnanti vicini alla sua sensibilità aiuteranno Biancaneve a uscire dalla fiaba, la metafora terribile che era stata la sua vita. Anche Liliane, pur nell’orrore del lager, riuscirà a sopravvivere grazia a un’amicizia profonda. Il finale, bellissimo, ci riconcilia con una storia di soprusi e di degrado, di violenza e disamore, che la lingua sorvegliata ma davvero efficace dell’autrice ci aiuta ad attraversare.
Biancaneve nel Novecento
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