"Semi" è la nuova collana editoriale della casa editrice milanese Nottetempo, nata dall’idea di raccogliere pensieri, idee e proposte di filosofi e pensatori. Al suo interno, piccoli libri che contengono riflessioni attorno a quello che sta accadendo e su come si può immaginare il mondo a venire dopo l’emergenza Covid-19, che ha sconvolto le nostre esistenze.
La collana è composta da ebook gratuiti, in modo che possa essere ancora più facile condividere e far circolare le riflessioni contenute, spunti che come semi possono germogliare.
La cadenza di pubblicazione è settimanale e, per ora, i titoli disponibili sono quattro:
- Insegnare (e vivere) ai tempi del virus di Federico Bertoni
- Le case che saremo. Abitare dopo il lockdown di Luca Molinari
- Piccolo manifesto in tempi di pandemia di Collectif Malgé Tour
- Dopo il Covid-19. Punti per una discussione di Leonardo Caffo
La case che saremo. Abitare dopo il lockdown di Luca Molinari
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In Le case che saremo (2020, pp. 26), il critico e docente d’architettura Luca Molinari sintetizza ai lettori come “Abitare dopo il lockdown”, come recita il sottotitolo del volumetto.
La sera di lunedì 9 marzo il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte annuncia agli italiani che “purtroppo tempo non ce n’è”, perché l’epidemia causata dal Covid-19 sta causando troppi malati e, quel che è peggio, troppi morti. Dal 10 marzo, quindi, un nuovo decreto stabilisce il lockdown: l’Italia si chiude e si ferma, tranne i servizi essenziali.
Il giorno dopo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità sentenzia con precisione chirurgica quello che già si temeva e si era intuito: è pandemia. Gli italiani adesso hanno come orizzonte la casa di fronte e cercano di abituarsi e accontentarsi di vedere quel poco spazio che si osserva dalle finestre e dai balconi di casa. Chiusi nelle loro abitazioni, gli italiani aspettano, scoprendo, dopotutto, di aver una buona dose di pazienza, e scoprendosi una comunità. Un sacrificio indispensabile quello di rimanere in casa, che ha portato a un nuovo slogan:
“distanti oggi per abbracciarci con più calore e correre più veloci domani”.
La casa in questi giorni è diventata un micromondo in cui siamo obbligati a stare e di cui ci stiamo prendendo cura come mai era accaduto prima. Anzi, la nostra casa è diventata un labirinto della mente, che prima era quasi totalmente assorbita dalla vita in quelle città che “oggi possiamo solo guardare dalla scena fissa della nostra finestra”, sottolinea Molinari.
Le nostre città sono deserte, quasi nessuna automobile in circolazione e i luoghi che non ci vedono più passeggiare sono attraversati da quei fantasmi che solitamente non guardiamo nemmeno: i migranti senza permesso, i senzatetto, i ragazzi dei servizi di delivery e tutte quelle persone che in silenzio devono far funzionare la città in quarantena. Osserviamo le nostre città straordinariamente vuote e silenziose e cerchiamo di immaginare che i nostri balconi diventino ideali ponti capaci di connettere un palazzo con l’altro e che le nostre finestre siano spazi da abitare, come
“confessionali aperti sul mondo prospiciente e osservatori da cui scrutare il cielo”.
Ecco come abitare il lockdown: aspettando la ripartenza, le finestre, i balconi e le porte, rimaste fino a ora la scena fissa del nostro sguardo sul mondo esterno, possono diventare lo spazio di partenza per un nuovo progetto urbano ed esistenziale. Una sfida che deve essere colta dall’architettura e dall’urbanistica per ideare nuovi modelli futuri.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: "Le case che saremo" di Luca Molinari nella nuova collana gratuita Nottetempo
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