Cara Napoli
- Autore: Lorenzo Marone
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2018
Napoli ha continuato a dare molto all’Italia, all’ Europa e al mondo: essa esporta a centinaia i suoi scienziati, i suoi intellettuali, i suoi ricercatori, i suoi artisti, i suoi cineasti…Con generosità, certo. Ma anche per necessità. Mentre non riceve nulla, o pochissimo, da fuori. Fernand Braudel
Con le parole di Braudel, uno tra i maggiori storici francesi del ventesimo secolo, lo scrittore napoletano, Lorenzo Marone, apre la raccolta dei suoi articoli su Napoli, i Granelli, pubblicati su La Repubblica. Un libro dal titolo esplicativo, Cara Napoli (Feltrinelli, 2018), che racchiude in sole due parole l’amore per una città dalle mille culture, dalle bellezze nascoste e dai mille odori: dal pane appena sfornato al ragù che ribolle per ore, dalle sfogliatelle alla pastiera con l’essenza dei fiori d’arancio.
Un particolare e personale viaggio alla ricerca del colore della sua città per raccontare la sua terra piena di splendori ma anche di mancanze: fascino e magia, commedia e malavita, tanti saranno i volti di Napoli che incontreremo e millenaria la storia attraverso la sua cultura, la sua poesia, le sue tradizioni.
Lo sguardo sul golfo dalla terrazza di casa e i vicoli, le scale che sono tante, salite e discese, nelle passeggiate con il suo cane bassotto, divengono agli occhi di Marone scenari da riscoprire. Dal giallo del tufo dei Castelli al piperno, un tufo grigio presente nella zona vulcanica flegrea ed estratto dalla collina dei Camaldoli per le costruzioni abitative. Lungo le vie che portano dal Maschio Angioino ai Quartieri Spagnoli della metà del Cinquecento, da dove partì la ribellione all’Inquisizione spagnola.
Perché Napoli è una città silente, abulica, che spesso si fa i fatti suoi, indolente, ma quando arriva qualcuno da fuori che le vuole spiegare come vivere, allora si accende e sembra raccogliere l’energia del Vesuvio, come se anche il popolo avesse questo magma interiore pronto ad esplodere e a diventare lava.
Le mura che delimitano i rioni periferici con le loro piazze abbandonate e la Street Art italiana e internazionale che questi muri sgarrupati ospitano: San Gennaro nella piazzetta di Forcella e le icone di Andy Warhol, Amy Winehouse e la Madonna grigia con la pistola di Banksy. Dalla Stazione centrale di arrivo nel mezzo della città, grigia come il fumo di Londra alle stazioni museo della metropolitana, una delle più belle nel mondo. Dal litorale di Chiaia alla collina di Posillipo; dal nero di Gomorra alle luci delle vie eleganti dei Bastardi di Pizzofalcone, fino alla Napoli di Elena e Lila, le due protagoniste dei romanzi di Elena Ferrante.
La città dove Caravaggio si stabilì per alcuni anni, a quella narrata da Totò insieme a De Sica, alla Loren ed Eduardo, un luogo dove tutto sembrava essere più facile, alla città di oggi senza più ironia e buonumore. La Napoli costruita dai Greci, invasa dai Romani, dagli Ostrogoti e dai Bizantini, poi i Normanni e gli Svevi, quindi dagli Angioini, dagli Aragonesi, dagli Austriaci e i Borbone.
Perché Napoli è come un’ anziana donna che si porta appresso con difficoltà i suoi anni, una nobile in parte decaduta che se ne va in giro con un cappotto dimesso ma che ai lobi indossa degli orecchini di opale e all’anulare un bel diamante luminoso.
Una città che nasconde il suo antico splendore per la paura di essere depredata; nei vicoli le piccole botteghe degli artigiani che continuano ad amare il loro lavoro, e lo charme dei professori, uomini raffinati e colti che senza esserne di diritto sono da tutti rispettati e nelle loro case eleganti conservano con cura numerosi libri e riviste. Scrivere di Napoli non è facile, racconta l’autore, ed è proprio così. L’anima della città è da lui narrata attraverso i palazzi storici del centro, i personaggi bizzarri, le piccole strade, il cibo, i profumi nell’aria. Ci narra, in questi suoi brevi racconti, la storia di un popolo viscerale che diviene nei millenni un tutt’uno con i suoi vulcani; la sovranità di un popolo mai arreso alla precarietà e che ha continuato ad andare avanti con l’insegnamento degli avi, carpe diem. Cara Napoli è una lettura che incanta chi ama già questa città e chi vorrà nel tempo conoscerla.
Cara Napoli
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