Centuria
- Autore: Giorgio Manganelli
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Adelphi
Centuria di Giorgio Manganelli (tornato in libreria per Adelphi nel 2016) comprende 131 racconti brevi, che alcuni hanno considerato dei microromanzi. Italo Calvino aveva compreso bene l’importanza di questo volume così originale e così atipico. Infatti ne ha scritto l’introduzione e Calvino sapeva selezionare bene; era molto scrupoloso a non sporcarsi le mani come critico: io mi ricordo di aver letto solo una sua altra introduzione per l’antologia dei più bei racconti di Landolfi.
Centuria è un esempio altissimo di letteratura fantastica e combinatoria, come in Italia lo stesso romanzo sperimentale Se una notte d’inverno un viaggiatore di Calvino. Non ci fu mai antagonismo tra i due. Il loro fu un rapporto tra pari che si ammiravano reciprocamente.
La prosa di Manganelli è estrosa e barocca, ma mai troppo arzigogolata, mai troppo complessa. Il grande scrittore è pieno di inventiva, di immaginazione, che si unisce all’ironia sempre fine e di classe. La cosa inquietante della letteratura italiana è che di questo libro così memorabile non se ne parla abbastanza, anzi non se ne parla affatto. Potrei dire che Manganelli era l’ideatore della letteratura come menzogna o che fu uno dei protagonisti della neoavanguardia, ma per capire a pieno la sua genialità bisogna gustarsi queste pagine nello stesso identico modo con cui si legge Borges, Landolfi, Calvino o Perec. Invece pochissimi parlano o scrivono di questo libro e del suo autore, la cui conoscenza dovrebbe essere irrinunciabile anche per gli appassionati di letteratura.
Se leggerete questo libro capirete che non sto enfatizzando assolutamente, che non sto tessendo le lodi tanto per fare, che non sto calcando la mano. Il suo stile è unico. Addirittura ha creato sia un genere che inventato un mondo fittizio, che prima non esistevano. Sono vere creazioni ex novo, dopo secoli di letteratura in cui quasi tutto è stato riscrittura, racconti come il signore che ha trovato la prova "irrefutabile" dell’esistenza di Dio o il signore che ogni mattina "inizia un rapido inventario del mondo" oppure il racconto dell’infernale creazione del mondo. Ma non voglio descriverlo minuziosamente perché dovete comprarlo.
A ogni modo lo scrittore in questo libro fa una sintetica ma esauriente casistica delle tipologie umane e degli accadimenti della vita. Questi racconti fantastici vanno presi per quello che sono, ovvero dei piccoli miracoli artistici, senza stare a disquisire tanto sulla psicologia del profondo, sulla religiosità o sulla vita privata del suo creatore. Manganelli al pari di autori come Rodari e Buzzati dimostra di avere una vena creativa quasi inesauribile. Questi racconti sono stati scritti tutti di getto nell’arco di pochi mesi e tutto ciò è stupefacente, visto e considerato che a quei tempi non c’erano i programmi di videoscrittura.
A meno che non si venga presi dall’invidia quest’opera lascia sbalorditi. L’autore era barocco e letterario in modo diverso da Gadda, colto e professorale in modo differente da Umberto Eco. Era uno scrittore fantastico ma in modo diverso da Landolfi o da Buzzati (tanto per rimanere in Italia): infatti non utilizzava "il perturbante".
Insomma non somigliava a nessuno questo protagonista indiscusso delle patrie lettere, a cui perfino un grande maestro come Walter Pedullà ha dedicato un lungo e articolato capitolo nella sua Storia generale della letteratura italiana. La bravura e l’originalità di Manganelli sono già state riconosciute dai grandi letterati. È l’ora che diventi di tutti o dei più per quanto possibile. Insomma lo scrittore era un intellettuale raffinato ma mai noioso e potenzialmente apprezzabile da molti. Non tutti capiranno i rimandi, le premesse, i giochi letterari, ma vale la pena leggerlo: è un’esperienza mentale, una vera e propria avventura interiore, che molti dovrebbero fare nella vita e invece viene considerato ancora oggi di nicchia, da alcuni letterati quasi preservato dalla degustazione di menti neofite e profane.
È il momento propizio perché il grande pubblico conosca questo autore, che si dia l’importanza che gli spetta. In caso contrario si fa un torto a un grande scrittore, ma anche agli italiani. È probabile che se la qualità letteraria talvolta latita e se ad alcuni scrittori manca l’ispirazione è anche perché non prendono come maestri grandi personaggi come Manganelli, che sono da scoprire ma anche da riscoprire. Si potrebbe affermare a ragione che per chi scrive la lettura di Manganelli cambierà completamente punto di vista e modo di interagire con la realtà. Dopo aver letto questo libro un aspirante scrittore non sarà più lo stesso di prima; quest’opera cambierà la sua neurochimica a lungo termine. Dopo aver letto un capolavoro così viene la voglia di fare sapere a tutti che esistono nel mondo libri come questo, che forse non hanno utilità pratica ma che sono come si diceva un tempo "cibo per la mente" e aggiungo io anche per l’animo.
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