Caro signor M.
- Autore: Herman Koch
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2015
Lo scrittore olandese Herman Koch deve la sua fama internazionale al romanzo “La cena”, divenuto un film e molto tradotto. L’autore ne ha scritti parecchi altri, tutti diversi, tutti ugualmente inquietanti.
“Caro signor M.”, il suo ultimo libro pubblicato da Neri Pozza, ha un’architettura complessa, una serie di storie che si intersecano in luoghi e tempi diversi, ma nonostante ciò l’autore riesce a tenerci incollati alla pagina fino alla conclusione del libro, lungo, talvolta un po’ troppo pieno di digressioni, ma nella sostanza molto ben costruito.
M. è uno scrittore celebre, ormai ottantenne, la cui fama è legata soprattutto ad un libro divenuto un bestseller, La resa dei conti, nel quale viene ricostruito un fatto di cronaca avvenuto molti anni prima: due ragazzi, studenti al liceo Spinoza, molto innamorati, durante un soggiorno in Zelanda nella casa di famiglia di Laura, avevano ricevuto l’inaspettata e sgradita visita del professore di storia, Jan Landzaat, con il quale la ragazza aveva avuto una breve intensa relazione per ingelosire Herman. Ora il professore, ossessionato dalla ragazza e disperato per il suo abbandono, vorrebbe riallacciare o comunque essere perdonato da lei, ma un’improvvisa nevicata e la batteria scarica dell’auto gli impediscono di ripartire per Parigi, come diceva di aver programmato. Herman lo accompagna dunque nel più vicino paese, in cerca di un meccanico, ma al suo ritorno il ragazzo è solo. Il professore è scomparso e di lui non si troverà più traccia. I due giovani vengono rilasciati dalla polizia per mancanza di prove della loro presunta colpevolezza e intorno a questa vicenda oscura lo scrittore ha costruito il suo romanzo.
Ma c’è qualcuno che non crede alla ricostruzione fatta nel romanzo dall’autore, convinto della colpevolezza di Herman e Laura, e che lo insegue, lo osserva, lo controlla e lo costringerà ad una vera resa dei conti.
La storia è complicata, piena di colpi di scena, di flashback, di lunghe descrizioni di ambienti e rapporti interpersonali che non sempre appaiono integrabili al resto del racconto, ma che alla fine trovano la loro ragione d’essere. La parte più originale del libro è quella in cui vengono descritti la scuola, gli insegnanti e i rapporti spesso malsani con gli allievi. Herman è un ragazzo stravagante, ossessionato dalle immagini che riprende con la sua piccola telecamera, convinto di leggere la realtà più profonda negli sguardi delle persone che riprende in situazioni critiche: la morìa degli insegnanti, così si intitola il primo capitolo del libro, ci descrive appunto la strana evenienza che porta alla morte numerosi docenti del liceo di Amsterdam in cui parte della storia è ambientata, in situazioni, luoghi e modalità differenti. I ragazzi sono descritti come giovani mostri, crudeli, talvolta sadici: Laura dopo aver accettato il rapporto con Jan lo denuncerà alla moglie nascondendo un suo orecchino nel bagno; le compagne, Stella, Miriam, i compagni, David, Lodewijk, Ron, Michael, formano una sorta di coro greco intorno ai due protagonisti, Herman, magrissimo, dai denti storti e dal carattere misterioso, e Laura, bellissima, legata ad Herman da una profonda complicità.
Come negli altri suoi libri, Koch affonda il bisturi nelle parti più malate della società olandese, senza sconti per nessuno: non si salvano le famiglie, le coppie, il corpo insegnante, il mondo dell’editoria, quello del giornalismo: per tutti Koch ha un punto di vista severo, una condanna morale appena accennata ma più spesso esplicitata nelle trame che intesse. Ansia e inquietudine sono le parole chiave di questo libro, nel quale il lettore si immerge e dal quale esce con una sorta di malcelata malinconia.
Caro signor M.
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