Vi siete mai chiesti perché una casa editrice si chiami proprio così? Insomma, perché Einaudi si chiami Einaudi e Adelphi Adelphi? Cosa simboleggi un nome come La nave di Teseo, da dove derivi Guanda, o cosa voglia dire UTET?
Spesso le case editrici prendono il nome dal loro fondatore, ma a volte vengono battezzate in modo originale e inatteso: ecco un elenco di alcune tra le più famose case editrici italiane (o quelle con il nome più curioso) e del perché si chiamano così.
Le case editrici che prendono il nome dai fondatori
Alcune tra le più famose case editrici italiane prendono nome direttamente dai loro fondatori. Battezzare la propria impresa con il proprio cognome è tra le scelte più diffuse, almeno fino a un certo periodo storico: di seguito trovate un elenco, in ordine cronologico, di alcune tra le più famose case editrici novecentesche (e non solo) che prendono il nome dai propri fondatori.
- Sonzogno: fondata nel 1804 da Giovan Battista Sonzogno
- Zanichelli: fondata nel 1859 da Nicola Zanichelli
- Salani: fondata nel 1862 da Adriano Salani
- Hoepli: fondata nel 1870 da Ulrico Hoepli
- Leo S. Olschki: fondata nel 1886 da Leo Samuele Olschki
- Baldini e Castoldi: fondata nel 1897 da Ettore Baldini e Antenore Castoldi
- Laterza: fondata nel 1901 da Giovanni Laterza
- De Agostini: fondata nel 1901 da Giovanni De Agostini
- Mondadori: fondata nel 1907 da Arnoldo Mondadori
- Rizzoli: fondata nel 1927 da Angelo Rizzoli
- Bompiani: fondata nel 1929 da Valentino Bompiani
- Guanda: fondata nel 1932 da Ugo Guanda
- Einaudi: fondata nel 1933 da Giulio Einaudi
- Garzanti: fondata da Aldo Garzanti nel 1938, con l’acquisto della Fratelli Treves Editori
- Longanesi: fondata nel 1946 da Leo Longanesi
- Neri Pozza: fondata nel 1946 da Neri Pozza
- Feltrinelli: fondata nel 1954 da Giangiacomo Feltrinelli
- Mursia: fondata nel 1955 da Ugo Mursia
- Bollati Boringhieri: fondata nel 1957 da Paolo Boringhieri; nel 1987 Giulio Bollati ne diventa amministratore delegato
- Sellerio: fondata nel 1969 da Elvira ed Enzo Sellerio
- Carocci: fondata nel 1980 da Giovanni Carocci
- Raffaello Cortina Editore: fondata nel 1980 da Raffaello Cortina
- Marcos y Marcos: fondata nel 1981 da Marco Franza e Marco Zapparoli
- Piemme: fondata nel 1982 da Pietro Marietti
- Castelvecchi: fondata nel 1993 da Alberto Castelvecchi
- Fazi: fondata nel 1994 da Elido Fazi
I nomi delle case editrici che sono acronimi
In altri casi, invece, si è scelto di battezzare la casa editrice con un acronimo. È il caso di:
- UTET: Unione Tipografico-Editrice Torinese, fondata nel nel 1854 sull’attività dei Fratelli Pomba.
- TEA: Tascabili degli Editori Associati, fondata nel 1987
- SEM: Società Editrice Milanese, fondata nel 2016
Anche la collana Rizzoli BUR, tra le più note e longeve della casa editrice (è stata inaugurata nel 1949 su idea di Luigi Rusca), è stata nominata con questo meccanismo: BUR sta per Biblioteca Universale Rizzoli.
Case editrici: nomi simbolici, giochi di parole e altro
Esistono infine altri casi decisamente più curiosi, in cui il nome della casa editrice fa riferimento simbolico all’idea che ne ispira il catalogo, alle origini dell’impresa, o ad altro ancora. Tra le case editrici che hanno scelto questa terza via di battesimo, si trovano:
- Adelphi: fondata nel 1962 da Luciano Foà e Roberto Olivetti, su ispirazione di Roberto Bazlen. Il nome significa "fratelli" in greco e fa riferimento alla comunanza d’intenti tra i suoi soci fondatori, ma anche alla concezione adelphiana di libro come "libro unico": il catalogo della casa editrice si presenta, nelle parole di Roberto Calasso, come un "lungo serpente di pagine", un libro composto di un insieme di libri-capitoli, apparentemente sconnessi e in realtà strettamente legati tra loro. Il logo della casa editrice è invece l’antico pittogramma cinese della luna nuova, che simboleggia la continua morte e rinascita.
