Il Carlismo è un movimento politico, sociale e dottrinale spagnolo di natura anti-liberale e anti-rivoluzionaria difensore delle rivendicazioni e dei diritti di Carlo Maria Isidoro di Borbone-Spagna (1788-1855), che nel 1830 fu privato della corona, quando suo fratello Ferdinando VII (1784-1833) decise di abrogare la legge semi-salica per permettere alla figlia Isabella (1830-1904) di salire sul trono.
Don Carlos era dichiaratamente fautore della monarchia tradizionale cattolica, qualche maligno lo definì "più cattolico dello stesso Papa e più monarchico del Re"; sdegnava il programma liberal-costituzionale propugnato dall’opposta fazione dei cristinos, guidati dalla vedova di Ferdinando VII, Maria Cristina di Borbone-Due Sicilie (1806-1878).
Un numero consistente di combattenti carlisti si concentrò in Navarra, regione che diede sempre i natali alla maggior parte dei miliziani: i requetés. L’origine del termine "requeté" è incerta, secondo alcuni deriverebbe da una battuta tra il grande generale carlista Tomás de Zumalacárregui e Imaz (1788-1835) e i suoi ufficiali: "Todo bien?" "Requetebien!" (cioè “arcibenone”). Stando ad altri, la parola "requeté" verrebbe dal suono dei tamburi carlisti e secondo un’ultima leggenda, "requetés" significherebbe “straccioni”, una tesi assai curiosa questa, poiché allo stesso modo, nel 1799, i legittimisti partenopei furono detti lazzaroni dagli intellettuali illuministi napoletani.
Anche nei Paesi Baschi i carlisti raccolsero molti seguaci tra i difensori delle antiche leggi: in questa zona le guerre carliste (chiamate anche Carlistadas) si legarono direttamente alla difesa dei vecchi diritti consuetudinari.
Don Carlos non volle accettare il colpo di mano dei liberali e il 1° ottobre 1833, dalla città portoghese di Abrantes, in cui si era ritirato, lanciò un manifesto con cui si proclamò Re delle Spagne col nome di Carlo V.
"Io non ambisco al trono" scrisse il monarca legittimo, "sono ben lontano dal desiderare beni caduchi; ma la sacralità, il rispetto e l’applicazione della legge fondamentale di successione e lo straordinario obbligo di difendere i diritti imperscrutabili dei miei figli e di tutti i miei amati consanguinei, mi obbligano a reggere e difendere la Corona di Spagna".
Il Carlismo, tuttavia, non rappresenta solo il banale prodotto di una contesa dinastica, si concretizzò invece lo scontro tra due concezioni opposte del Paese: la Spagna tradizionale, forale e cattolica contro una nuova Spagna moderna (e centralista), che aveva recepito il messaggio rivoluzionario dell’’89.
Il Carlismo è il tradizionalismo spagnolo: con Carlos si schierarono i veterani realistas che avevano lottato contro le truppe napoleoniche, quando il popolo aveva gridato: "Morte alla libertà e Viva Ferdinando", e soprattutto i combattenti che avevano assunto posizioni anti-liberali durante il Triennio Costituzionale (1820-1823). La contesa si tramutò in conflitto militare: nel corso del XIX secolo vi furono tre guerre che trovarono contrapposti i sostenitori di Don Carlos, i carlisti, e i liberali, appellati periodicamente cristini, isabellini, alfonsini.
Il mutamento arbitrario nella successione spagnola generò un’infinita serie di guai e quasi immediatamente la misura fu colma: le province settentrionali, la già citata Navarra, l’Aragona e la Biscaglia, si mostrarono fedeli a Don Carlos e si ribellarono al governo centrale. Come è sempre negli scontri fratricidi, la prima guerra carlista (1833-1840) fu segnata da ogni sorta di orrori (e non meno cruente furono le successive); lo scrittore Theo Aronson (1929-2003) in Royal Vendetta. The Crown of Spain 1829-1965 (1966) nota che nella Spagna, a lungo afflitta dalle guerre civili, tutte le fazioni si macchiarono di episodi barbari.
Le conseguenze della prima guerra carlista andarono ben oltre i confini spagnoli e accanto alle potenze europee presero posizione anche i paesi italiani: a favore di Carlos si schierarono apertamente il Regno delle Due Sicilie e quello di Sardegna, ma è soprattutto interessante la mobilitazione di singoli gruppi di individui in un’ottica internazionale.
