Bugiardi nati. Perché non possiamo vivere senza mentire
- Autore: Ian Leslie
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Bollati Boringhieri
- Anno di pubblicazione: 2014
Bugiardi si nasce oppure si diventa: per caso, necessità, tornaconto personale, autodifesa, malattia, imprinting. Soprattutto per via dell’imprinting: mentivano già gli ominidi delle caverne, senza contare gli dei dell’Olimpo, impegnati com’erano a fronteggiare le paturnie di moglie e concubine. Non è per buttarla sempre in filosofia ma credo avesse ragione Nietzsche sul fatto che:
“c’è un solo mondo, ed è falso, crudele, contraddittorio, corruttore, senza senso (…) Noi abbiamo bisogno della menzogna per vincere questa realtà, questa “verità”, cioè per vivere”.
Va da sé che non tutti l’hanno pensata così: Kant, per esempio, dichiarava che non esistono bugie pronunciate a fin di bene e che mentire resta un gesto deprecabile in ogni caso. Intanto che decidete da che parte stare, il mio consiglio è questo: correte a leggere “Bugiardi nati. Perché non possiamo vivere senza mentire” (Bollati Boringhieri, 2014) perché racchiude la summa completa sull’argomento: dalle palafitte al post-umano attuale. Lo firma Ian Leslie e la sua penna è tanto salace quanto capace, candidata come la penna ideale - da adesso alla fine del mondo - per farci strada tra le anse delle bugie di grandi e piccini (a proposito di questi ultimi: toglietevi dalla testa che le loro menzogne costituiscano sempre e comunque il prodromo di qualche patologia), col robusto sostegno dato da storia, neuroscienze, filosofia, cronaca, psicologia e un altrettanto solido campionario di “casi” esemplari, più scientifici che clinici. Abbandonate subito anche l’idea che Leslie si mantenga su posizioni defilate, a parte il refolo di intelligente ironia che spira sull’intera trattazione, il suo scopo è approdare alla tesi che mentire è un istinto naturale, fondamentale allo sviluppo della specie al pari della selezione naturale e delle capacità adattative del darwinismo. Facciamocene una ragione: a questo mondo nessuno può dirsi immune dalla sindrome di Pinocchio, compresi gli oranghi, i rettili, i pesci, persino le piante. Meditateci sopra, sulla scorta di questi luminosi esempi a pagina 19 del libro:
“(....) non necessariamente la selezione naturale premia l’onestà; sono molte le specie che praticano l’inganno come strategia di sopravvivenza. Il serpente muso di porco orientale (…), se minacciato finge di morire rotolando sul dorso, emettendo un puzzo terribile e lasciando penzolare la lingua fuori dalla bocca. Il polpo mimetico (…) è in grado di imitare a suo piacimento almeno quindici creature marine, per attirare meglio le prede oppure per difendersi dai predatori (…) Persino le piante ingannano. L’ofride specchio (…) per attirare i potenziali impollinatori produce del fiorellini speciali”.
Un po’ come fanno i dongiovanni e le dongiovannesse al primo appuntamento, no? E’ la razza che deve andare avanti, come sempre: la tribù dei sinceri doc è una tribù di mosche bianche, ammesso esista per davvero: fateci caso, a chi non è mai capitato di mentire pietosamente davanti l’immangiabile pranzetto preparato della zia signorina (giuro, mai assaggiato nulla di simile!) oppure al cospetto della fresca acconciatura a carciofo di nostra moglie (ti sta benissimo!)? Si mente anche per non dirla tutta, per evitare di metterla dal lato peggiore, ma si mente comunque e si mente tutti, sovente senza neanche accorgercene. “Bugiardi nati” (mai titolo è calzato tanto a pennello alla nostra condizione ontologica) discosta il velo dalla sacrosanta verità e riesce al farlo con leggerezza e acume tipicamente british, davvero invidiabili.
Bugiardi nati. Perché non possiamo vivere senza mentire
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