- il Saggiatore: fondata nel 1958 da Alberto Mondadori. Il nome previsto originariamente per la casa editrice era il Sagittario, di cui resta oggi traccia nel logo. Per evitare una vertenza legale con l’editore Ceschina, che al Sagittario aveva intitolato una sua collana, Alberto Mondadori è costretto a pensare a un altro termine con cui battezzare l’impresa nascente: sceglie il Saggiatore, come tributo all’opera di Galileo Galilei, simbolo di indagine e libertà di pensiero, e al Montaigne degli Essais, che "scriveva per saggiarsi, non per risolversi". Inizialmente, maiuscole e minuscole oscillano, ma dal 1967 la forma del nome si stabilizza con la i minuscola e la S maiuscola.
- E/O: fondate nel 1979 da Sandro Ferri e Sandra Ozzola, le Edizioni e/o si pongono come obiettivo di creare ponti tra le frontiere letterarie e stimolare il dialogo tra le diverse culture. A questo intento fanno riferimento il nome della casa editrice e il suo logo: "e/o" sta per "e/oppure", ma anche per "est/ovest"; la cicogna è l’uccello migratore per eccellenza.
- Iperborea: fondata nel 1987 da Emilia Lodigiani, nasce con l’intento di portare in Italia la letteratura nord-europea. Il nome deriva dalla lontanissima terra nordica delle leggende, patria del mitico popolo degli Iperborei illuminata dal sole per sei mesi all’anno.
- Marsilio: fondata nel 1961, la casa editrice Marsilio deve il suo nome a Marsilio da Padova, il filosofo del XIV, pensatore e giurista ghibellino. Il progetto iniziale della casa editrice coincide con l’intento di offrire gli strumenti necessari per definire l’Italia negli anni della sua fondazione, con particolare interesse ad architettura, sociologia, cinema e psicologia.
- La nave di Teseo: fondata nel 2015 da Umberto Eco, Elisabetta Sgarbi, Mario Andreose, Eugenio Lio e altri scrittori italiani in rotta con la casa editrice Bompiani. A Umberto Eco si deve anche il nome della casa editrice, ispirato a un passo delle Vite parallele di Plutarco, in cui il biografo greco racconta il continuo lavoro di sostituzione fatto dagli ateniesi sul vascello di Teseo: ogni pezzo deteriorato veniva subito cambiato con uno nuovo, finché della nave originaria non rimase più nulla. Il nome fa così riferimento alla volontà di separarsi dalla Bompiani, creando una realtà che in qualche modo potesse somigliarle, ma che fosse allo stesso tempo completamente nuova.
- il Mulino: costituita nel 1954, deve il suo nome a un’omonima rivista, promossa dagli stessi intellettuali che animeranno la casa editrice. Il suo obiettivo è quello di contribuire allo sviluppo e allo svecchiamento della cultura italiana.
- Lindau: fondata nel 1989, Lindau fa col suo nome riferimento a una piccola città su un’isola nel lago di Costanza, snodo commerciale di fondamentale importanza che con Federico II ottenne il diritto di fortificarsi e lo statuto di "città libera". Alle sue libertà e operosità si ispira la casa editrice.
- Giuntina: fondata nel 1980 da Daniel Vogelmann, la casa editrice vanta alle sue spalle una tradizione tipografica antica, che risale a inizio Novecento (con Leo S. Olschki e Schulim Vogelmann). Alla tradizione tipografica fiorentina deve il suo nome: con giuntina si indicava una delle edizioni di pregio dei tipografi-editori Giunta (o Giunti), attivi tra XV e XVII secolo. Il suo simbolo è la lettera Gimel dell’alfabeto ebraico.
- NNEditore: fondata nel 2015 da Eugenia Dubini e Alberto Dibba, la casa editrice NN deve il suo nome all’acronimo latino di "Nomen nescio", che significa letteralmente "non nominato, sconosciuto", e che fino al 1975 era riportato sulla carta d’identità dei figli di padre ignoto. Nessuno fa però anche riferimento a Ulisse, che proprio grazie a questo nome riuscì a sconfiggere i Cicolpi - e, non a caso, in un libro.
- minimum fax: fondata nel 1994 da Daniele di Gennaro e Marco Cassini, minimum fax nasce in realtà come rivista diffusa via fax negli uffici, nelle università, nelle scuole e nei circoli. Il nome nasce dal gioco di parole con la minimum tax, una tassa al centro del dibattito politico-economico tra il 1992 e il 1994.
