Caos a Bruges
- Autore: Pieter Aspe
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2010
Pieter Aspe è uno scrittore fiammingo divenuto famoso grazie al successo editoriale del suo primo libro giallo, Il quadrato della vendetta. Ha esordito nel ’95 all’età di quarantadue anni, dopo aver svolto diversi lavori: fotografo, commerciante e impiegato. La popolarità fu immediata ed è legata alla figura del commissario di polizia Van In, il personaggio principale dei suoi romanzi. Pieter Aspe è nato e risiede a Bruges. La cittadina belga (uno splendido gioiello del nord Europa dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco) con i suoi canali e palazzi medioevali è il luogo dove si svolgono le indagini della squadra mobile speciale con a capo il burbero e irascibile commissario.
Definito dalla critica il nuovo Simenon, Aspe ha creato un personaggio dallo stile apparentemente classico, ironico e soprattutto anticonvenzionale. Un commissario senza regole e senza orari, dal pessimo carattere, eternamente fidanzato con Hannelore, la bella e insolente magistrato, e perennemente senza un soldo in tasca. Sotto il soprabito spiegazzato, con in testa la lobbia, ama indossare i suoi completi gessati fuori moda e le cravatte dai colori appariscenti. Nessuna indagine potrebbe essere svolta senza la collaborazione dell’instancabile brigadiere Versavel, suo fidato e acuto assistente, omosessuale e, diversamente da lui, elegante e distinto.
Van In inoltre ama bere la birra, talvolta senza mai smettere fino a barcollare per poter vincere quel suo congenito complesso di inferiorità che affiora ogni volta che deve sostenere il confronto con la bella Hannelore. Gli piace fumare, spesso dove è vietato; è convinto che la nicotina insieme alla caffeina possano rimettere in sesto un uomo, e apprezza le donne, come la sensuale prostituta Veronique. Lo si potrebbe definire un mascalzone ma è invece un uomo adorabile per quella sua smisurata timidezza che riesce a nascondere a tutti.
Nevicava e faceva molto freddo quella notte a Bruges, quando un turista tedesco Dietrich Fiedle viene ritrovato ferito a morte in strada. Morirà di lì a poche ore. Aveva trascorso la serata a bere in un locale nella zona del centro. Fiedle lavorava per uno dei maggiori tour operator in Europa, la società Kindermann. Bruges è la città più visitata delle Fiandre, vive di turismo e un incidente capitato ad un turista, per di più alle dipendenze di una grande azienda turistica, non è una cosa da poco. Ci si chiedeva se la sua morte fosse dovuta ad una caduta accidentale o fosse stato commesso un omicidio. La risposta non tarderà ad arrivare, il tedesco era morto per lesioni profonde alla testa, si tratta quindi un omicidio.
Fra gli oggetti che la vittima aveva con sé, c’è una foto color seppia della Madonna col Bambino. È la statua della Madonna di Michelangelo somigliante alla Pietà ed è custodita nella navata della Chiesa di Nostra Signora. È una delle opere più rappresentative di Bruges. Di lì a poco un rumore assordante scuoterà la città: la statua di bronzo di Guido Gezelle è stata fatta saltare in aria. È un attentato. Tutta Bruges è in subbuglio. Il primo cittadino, insieme alla Procura e agli alti dirigenti di polizia, ritiene che gli attentatori potrebbero far parte della comunità dei Valloni, da sempre in antitesi con quella fiamminga, ai quali il federalismo ha bloccato numerosi finanziamenti. Viene contattata la Sicurezza Nazionale e le indagini prendono una piega che non piace a Van In, terrorismo è la parola più sussurrata anche fra i poliziotti. Il nostro commissario suppone che qualcosa di misterioso sia legato alla storia della città e che qualcuno abbia volutamente depistato le indagini.
“Van In bighellonò ancora una decina di minuti per strada … lasciò che il freddo tagliente gli prenotasse fin nelle ossa e si gustò il dolore. Per lui la trafila era una rottura. Ne aveva abbastanza della burocrazia kafkiana che il suo mestiere gli imponeva. Pensò a un possibile diversivo … Il brillante lavoro d’investigazione per il quale i suoi superiori si erano congratulati con lui sette mesi prima gli sembrava ora così banale. L’unica consolazione rimaneva il fatto che loro erano un branco d’imbecilli e non se ne rendevano neanche conto.“
Caos a Bruges (Fazi, 2010) è un libro dalla lettura semplice, scorrevole e piacevole, a tratti irrispettoso e pungente, non privo di humour. Una trama ben costruita, che con un piccolo gioco di parti dei protagonisti riesce a coinvolgere e sorprendere il lettore, regalando un giallo ricco di suggestioni, ironia ed intelligenza. Una gradevole scoperta.
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