La Casa Museo Luigi Pirandello è situata a Roma, all’ultimo piano di un villino liberty nei pressi di Villa Torlonia in Via Antonio Bosio 13/b, un’elegante e silenziosa stradina a senso unico che termina su Via Nomentana e custodisce la memoria di un grande italiano.
Per celebrare i 150 anni dalla nascita di Luigi Pirandello (Girgenti, 28 giugno 1867 - Roma, 10 dicembre 1936) insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1934, presso la sede della Casa Museo del drammaturgo e nel vicino Teatro della limitrofa Villa Torlonia, è stata inaugurata una mostra-storico didattica intitolata Il Caso Pirandello (23 novembre 2017 - 14 gennaio 2018, ingresso libero, giovedì, venerdì, sabato: 10-13, 15-18, domenica: 10-16).
La mostra, curata da Paolo Petroni e Claudio Strinati, propone all’attenzione del pubblico un insolito percorso biografico, artistico e personale, con immagini spesso inedite, oggetti e momenti di vita quotidiana, che, insieme alle opere dell’artista siciliano e alla sua voce, abitano nei suoi luoghi e lo raccontano. Si possono così ascoltare le parole di Luigi Pirandello in una delle poche registrazioni rimaste, o vederlo in alcuni filmati rarissimi come quello della premiazione del Nobel a Stoccolma nel 1934. Il visitatore ha modo di scoprire le faccende di famiglia e le passioni private e intanto seguire l’attività di Pirandello scrittore attraverso preziosi documenti autografi, e quella di autore teatrale, soffermandosi sull’importante stagione delle riletture moderne della Compagnia dei Giovani, di cui si espongono i costumi di scena.
Tra le particolarità della mostra, Luigi Pirandello pittore, con 12 suoi dipinti originali, rarissimi da vedere, e altre opere grafiche, fra il Teatro di Villa Torlonia e la Casa Museo. In via Bosio invece s’incontrano l’artista e l’uomo mediante lettere, manoscritti, opere teatrali e narrative, la biblioteca privata di circa 2000 volumi, il diploma del Nobel, gli abiti e gli arredi. Fino alla coinvolgente installazione virtuale, creata per l’occasione, che animerà lo studio di Pirandello: spazio suggestivo popolato dai suoi indimenticabili personaggi.
La Casa-Museo è l’unica dimora abitata dall’artista che rechi tracce originali del suo passaggio. Nello stesso villino Luigi Pirandello abitò con la famiglia prima al piano rialzato negli anni 1913-1918 e, negli anni di permanenza all’ultimo piano (1933-1936), l’attuale Casa Museo. Quando ricevette la notizia del conferimento del Premio Nobel, suo figlio Stefano abitava al piano inferiore. La villa è passata alla storia come Villa Pirandello. Dal 1961, con la fondazione dell’Istituto di Studi Pirandelliani, tutto il patrimonio donato dagli eredi Pirandello allo Stato italiano è tutelato, valorizzato e fruibile al pubblico di studiosi e turisti. Gli archivi (manoscritti autografi, carteggi e altri documenti, fotografie d’epoca), la già citata biblioteca personale di Luigi Pirandello, i quadri alle pareti opera del figlio Fausto e di Pasquarosa Bertoletti, la targa del Premio Nobel, la divisa della Reale Accademia d’Italia, la macchina per scrivere portatile, un archivio di foto d’epoca, numerosi oggetti d’arte (doni di Gabriele d’Annunzio), il mobilio, varie suppellettili e il guardaroba personale di Luigi Pirandello, ne fanno parte.
La casa è composta di un grande salone-studio, una stanza da letto dalle linee essenziali, dove Pirandello morì nel dicembre del 1936, e un grande terrazzo. Nella camera di Pirandello si notano all’interno dell’armadio la divisa della Reale Accademia d’Italia con feluca e spadino, su una sedia un cappello Borsalino e ai piedi del letto le pantofole usate del drammaturgo. Dal piccolo terrazzo allora si potevano scorgere i pini secolari di Villa Torlonia. Il salone, oltre ad essere il luogo della creazione e della scrittura, era anche luogo di conversazione e ritrovo, il divano e le poltrone accoglievano gli incontri di Pirandello con i famigliari e le personalità a lui vicine; ricordiamo i nomi di Silvio D’Amico, Massimo Bontempelli e Eduardo De Filippo. L’arredo dell’abitazione è quello originale e risale al 1933, quando lo scrittore si trasferì in via Bosio dopo gli anni trascorsi a Berlino e Parigi. Parte della mobilia, in stile fiorentino, risale al 1901 e proviene da precedenti abitazioni di Pirandello: una scrivania, due librerie a vetrine, due sedie Savonarola. Acquisti successivi furono invece il grande divano, le poltrone, una seconda scrivania, alcune scaffalature e l’intera stanza da letto.
Due anni dopo la morte di Luigi Pirandello, nel 1938, i tre figli, Stefano, Lietta e Fausto, donarono allo Stato italiano tutto quello che si conservava nell’appartamento. Molti anni dopo la donazione, nel 1961, per tutelare e promuovere il patrimonio, un gruppo d’intellettuali decise di fondare nella Casa Museo di Luigi Pirandello l’Istituto di Studi Pirandelliani e sul Teatro Contemporaneo.
Usciti dal villino liberty l’albero di bougainvillea che si trova nel cortile del palazzo, sembra salutarci. In questa fredda mattina di tardo autunno e inizio inverno, i profumi e i colori della Sicilia appaiono lontani.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Casa Museo Luigi Pirandello: una mostra celebra l’anniversario della nascita del Premio Nobel
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