- Voland: fondata a dicembre del 1994 (i primi tre libri usciranno ad aprile del 1995), la casa editrice Voland nasce con l’intento di portare in Italia la letteratura slava. L’interesse per quest’area geografica è ribadito dal nome scelto: Voland (Woland) è tratto dal romanzo Il maestro e Margherita di Bulgakov.
- Nutrimenti: fondata nel 2001 (la presentazione del primo libro segue di soli dieci giorni l’attentato alle Torri Gemelle), vuole ribadire l’importanza dei libri come guida preziosa, necessaria ed essenziale per orientarsi nel presente. Da qui deriva il nome della casa editrice: un libro è, appunto, nutrimento.
- La Nuova Frontiera: fondata nel 2002, la casa editrice porta inscritta nel nome la propria ricerca editoriale, animata da un’insaziabile curiosità. Nata con la volontà di concentrarsi sull’area geografica-linguistica legata a spagnolo, portoghese e catalano, oggi estende le proprie pubblicazioni al di là di queste barriere linguistiche.
- 66thand2nd: fondata a Roma nel 2006 da Isabella Ferretti e Tomaso Cenci, la casa editrice 66thand2nd deve il suo nome all’incrocio tra la Sessantaseiesima Strada e la Seconda Avenue a New York, dove i due editori hanno vissuto per quattro anni. Il nome ricorda dunque il concetto di casa, ma anche il progetto della casa editrice, strettamente legato al suolo americano: proprio a New York Ferretti e Cenci si rendono conto del potenziale narrativo di sport e multiculturalità (i due poli principali da cui nasce il loro catalogo; tra i collaboratori: Borges e Bioy Casares), entrando in contatto con una mole di materiale librario ancora inedito in Italia.
- SUR: fondata nel 2011 da Marco Cassini, SUR nasce come casa editrice specializzata nella produzione letteraria latinoamericana e si estende nel corso degli anni anche alla produzione angloamericana. Alla sua spinta originaria fa riferimento il nome: "sur" significa, appunto, "sud" in spagnolo, e con questo nome erano diffusi dal 1931 al 1970 una rivista letteraria argentina fondata da Victoria Ocampo (affiancata da José Ortega y Gasset) e un editoriale a essa collegato.
- L’orma: fondata nel 2012 da Lorenzo Flabbi e Marco Federici Solari. Il significato del nome si stratifica su più livelli: riassume la volontà di iscriversi in un solco e di lasciare a propria volta un’impronta nel corso della storia editoriale e letteraria; ma è anche una crasi delle prime sillabe dei nomi dei due fondatori, Lorenzo e Marco.
- Tunué: fondata nel 2010 da Massimiliano Clemente ed Emanuele Di Giorgi. Il nome è di pura fantasia, è un suono, un enunciato immaginario privo di significato. È una parola priva di confini e delimitazioni, proprio come la casa editrice, che si connota come una realtà dinamica e innovativa.
- BAOpublishing: fondata nel 2009 da Caterina Marietti e Michele Foschini. Partiamo alla rovescia: quando i due editori hanno deciso che il logo della casa editrice doveva essere un cane, hanno optato per un bulldog francese, Cliff, uno "stencil vivente", che marchia il libro senza alterarne l’aspetto, indipendentemente dallo sfondo su cui si trova. Perché BAO? Perché è proprio un abbaiare infantile.
- Camelozampa: fondata nel 2011, anche il nome della casa editrice Camelozampa è una crasi, che deriva dalla fusione di due case editrici preesistenti: Zampanera (nata nel 2007 e specializzata in narrativa illustrata per bambini) e Camelopardus (nata nel 2006 con il nome latino della giraffa, l’unico animale "con i piedi per terra e la testa tra le nuvole").
- Fandango: fondata come azienda di produzione cinematografica ed estesa nel 1998 all’editoria, l’impresa deve il suo nome al film Fandango di Kevin Reynolds, alla cui poetica Domenico Procacci si è ispirato per costituire il proprio progetto culturale.
- Ponte alle Grazie: fondata a Firenze nel 1989, prende il nome dall’omonimo ponte fiorentino in centro città.
- Tre60: fondata nel 2012, la casa editrice propone titoli pensati per un pubblico ampio ed eterogeneo, con un’offerta editoriale a 360 gradi. Il suo logo, non a caso, è un camaleonte, animaletto caratterizzato non solo per la sua capacità di adattarsi all’ambiente circostante, ma anche per la sua visione proprio a 360°.
