Cacciatore di nuvole
- Autore: Jorge Carrera Andrade
- Categoria: Poesia
È dal 1970 che l’editore Stampa Alternativa pubblica mini libri a prezzi ridotti, accessibili a chiunque, per diffondere il pensiero critico, la poesia, la bellezza.
È una sfida al mercato, un venire incontro alla gente ma significa anche ribaltare il concetto che cultura significhi quantità, accumulo di nozioni, piuttosto che compenetrazione e comprensione. Un haiku ha solo 17 sillabe, ma può racchiudere l’universo; una poesia di Ungaretti, notissima, composta da un titolo e un verso, rivela la luce infinita.
È un piacere quindi imbattersi in un libro mignon, di sei poesie, anzi estratti di sei poesie, con traduzione a fronte, del poeta ecuadoregno Jorge Carrera Andrade.
Il testo si intitola Cacciatore di nuvole (Stampa Alternativa, pp.32, 2001), tradotto da Daniela Bellon, con prefazione di Giorgio Celli.
È un prodotto raffinato, consente di attingere alla gioia proprio come quando si ascolta la parte finale della Nona sinfonia di Beethoven.
Jorge Carrera Andrade, sebbene poco conosciuto in Italia, nel mondo è paragonato a Borges per il nitore dei versi, l’altezza dell’assunto poetico, con le dovute e sostanziali differenze: Borges porta cucita addosso la sua dolce e mite malinconia, è stato un’enciclopedia vivente, custode della memoria, cantore dell’oblio, con la repulsione verso gli specchi che moltiplicano un mondo malvagio, concezione mediata dagli gnostici. Andrade al contrario è “semplice”, sfoglia il vivere quotidiano assaporando fortemente il piacere immediato e anti intellettualistico, inestinguibile.
È cacciatore di nuvole, maestro di leggerezza, di sogni, di utopie. Eterno saggio bambino, sembra non essere toccato dal male se si circonda, come fa, di quanto rende lieta l’ora presente. Sa gustare ed apprezzare.
È stato un diplomatico importante, ha visto e conosciuto tutte le problematiche dell’umanità tormentata, in molti stati e paesi, ma non ha perso la fede nel fuoco divino, cosmico, di cui detiene la chiave. Tenere in mano la chiave fa di lui lo sciamano, il creativo.
Il poco e il piccolo diventano aroma ed essenza costante, l’invisibile manifestato:
La chiave del fuoco
Io sono il possessore della chiave del fuoco, / la chiave pacifica del fuoco naturale / che apre le invisibili serrature del mondo, / la chiave dell’amore e del papavero, / del rubino primordiale e della melagrana, / del pepe cosmico e della rosa.
Spezie, amore e fiori sono le metafore del bene, a cui il poeta volge lo sguardo, accessibili all’uomo di retto sentire, per autorigenerarsi e coltivare la visione di una società rinnovata, purificata. Ma quando accadrà?
Mai smettere di credere, è il fulcro della poetica di Andrade. Finché esisterà un papavero, il futuro sarà salvo. Il rosso è amore, non sangue sparso tra fratelli.
Gli uomini canteranno nelle strade / liberi ormai della morte menzognera. / Il frumento crescerà sui resti / delle armi distrutte / e nessuno verserà / il sangue del fratello.
Sempre pacifista, il cacciatore di nuvole è una figura di cui abbiamo estremamente bisogno.
Non è facile portare il libretto in tasca, ovvero realizzarlo, ma dobbiamo credergli ed essergli fedeli, per non cadere nella barbarie dell’inimicizia e della distruzione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Cacciatore di nuvole
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