Cattivo sangue
- Autore: Elena Di Cioccio
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Vallardi
- Anno di pubblicazione: 2003
A volte ci si ferma davanti ad un sorriso, davanti ad un viso e ci si ferma a quella prima impressione senza andare oltre la superficie. Ecco, è proprio sotto quella facciata, apparentemente perfetta e serena, che in certi casi si nascondo dolori e sofferenze non sempre raccontati. Nel libro Cattivo sangue (Vallardi, 2023) la speaker radio, ex Iena Elena Di Cioccio, narra la sua vita lavorativa, ma soprattutto privata, più intima, nel momento in cui, 21 anni fa, dopo una serie di esami di routine del sangue, l’autrice scoprì di essere sieropositiva.
Una parola scritta nero su bianco, “un viaggio dentro quello che per lei è diventato il “pianeta infetto””, dove Elena ha vissuto tutto in modo molto solitario, condividendo l’esito del medico con pochissime persone.
Un “non dire” nel tempo, assunto forse un po’ per proteggersi dalla serie infinita di domande che l’affermazione avrebbe potuto suscitare, del tipo: “Chi è stato?”, “Quando è stato?”, “Ma come è potuto accadere?”, “E adesso come fai…?”, per le quali poi non si capisce mai se chi ti chiede è davvero interessato al tuo stato di salute o se è solo mera curiosità per poi spettegolare.
Un “non dire” scelto magari anche per non “rovesciare” sugli altri i propri sventure e problemi, perché anche in questo caso si potrebbe trovare chi sta ad ascoltare e comprende, ma anche chi ascolta e poi comincia a dispensare consigli o a parlare di sé, dei propri malanni, giusto per essere alla pari.
Un “non dire” all’altro anche per non essere travolti dal giudizio e dal pregiudizio, perché anche se siamo nel 2023, davanti a certe tematiche (in questo caso la sieropositività) quei due sostantivi citati poco fa sono purtroppo ancora molto radicati nelle teste delle persone.
Cattivo sangue di Elena Di Cioccio è un libro emotivo, travolgente, per quella scrittura diretta che lo caratterizza e che mette nelle pagine l’espressività stessa che di Elena si conosce e dove non manca mai un pizzico di ironia unita ad una costante consapevolezza della malattia con la quale convive da tempo, quella che, se vi ricordate, negli anni Novanta in tv era rappresentata da persone con il contorno rosa.
In realtà questo libro autobiografico non parla solo della vita dell’autrice da sieropositiva, del suo rapporto con le medicine, le continue analisi per monitorare la situazione, amalgamate con il vivere quotidiano.
Di Cioccio narra altri aspetti relazionali del suo vissuto, che dimostrano altre sofferenze e dolori affrontati nella propria vita. Per esempio c’è il rapporto un po’ complicato con il padre noto: Franz Di Cioccio batterista della PFM, ma non molto presente nella sua vita. Ancora si parla con delicatezza della fragilità della madre, una donna molto importante per Elena, anche lei con un dolore profondo nell’animo che segnerà per sempre la vita dell’autrice e delle sue sorelle o, ancora, la prematura scomparsa del fratellino.
Poi, e questo per chi legge arriva un po’ come una ventata temporalesca improvvisa che fa perdere l’equilibrio, c’è un’altra tematica molto importante, perché per chi conosce la Elena dalla tv e radio ha, almeno nel mio caso, l’immagine una donna forte, energica, che non si ferma davanti a nulla. Nel libro si entra in invece in una sfera più nascosta, che non è solo quella della malattia, ma quella delle violenze fisiche e psicologiche che per troppo tempo Elena ha subìto in quella che non era un relazione di vero amore. Un prendersi e lasciarsi dove il sentimento dichiarato dalla parte maschile, è stato più e più volte messo in discussione dalle aggressioni fatte a Elena che poi ha detto “basta”. Il fine a un amore che non era tale e che più che farle bene, l’ha fatta soffrire nel corpo e nell’animo.
In Cattivo Sangue Elena Di Cioccio si mette a nudo agli occhi del lettore, narrando anni di vita tortuosi, nei quali la malattia e altre situazioni destabilizzanti hanno minato la sua stabilità esistenziale e i rapporti con il prossimo.
Da questo tunnel cupo l’autrice è pian piano, e con coraggio, uscita. Un percorso non facile, che ha portato Elena a rinascere, a riflettere e a imparare del proprio vissuto ad affrontare con una nuova maturità e serena armonia i giorni che verranno perché, come indica la citazione messa all’inizio del libro di Nichiren Daishonin (monaco buddista giapponese,1222-1282):
L’inverno si trasforma sempre in primavera.
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