- Edizioni di Atlantide: fondata nel 2015 da Simone Caltabellota con Francesco Pedicini, Flavia Piccinni e Gianni Miraglia, la casa editrice fa riferimento alla leggendaria città di Atlantide. Proprio come la città, i libri che entrano in catalogo sono libri "fuori dal tempo": potranno anche sparire temporaneamente, ma sono destinati a riemergere, avranno sempre qualcosa da raccontare, indipendentemente dal momento in cui verranno letti. Dall’idea di affondare ed emergere deriva anche il logo della casa editrice, tagliato a metà, come in procinto di inabissarsi o risollevarsi.
- Tlon: nata nel 2015 da un’idea di Maura Gancitano, Andrea Colamedici e Nicola Bonimelli (a cui si sono aggiunti nel giro di poco Michele Trionfera e Matteo Trevisani), la casa editrice Tlon deve il suo nome a un racconto di Jorge Luis Borges, Tlön, Uqbar, Orbis Tertius, oggi raccolto in Finzioni.
- add editore: il nome di add, fondata nel 2010, coincide con le tre iniziali dei suoi fondatori (Dalai, Agnelli, Dileo) e con il verbo inglese to add, che significa aggiungere. L’obiettivo della casa editrice, infatti, è quello di aggiungere confronti, idee, esperienze di vita e punti di vista per poter costruire un percorso di consapevolezza.
- Edizioni Clichy: fondate nel 2012 da alcune delle persone che per cinque anni avevano lavorato per la casa editrice Barbès, da quel progetto le edizioni Clichy ripartono, continuando a proporre in Italia la letteratura francese contemporanea. Il nome simboleggia proprio questa volontà di ripartenza e superamento: Clichy è il nome della fermata della metropolitana di Parigi successiva a Barbès.
- Racconti edizioni: fondata nel 2016, la casa editrice Racconti pubblica, appunto, raccolte di racconti e nasce con l’intento di puntare su una forma trascurata ed etichettata come scarsamente vendibile. Il suo logo è uno scarafaggio rovesciato, ispirato a uno dei più celebri racconti della letteratura novecentesca: La metamorfosi di Kafka.
- Cliquot: Cliquot, la volpe del logo della casa editrice e la casa editrice, deve il suo nome a Chevalier Cliquot, mangiatore di spade di inizio Novecento che si esibiva nei circhi e negli spettacoli marginali (i sideshow). Ridare centralità a ciò che finora è rimasto marginale è l’obiettivo del suo catalogo, che punta al recupero dei classici mancati, delle opere ingiustamente dimenticate.
- Chiarelettere: fondata nel 2007 con l’intento di creare uno spazio di informazione e approfondimento caratterizzato dalla chiarezza e dalla libertà, indipendente da partiti, associazioni e gruppi economici o religiosi. A questo intento fa riferimento il nome.
- Elliot Edizioni: fondata nel 2007, deve il suo nome alla rivista "Elliot narrazioni", nata a fine anni Novanta e animata dal desiderio di aprirsi al mondo letterario e artistico internazionale.
- Solferino: fondata nel 2018, la casa editrice fin dal nome vuole sottolineare il legame con il "Corriere della Sera", che ha ospitato nel corso degli anni scrittori del calibro di Montale, Calvino, Buzzati, Pasolini, D’Annunzio: la sede del quotidiano è, infatti, via Solferino 28.
- uovonero: fondata nel 2010 da Lorenza Pozzi, Sante Bandirali ed Enza Crivelli, la casa editrice uovonero parte dall’esperienza dei tre editori in tre diversi ambiti (Enza Crivelli, in particolare, ha lavorato per più di vent’anni nel campo dell’autismo e della dislessia) per metterla al servizio di chi ha svantaggi nella lettura, con libri pensati per agevolare la lettura dei più piccoli. Il nome deriva da una fiaba di Luigi Capuana, che racconta di un "uovo nero che nessuno vuole", che si trasforma in seguito in "un galletto che fa chicchirichì" e poi in un principe "che fa chicchirichì". Dalla fiaba la casa editrice ha attinto le sue linee guida: la promozione di una cultura della diversità e la consapevolezza che non si guarisca dall’autismo e dalla dislessia (per quanto si possa diventare principi, si continuerà a fare "chicchirichì"). Non solo: nella fiaba di Capuana si continua a interrogare la gallina su cosa si debba/si possa fare, così come è essenziale per uovonero ricordare che sono i genitori gli esperti dei propri figli, non i terapeuti che ci lavorano.
- Verbavolant: il nome della casa editrice non vuole fare riferimento esclusivo al famoso motto latino "Verba volant, scripta manent", ma sceglie di esaltare proprio la capacità "volatile" delle parole. Il suo obiettivo è far visualizzare ai lettori le parole che escono dai suoi libri, pronte ad accompagnarli nelle loro vite quotidiane.
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© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Case editrici: l’origine del nome delle più famose e particolari
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