Brucio
- Autore: Christian Frascella
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2016
Lo ammetto, dopo “Il panico quotidiano”, pensavo che la vena aurifera di Christian Frascella si fosse un po’ prosciugata. Pregiudizi, di quelli tosti che allentano l’attenzione verso la narrativa italiana, circoscritta sempre nel successo dei romanzi "con il commissario".
Anche qui, in “Brucio”, c’è un commissario, ma non è né bello, né a favore dei diseredati, né ironico.
Ma andiamo per ordine.
L’incidente di cui parlavo prima è stato un incendio domestico, parlando per frasi fatte "una tragica fatalità" che uccide madre e padre e la sorellina che il protagonista, in qualità di fratello, non è riuscito a salvare.
Tommy, rimasto solo, passa da una famiglia affidataria a un’altra, ma il suo sogno ossessivo è non aver salvato nessuno del suo nucleo familiare mentre lui è vivo, per puro caso.
Nonostante decine di operazioni, la pelle di Tommy è slabbrata, in alcuni punti manca del tutto, è una specie di mostro che tutti si girano a guardare.
Dopo varie peregrinazioni finisce nella casa dei Cotta, gente illuminata e cordiale, madre avvocato, padre pompiere, un figlio diciassettenne suo coetaneo.
Ma il destino, o chiamatelo come vi pare, è sempre avverso nei confronti di Tommy.
Anche se vuole fare una passeggiata si ritrova tra ladri che stanno svaligiando il negozio.
Arrestato, fa la conoscenza del commissario, un personaggio alla Kafka, che Christian Frascella delinea con mano felice.
Non ci si libera da piccoli reati penali senza importanza, sembra dire questo ispettore, tra l’altro padre di Sally, l’unica coetanea di Tommy che ha il coraggio di dire:
“Sono innamorata di te”
di te mostro, di te ragazzo sensibile ma anche aggressivo, perché una mano non l’hai tesa verso tua sorella, per farla vivere.
Libro ambizioso, scritto benissimo, “Brucio” starebbe bene nei primi dieci titoli più venduti, ma questa è un’altra storia. Ancora più kafkiana.
Brucio
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