Caro Pier Paolo
- Autore: Dacia Maraini
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2022
Nel volume Caro Pier Paolo (Neri Pozza 2022, collana Bloom) di Dacia Maraini, la grande autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie, saggi e narrazioni autobiografiche, tradotti in oltre venti Paesi, ricorda la sua amicizia con Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975) poeta, sceneggiatore, attore, regista, scrittore e drammaturgo, nel centenario della sua nascita.
Neri Pozza ha inaugurato la sua collana di podcast di storie a puntate, con questo volume del podcast Caro Pier Paolo, in cui Dacia Maraini legge tre lettere tratte dal testo. Come tutti gli altri podcast è scaricabile gratuitamente da Spreaker, Spotify, Apple podcast e sulle principali piattaforme di streaming.
“Caro Pier Paolo, i ricordi saltano come cavallette. Sembravano corpi morti, e invece eccoli vivi e vegeti, che si agitano per farsi sentire e vedere”.
Dacia Maraini e Pier Paolo Pasolini, due scrittori che hanno segnato il nostro tempo, il primo morto in circostanze ancora oscure, la seconda con le sue opere testimone instancabile, lucida e curiosa del passato e dei nostri anni incerti, ritratti insieme, giovani, in un giorno d’estate nella fotografia che fa da copertina a un libro denso di ricordi, come i tanti viaggi compiuti in Africa, e di riflessioni.
“È morto un grande poeta. Di poeti come Pasolini ne nasce uno ogni secolo”, la voce addolorata e indignata di Alberto Moravia si levava forte e chiara il giorno dei funerali di PPP a Roma, con Campo dei Fiori affollata di persone. Era stato perpetrato il delitto di un poeta, dell’intellettuale più discusso, amato e criticato del Novecento, perché un poeta è anche una voce pubblica, una voce capace di narrare le angosce personali e sociali di un’epoca, finendo per colpire, attraverso le sue parole, il potere e quindi trasformarsi in un pericolo pubblico.
Pier Paolo Pasolini, un uomo mite, che nella sua vita privata, nel rapporto con gli amici, era un uomo paziente, docile, mansueto. Ma la gente aveva di Pasolini un’idea diversa. Era visto come una persona rancorosa, rigida, feroce nelle sue indignazioni e nelle sue ire ideologiche, ma questo era vero solo quando Pasolini scriveva o prendeva parte a un discorso pubblico.
“Tu volevi provocare ed eri bravissimo a suscitare collere, irritazioni e reazioni rabbiose. Eri contento quando riuscivi ad accendere furie viscerali e urgenti voglie di vendetta”.
Un fiume di ricordi e pensieri scaturiscono nelle pagine di questo libro, che contiene una serie di lettere che l’autrice scrive al suo amico scomparso, che appare spesso nei suoi sogni, un autore scomodo che attirava la rabbia e l’ira dei benpensanti, (anche quella dei giovani rivoluzionari del Sessantotto), avendo ricevuto più di ottanta denunce, tutte violente, ingiuste, persecutorie, accusato di oscenità, di offesa alla religione, di perversione, di corruzione di minorenni.
A quasi cinquant’anni dalla morte, Dacia Maraini nel sonno trova ancora il modo di ricordare e vedere PPP, che appare fermo nel tempo, come quel giovane cinquantenne “profeta sottile” dal corpo agile, sportivo, la faccia seria, non imbronciata, ma pensosa, lo sguardo sognante, il passo deciso e sempre pronto a correre, che l’autrice aveva conosciuto negli anni Sessanta e Settanta, quando gli intellettuali e gli artisti che gravitavano nella Capitale si ritrovavano a Piazza del Popolo, al bar Rosati o al ristorante La Campana, o da Gigetto al Portico d’Ottavia, per provare la gioia di incontrarsi e raccontarsi.
Fondamentali per PPP alcune figure femminili, iniziando dalla insostituibile madre Susanna, alla quale l’intellettuale dedicò una “amara e bellissima poesia” intitolata Supplica a mia madre, la giovane cugina Graziella Cerami, che preparava amorevolmente i cibi adatti allo stomaco recalcitrante di Pasolini sofferente di ulcera, causata da una forte ansia. Inoltre Pasolini aveva delle grandi amicizie femminili: Elsa Morante con la quale lo scrittore aveva vissuto un legame fervido e appassionato, citando anche l’amore per Laura Betti e Maria Callas, “purché il sesso rimanesse chiuso fuori dalla porta sacra del tuo corpo”.
Ma il ricordo più struggente è quello legato al mare di Sabaudia, dove Dacia Maraini, Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini avevano affittato una casa, Villa Antonelli, alla fine degli anni Sessanta con quelle dune bellissime e selvagge.
“Ora che sei in pace e cammini sulle dune celesti, non credi di potermi dare ragione? Ho in mente una bellissima fotografia di te, solitario come al solito, che cammini, no forse corri, sui dossi di Sabaudia, con il vento che ti fa svolazzare un cappotto leggero sulle gambe”.
Caro Pier Paolo
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