Fazi nella collana “Le strade” pubblica per la prima volta in Italia il romanzo Buonanotte, signor Tom (2021, titolo originale Goodnight Mr Tom, traduzione di Arianna Pelagalli, pp. 300) pubblicato nel 1981 da Michelle Magorian, scrittrice britannica per l’infanzia, nata a Portsmouth nel 1947, adattato più volte per il cinema e il teatro.
Felice intuizione quella della casa editrice romana, che ha deciso di far conoscere ai lettori del nostro Paese una storia commovente e che tocca il cuore. Il classico libro da leggere e da regalare a grandi e piccini a Natale, vincitore della Carnegie Medal, del Guardian Children’s Fiction Prize, dell’International Reading Association Award, riservato alle opere prime nel campo della letteratura per ragazzi, e di numerosi altri premi.
Di cosa parla?
“Ho già capito. È obbligatorio e dobbiamo farlo per dare il nostro contributo alla guerra”.
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Inghilterra, settembre 1939, villaggio di Little Weirwold. Tom Oakley, un uomo vigoroso di oltre sessant’anni, ben piantato, con una corporatura robusta e dai folti capelli bianchi, in un attimo aveva compreso di non avere scelta. La II Guerra Mondiale era appena iniziata, combattere e vincere il pericolo nazista rappresentato da Adolf Hitler significava anche accollarsi l’onere di accogliere un bambino/a sfollato/a per volere del governo insieme ad altri migliaia dalle città inglesi nel timore di bombardamenti tedeschi. La responsabile di zona per l’assegnazione degli alloggi aveva spinto davanti al signor Oakley un ragazzino magro e pallido, dai capelli opachi biondo cenere e due spenti occhi grigi, proveniente da Londra, che intorno al collo, appeso a una cordicella, aveva un cartellino su cui c’era scritto “William Beech”.
L’uomo aveva accolto dentro la sua abitazione il ragazzino spaurito e spaesato, dandogli da mangiare. Willie ripeteva mentalmente di fare il bravo, mentre si massaggiava un punto dolorante sul braccio, lui era un bambino cattivo, come del resto sosteneva sua madre, che si reputava un’ottima persona e una buona genitrice, nonostante, spesso e volentieri, picchiasse suo figlio con una cintura. Willie era stato percorso da un brivido al pensiero che presto o tardi anche il signor Oakley si sarebbe reso conto di quanto lui fosse cattivo. Sembrava molto più forte di sua madre, la quale sosteneva che “la guerra era una punizione di Dio per i peccati della gente, perciò bisognava stare in guardia”. Dal canto suo, Tom ripensava alle storie sugli evacuati che aveva sentito fino a quel momento, che non calzavano per Willie. Ingrati e selvaggi erano gli aggettivi che aveva sentito utilizzare più spesso, o semplicemente malinconici.
“Non si sarebbe mai aspettato un esemplare così timido e cagionevole”.
Un piccolo uomo di circa nove anni, che ha già compreso quanto la vita sia crudele. Un uomo non più giovane, solitario, vedovo e in apparenza burbero e scontroso, il quale vive in una casa che affaccia su un cimitero.
In questo classico moderno dal sapore dickensiano, che figura tra i cinquanta libri più amati di sempre dagli inglesi, pubblicato dalla casa editrice romana nel quarantesimo anniversario della sua prima edizione in patria, l’orco della favola si sarebbe ben presto rivelato un secondo padre, anzi, un nonno dal cuore d’oro. Il piccolo, vivendo con l’anziano, avrebbe scoperto per la prima volta il significato della parola “felicità”. Ma qualcosa, o qualcuno, avrebbe spezzato questo bellissimo legame che aveva donato la fiducia nella vita al piccolo Willie.
“Finché starai sotto il mio tetto, vivrai secondo le mie regole. Io i bambini non li picchio, e se mai ce ne sarà bisogno lo farò con la pelle della mia mano. Intesi?”
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Buonanotte, signor Tom” di Michelle Magorian: il libro perfetto per Natale
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