Cara Mathilda. Non vedo l’ora che l’uomo cammini
- Autore: Susanna Tamaro
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: San Paolo
Difendo strenuamente Susanna Tamaro, lo faccio da tanto tempo, dall’accusa di essere solamente una scrittrice commerciale. Il suo successo enorme ha scatenato invidie e mal di pancia ma la sua scrittura è vivissima.
"Non vedo l’ora che l’uomo cammini", pubblicato nel 1999 da San Paolo Edizioni, è composto da lettere che manda a Mathilda, personaggio immaginario, uscite in precedenza sul settimanale "Famiglia Cristiana", che raccontano di libri, di amicizia, di fedeltà; l’amore per la natura e il rispetto dell’ambiente. E poi riflessioni sulla morte e sulla vita, sulle stagioni, sulla ricerca di spiritualità.
Non necessariamente bisogna sposare il suo cristianesimo, l’autrice non cerca di fare proseliti, si capisce che è preoccupata di una società ormai allo sbando, dove conta solo quello che possiedi, non importa come è stato possibile accumulare soldi a scapito di quello che sei e di quello provi.
Molto belle le lettere che parlano del Natale, periodo in cui escono fuori solitudini e si scompigliano famiglie.
Poi la scrittrice triestina odia le generalizzazioni e non sopporta l’uso costante della parola "gente" e in merito a questo scrive:
"Personalmente io detesto la parola gente, al suo posto preferisco usare il termine Persona. Penso che la gente subisce e la persona agisce. Conosco e vedo intorno a me un mondo sempre più vasto di persone umiliate, di persone imbarazzate, di persone stufe di vivere in questo clima di insulto continuo dell’intelligenza e della civiltà."
Altro che scrittrice cheap, dozzinale. Il suo stile è cristallino, scrive di morale e di odio dell’individualismo e poi scrive di Dio. Ma non impone niente, non ha nessuna paura di essere inattuale. Incominciamo a rivalutare Susanna Tamaro.
Cara Mathilda, non vedo l'ora che l'uomo cammini
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