Casa di bambola
- Autore: Henrik Ibsen
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
Dramma appartenente alla cosiddetta fase ’moderna’ della drammaturgia ibseniana, in questo contesto rappresenta il secondo lavoro, "Casa di bambola" è diviso in tre atti e risale all’anno 1879.
Opera molto legata ai concetti teorici del movimento femminista, è tra le più celebri di Henrik Ibsen, se non la più famosa in assoluto.
Nora, moglie dell’avvocato Helmer, in un recente passato aveva richiesto, senza rivelarlo al marito, una somma in prestito a Krogstad, per poter guarire il marito stesso, apponendo però -di proprio pugno- la firma falsa del padre.
Ma Nora non è mai stata in grado di rimborsare il prestito a Krogstad. Nel frattempo Helmer riceve la nomina a direttore di banca. Tutto sembra quindi, almeno economicamente, andare per il meglio.
Invece il caso vuole che lo stesso Krogstad sia impiegato presso la banca di Helmer, e che incominci a ricattare Nora, per il prestito con firma falsa, allo scopo di ottenere una promozione dal marito.
Helmer non ha, tuttavia, nemmeno minimamente Krogstad tra le proprie grazie, anzi vorrebbe licenziarlo per diversi motivi.
Quando Helmer viene a conoscenza del prestito e della, per così dire, truffa, pensa solo a se stesso, ignora la buona fede del gesto della donna e la rimprovera decisamente.
Nora rimane profondamente delusa dal comportamento del marito e dalla sua mancanza di riconoscenza.
Krogstad rinuncerà al ricatto, ma, nonostante questo, Nora abbandona la sua casa, il marito e i figli, affranta e distrutta dalla vicenda e dal suo epilogo.
Una pietra miliare della drammaturgia di ogni tempo.
Grandissimo successo di pubblico negli anni, anche se a lungo osteggiato da una certa corrente di critica.
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Molto bella l’opera e curata anche la recensione, ma mi permetto di osservare che Nora, la donna bambina e poi la paladina del femminismo cambia il suo atteggiamento un po’troppo rapidamente e manifesta una rigidità di pensiero che fa pensare più a un capriccio che a una riflessione matura, mentre il marito nell’ultima scena appare ingenuo
I due si scambiano le loro insicurezze reciproche. Ibsen lasxcia il finale aperto ed è il lettore o lo spettatore che deve interpretarlo.
Un ottimo classico da riscoprire senza ideologie.