Camera Oscura
- Autore: Simonetta Agnello Hornby
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2010
Chi non conosce Lewis Carroll, pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson, scrittore di “Alice in the Wonderland”, la fantastica storia di cui musa ispiratrice fu certamente la piccola Alice Pleasance Liddell e forse anche le sue due sorelline Lorina Charlotte e Edith Mary. Non molti conoscono però la sua passione per la fotografia: scatti di bambine spesso in atteggiamenti lascivi o addirittura nude. La fissazione di Carroll finiva quando le sue giovani amiche raggiungevano la pubertà ed era sempre sostenuta dai genitori delle piccole, che spesso accompagnavano e assistevano alle sedute di fotografia. Questo e la stramberia di carattere dello scrittore hanno portato alla diffusione della sua presunta pedofilia. L’argomento è controverso ed è stato studiato da vari punti di vista ma chi ha posto fine a qualsiasi discussione è il testo, tra documento e finzione, di Simonetta Agnello Hornby, “Camera Oscura” (Skira Edizioni, 2010). Su suggerimento di Andrea Camilleri e su commissione di Eileen Romano, Simonetta Agnello Hornby, dapprima titubante, ma subito dopo affascinata e soprattutto determinata a raggiungere la verità – la scrittrice nella vita da oltre trent’anni vive Londra e lavora come avvocato, impegnata negli abusi dei minori-, analizza accuratamente il carteggio che il reverendo Dodgson tenne con i Mayhew, gli unici a rifiutargli a un certo punto il permesso di fotografare nude le loro tre figlie (6, 11 e 13 anni). Ne viene fuori un ritratto di un uomo che dagli incontri con le sue “amiche-bambine”, traeva un certo piacere sessuale: le mirava a lungo, le fotografava, le baciava sul lobo dell’orecchio, si eccitava, ma rispettava un limite, almeno con le figlie delle famiglie più illustri e ricche, non le penetrava.
Simonetta Agnello Hornby denuncia apertamente questo immorale atteggiamento e non manca di denunciare in generale la questione femminile nell’Inghilterra dell’ottocento, e in particolar modo, la diffusione della prostituzione minorile, i matrimoni combinati, la non possibilità di iscriversi all’università, di stipulare un contratto e di votare ma ci parla anche del neonato movimento delle suffragette, delle grandi scrittrici del tempo Jane Austen, le sorelle Bronte, Mary Shelley, Emily Dickinson, George Eliot, Elizabeth Browning e delle leggi approvate a tutela di alcuni diritti alle donne.
Ruth Matthews (Mayhew) la protagonista di questo racconto, incarna tutte le contraddizioni dell’epoca vittoriana, frequenterà l’università e solo da adulta affronterà vis à vis Mr Dodgson con una serie di domande precise a cui lui risponderà, con gli occhi invasati, tramite le parole del Cappellaio Matto, ma a tredici anni si era innamorata perdutamente di quello strano uomo, che la divertiva con giochi, rompicapi, indovinelli, metagrammi e acrostici, offrendole tè e biscotti e poi la ritraeva nuda o seminuda nella sua camera oscura. Eppure Lewis Carroll, insegnante di matematica e diacono per forza, accanito fotografo, diventato ricco e famoso grazie ad un solo romanzo, bello ma indiscusso (tutto il resto della sua produzione è passata inosservata), ritraeva per scelta solo bambine dai corpi perfettamente formati, un’infanzia femminile, simbolo d’innocenza, senza prestare alcuna attenzione ai risvolti negativi che questo poteva fare e ancor peggio con il bene placido dei genitori, che erano entusiasti delle fotografie delle figlie ignude.
Il libro si compone di 127 pagine comprese lo scambio epistolare di Dodgson e le diciassette fotografie di bambine eseguite dal Diacono di Oxford, per cui si può leggere in pochissime ore e scoprire la strana vita di un personaggio così controverso che può essere definito un “Dr Jekyll e Mr Hyde”.
Camera oscura
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