Ne seguì un secondo conflitto carlista (1846-1849) suscitato da Carlo VI (1818-1861), figlio di Carlo V; mentre l’ultima Carlistada (1872-1876) fu combattuta da Carlo VII (1848-1909), nipote di Carlo VI, in opposizione prima ad Amedeo di Savoia (1845-1890), poi contro i repubblicani e infine contro Alfonso XII (1857-1885).
Il Carlismo non divenne mai un partito politico come gli altri presenti in Spagna, e i suoi aderenti evitarono accuratamente di far credere che lo fosse: esso è infatti una comunità ideale, in cui il Re è un servitore della dottrina.
Formazioni carliste combatterono a fianco di Franco nella guerra civile spagnola (1936-1939) e – seppur con una serie di contrasti che qui non ci è possibile sintetizzare – con il Decreto di Unificazione del 19 aprile 1937 la carlista Comunión Tradicionalista fu fusa alla Falange Española de las Juntas de Ofensiva Nacional Sindicalista (FE de las JONS) dando vita alla Falange Española Tradicionalista y de las Juntas de Ofensiva Nacional Sindicalista (FET y de las JONS).
Sintesi politica del Carlismo è il motto: "Dios, Patria, Fueros, Rey". Esistono diverse versioni di questa formula, ma "Dio, Patria, Fueros e Re", con le quattro parole in quest’esatto ordine, è la più esemplare, poiché pospone il monarca alle autonomie tradizionali, vincolandolo a rispettarle: storicamente, le comunità locali hanno delegato il potere al re, non il contrario.
Il termine “fuero” deriva dal latino "forum" (foro). I fueros sono le antiche autonomie locali amministrative ed economiche spagnole risalenti all’epoca della Reconquista che, con il passare dei secoli, si sono adattate alle nuove divisioni amministrativo-territoriali delle Spagne: tale concetto fu sempre inteso come “libertà tradizionale”, escludendo categoricamente ogni lettura secessionista o etno-nazionalista.
Il Carlismo è la massima espressione del legittimismo, e i suoi seguaci hanno sempre mostrato di avere una visione globale della politica (tesa a ricostruire l’impero universale ispanico). Quando nel Meridione d’Italia infuriava il brigantaggio, alcuni ufficiali carlisti vennero in aiuto dei lealisti borbonici con la speranza di disciplinare le bande già formatesi sul territorio.
Viceversa, non pochi furono gli italiani che durante la terza guerra carlista partirono per le Spagne in difesa del legittimo sovrano, erano gli sconfitti del Risorgimento.
Uno di questi uomini ci ha lasciato un resoconto anonimo, ma molto importante, di una sua missione: Al campo di Don Carlos. Memorie di un carlista italiano (Ancora, Bologna 1874).
Il piccolo volume, datato "Dalla frontiera francese il gennaio 1874", si apre proprio con una riflessione sulla trasversalità del Carlismo:
"Un carlista italiano! Ecco una nuova stravaganza di questi eterni nemici del progresso e della libertà che sono questi maledetti clericali, cosa vuol dire carlista italiano? Datevi pace, amico mio liberale. La ragione è chiara. Che vuol dire carlista spagnuolo? Il carlista in Ispagna è il difensore del principio monarchico, nazionale, legittimo, incarnato nella giovane persona di re Carlo VII; e che non vi sono forse principi monarchici, legittimi e veramente nazionali da difendere anche in Italia?»
E carlisti italiani poterono meritatamente chiamarsi quei cattolici che scelsero di aiutare i loro correligionari a difendere una causa che «in fin dei fini a Roma ed a Parigi è la stessa che a Madrid".
Uguali erano i principii per cui battersi, spiegò il misterioso combattente italico che visitò l’accampamento di Don Carlos:
"La croce da un lato, la spada dall’altra e nel mezzo il rappresentante della prima, della più sacra delle libertà vere, la libertà comunale, centro e focolare di nobili sentimenti e di vera grandezza, e noi italiani ne sappiamo qualche cosa. Al disopra di quest’ordine, semplice, ammirabilmente stretto e compatto nel suo discentramento stesso, la figura maestosa e sublime del re, questo rappresentante supremo dell’autorità che viene da Dio".
[Immagine: fotografia di Carlo VII e sua moglie Berta de Rohan a Napoli nel dicembre del 1908, collezione dell’autore.]
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il Carlismo, ossia il tradizionalismo spagnolo
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Significato di parole, proverbi e modi di dire Francisco Elías de Tejada y Spínola
Lascia il tuo commento