Brivido di Allie Reynolds

Allie Reynolds è un’ex campionessa di snowboard freestyle, che ha lavorato anche come insegnante e libraia. Nel 2003 si è trasferita in Australia, dove si è data al surf, per cui ha ben chiaro il senso della competizione, della velocità e del rischio. L’adrenalina è infatti un ingrediente che la contraddistingue e che ha trasferito nel suo romanzo d’esordio Brivido (Piemme, marzo 2021), con traduzione di Anna Martini e Carla Palmieri.

Il lettore viene trasportato in un vortice di sospetti e di paura, in una storia dove nessuno è quel che sembra. Un thriller claustrofobico, che vede degli ex talenti dello snowboard imprigionati in un rifugio su un ghiacciaio in alta montagna, attirati con l’inganno e impossibilitati a fuggire, in balia di qualcuno che si diverte a spaventarli.
Siamo a Glacier du Diable, sulle Alpi francesi, e sono passati dieci anni dall’ultima volta in cui la protagonista, Milla, è stata lassù. Quel magico inverno, in cui lei si allenava strenuamente per le gare di snowboard e partecipare così al campionato inglese. Qui ha trascorso alcuni mesi in compagnia di altre giovani promesse dello snowboard, uno sport bellissimo ma tanto pericoloso. L’amicizia che si è venuta a creare ha dato però dei risvolti negativi. Si sono insinuate gelosie, oltre che una competizione sfrenata e sfide pericolose fra i ragazzi, affrontate sempre da Milla in modo impavido. Quell’inverno ha segnato altresì la fine della spensieratezza per quella comitiva di amici, poiché la capricciosa quanto talentuosa Saskia, sorella di Curtis, il ragazzo che da sempre piace a Milla, è scomparsa.

"È tornato quel momento dell’anno. Il momento in cui il ghiacciaio restituisce i corpi. Perciò tengo d’occhio le cronache locali ogni giorno. C’è un corpo in particolare che sto aspettando.”

Brent, Curtis, Heather, Dale e Milla, quelli che sono rimasti, si ritrovano dopo dieci anni quindi nel rifugio di allora, isolato su un ghiacciaio pieno di crepacci pericolosi. Presto però si accorgono che quella che credevano una rimpatriata, per quanto ormai diventati degli sconosciuti l’uno all’altro, in realtà è una trappola ordita da qualcuno che intende fare chiarezza sul passato. Ma chi può essere? E soprattutto, cosa è successo per davvero, tanti anni prima? Saskia è veramente morta, oppure vuole vendetta? Nei corridoi di un resort abbandonato e spettrale, si intravedono figure, spuntano ciocche di capelli biondi, si avverte un profumo familiare. Sono soli in quell’albergo, oppure c’è qualcun altro, nascosto nel buio delle numerose stanze che risultano chiuse a chiave? Se sono da soli tanto peggio, perché allora l’assassino è uno di loro, nonostante la parvenza di persone affidabili.

Fra quegli ex amici, tenuti prigionieri da una tempesta in alta montagna, e che meditano di darsi alla fuga proprio per mezzo delle loro tavole da snowboard, c’è un segreto che ciascuno custodisce. Qualcosa di inconfessabile e indicibile. I brividi, per cui, che realmente prova il lettore, non sono per il freddo. Ognuno è in pericolo, nessuno è innocente, come pensa di essere.

L’autrice ha uno stile asciutto, cinematografico. Il narratore è Milla, che alterna i capitoli fra presente e quel che è successo dieci anni prima. La lettura non è affatto difficoltosa e induce a divorare le pagine, una dopo l’altra, finché non compare la parola “fine”. E allora ci si sente orfani di una storia che ci ha fatto provare tantissime emozioni. Si avverte la mancanza di personaggi che, sebbene non siano del tutto degli eroi positivi, incitano a superare i propri limiti. Che della paura hanno fatto una compagna di vita e sanno come trasmettere tensione. Un’adrenalina pura, in grado di tenere sempre alta l’attenzione.

"Non sanno che cosa ho fatto. E non sarò io a dire la verità.”

Fino a che punto può arrivare un essere umano, quando si sente umiliato e vuole avere l’ultima parola? Vuole vincere? Leggete questo romanzo e lo saprete.
Allie Reynolds è stata abile, perché ha dato l’impressione di voler spaventare prima di tutto se stessa, descrivendo le scene di maggior tensione. Viene da sé, quindi, che abbia fatto un ottimo lavoro, trasmettendo inquietudine anche a chi legge.