Certi pomeriggi non passano mai
- Autore: Mario Fortunato
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Nottetempo
Pubblicato da Nottetempo nel 2009, Certi pomeriggi non passano mai è un racconto sull’attesa di una persona che tarda ad arrivare. Chi aspetta ha molti ricordi, la certezza di un amore fragile, la paura.
Il romanzo è scritto in prima persona e chi parla è nel salotto della sua casa borghese aspettando un lui che tarda all’appuntamento. Le ore non scorrono per niente, tutto sembra bloccato a questo uomo, che ama un ragazzo molto giovane, "l’amore che non osa pronunciare il suo nome" come scrisse Oscar Wilde. (Piccola digressione, me la concederete, uno scritto di questo contenuto in Russia rischi di pagarlo in termini di libertà di agire e di violenza privata.)
Questo monologo va avanti e si intuisce che l’uomo ha paura che il ragazzo si sia stancato di lui, delle sue malinconie, del suo bisogno di eccellere a scapito della comprensione verso l’altro. La scena ricorda La voce umana di Cocteau, proposto al cinema con un pezzo di bravura indescrivibile di Anna Magnani che al telefono continua a ribadire il suo amore verso un uomo che forse l’ha già lasciata.
Il fatto che si parli di pomeriggi fa pensare che sia una cosa che succede spesso, con dinamiche di disamore molto importanti. Ma Mario Fortunato (il racconto è velatamente autobiografico) magari ha una vita meno contemplativa del suo alter ego, meno masochista, anche.
Il tempo è scandito, ma dell’amante niente messaggi telefonici, nessuna mail, niente di niente. Quello che viene fuori in maniera evidente è che un amore omosessuale lascia più soli quando finisce, come se anche nei momenti che sono stati lieti ci fosse sempre un senso di solitudine, un retaggio antico di ignominia.
Una poesia accompagna le ore
"Fra le tue braccia vorrei restare ancora e non dico per sempre ma solo per un’ora. In minuti sessanta offrirti la mia vita tutta quanta".
Proprio vero che le poesie d’amore sono tutte un po’ ridicole... ma non vi svelerò se il giovane uomo arrivi o meno.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Certi pomeriggi non passano mai
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