Carillon
- Autore: Donato Cutolo
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2009
“C ’è un punto, Met, un punto nella vita in cui diventi grande, se perdi quell’attimo poi non cresci più. ”
“Carillon” è l’opera prima di Donato Cutolo, cui sono seguiti altri due splendidi progetti, Vimini nel 2012 e 19 Dicembre ’43 nel 2015. Parole, suoni, musica, passione. Anche qui. Già qui, in quella che, in virtù della sua stessa natura di prima scommessa, di primo traguardo, porta con sé la forza e l’originalità che le altre due opere possiedono in egual misura ma in un modo più definito e nitido, meno sfocato.
Qui c’è invece la forza dell’impatto e dell’esplosione. Le parole sono strette, concise, determinate e mostrano a tratti segni di sperimentazione linguistica. Si parla di altri tempi, diversi dal nostro tempo: passato, futuro o un tempo mai esistito. Cutolo ha il talento di proiettare immagini e catapultare il lettore in un quadro di cui definisce i contorni e i singoli particolari con impercettibili quanto curati tratti di pennello.
“Fino a che non accendi la luce non esiste niente. Dev’esserci qualcuno che si occupa ogni volta di mettere a posto la scena precisamente come la conosci, nell’attimo di un clic.”
Il romanzo ha la sua trama ma sembra essere, piuttosto, una raccolta di suggestioni. Questo libro bisogna conoscerlo anche come oggetto e leggere gli spazi vuoti tra i paragrafi che costringono il lettore a scriverci qualcosa dentro, quello che manca e che Cutolo ha scelto di far mancare.
Ciò che illumina questo lavoro di una luce abbagliante è, inevitabilmente, la musica che lo accompagna. Lentamente, ma già dal primo brano, ci si ritrova in una realtà altra. La lettura non riesce a distogliere l’attenzione dal poetico rumore dei tasti di una macchina da scrivere né, tanto meno, ci si può ritrarre dalla sensazione di ritrovarsi sui viali di Parigi in un sabato pomeriggio ascoltando il violino di un artista di strada sommerso dalle voci della folla e accompagnato dal suono di un carboncino che sfrega su un foglio per comporre una caricatura. Grammofoni, gocce, ingranaggi, suoni accoglienti e caldi come un balsamo per ammorbidire la pelle. Un pianoforte, un crescendo seguito dal ritmo di un battito cardiaco che chiude il brano 14.
“Felice. Gli anni non sono stati generosi con lui. La morte dei vecchi, la solitudine, il lavoro, il sonno. Ma ora è felice, e nulla può cambiare il corso delle cose. O meglio. Tutto sta cambiando. Stavolta. Per sempre.”
Il sottotitolo di “Carillon” è “Una storia d’amore”. Ognuno vi troverà la propria, come è giusto che sia, ma la più preziosa è forse quella raccontata nella “Biografia di un treno” in chiusura al volume. E’ la storia d’amore di un giovane uomo per la sua passione, per cui darebbe tutto, fino a svuotarsi. Cultura e vita, condivisione. La storia di un uomo che ha amato qualcosa e ne ha saputo prendere il meglio, curando il suo talento e scegliendo di trasformare il suo solitario rapporto con la musica in una storia da condividere con altri talenti e da donare a chi ne sa fare tesoro.
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