Charlotte. La morte e la fanciulla
- Autore: Bruno Pedretti
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Skira
- Anno di pubblicazione: 2015
Charlotte. La morte e la fanciulla di Bruno Pedretti fu pubblicato per la prima volta nel 1998 dalla casa editrice La Giuntina. Ora viene ripresentato con piccole variazioni nella collana che Skira dedica a storie di pittori e pittrici, in questo caso la protagonista è la berlinese Charlotte Salomon, deportata ed uccisa ad Auschwitz nell’ottobre del 1943.
La giovane artista ebrea di cui è riprodotto un autoritratto sulla copertina del volume, vissuta solo ventisei anni, è al centro della narrazione del romanzo di Bruno Pedretti, lo studioso che ha scelto la forma romanzesca per raccontare la tragica vicenda familiare, personale, collettiva che Charlotte si trovò a vivere negli anni più bui del secolo scorso.
Charlotte porta il nome della sorella di sua madre Franciska, cha appena diciottenne si era suicidata senza spiegazioni; il trauma subito dalla madre e dalla sorella di Charlotte influenzeranno in modo definitivo l’esperienza delle due donne ma anche quella della nipote, a cui viene affidato lo stesso nome evocativo di una destino drammatico.
La piccola Charlotte, adorata dalla mamma musicista, che le insegna i Lied su cui si misura la sua capacità di cantante ed esecutrice, cresce con le parole di una canzone di Schubert, “La morte e la fanciulla”, il cui testo non lascia spazi alla speranza.
“La morte.
Dammi la tua mano, bella creatura delicata!
Sono un’amica, non vengo per punirti!
Su, coraggio, non sono cattiva,
Dolcemente dormirai fra le mie braccia!”
Dopo l’annunciato suicidio della madre, il secondo in famiglia, la ragazza cresce con i nonni paterni e con il padre Albert, un medico che presto sposa la cantante lirica Paula, mentre nella Germania si vanno addensando le nubi del Nazismo hitleriano antisemita. Charlotte lascia il liceo per l’Accademia di Belle Arti, dove studia pittura e lavora incessantemente disegnando, dipingendo, studiando.
Il maestro di canto della matrigna Paula è un uomo seducente, e Charlotte ne subisce il fascino fino ad innamorarsene, tanto che Amadeus, così viene chiamato nel romanzo, diventa una specie di ossessione intellettuale e fisica per la giovane artista, che lo ritrae in una serie infinita di ritratti.
Dopo la Notte dei Cristalli il padre capisce che tutti loro ebrei sono in pericolo, e costringe Charlotte a lasciare Berlino per raggiungere i nonni rifugiatisi nel sud della Francia, dove una benefattrice americana, Ottilie Moore, ospita ebrei e profughi in fuga dai nazisti.
Dopo l’occupazione tedesca della Francia il destino di Charlotte appare segnato: mentre un terzo suicidio, quello della nonna, ne destabilizza gli ultimi momenti di libertà, la vicinanza di Alexander di cui resta incinta, non potrà impedire che una fine annunciata si compia. L’ultima immagine che Pedretti ci consegna della sfortunata pittrice è quella che lei stessa ha dipinto: seduta di spalle al mare, con le gambe ripiegate, porta scritto sulla maglia il grande interrogativo della sua breve vita, “Leben oder Theater?” (Vita o Teatro?.
Prima di essere catturata dalle SS Charlotte aveva consegnato tutto quello che aveva dipinto negli ultimi mesi ad una persona di fiducia, il suo medico. I suoi dipinti sono ora al Joods Historisch Museum di Amsterdam, dove finalmente possono essere visti ed apprezzati da un pubblico che non può che rimanere affascinato e commosso dalla intensità e dalla disperazione che ha segnato la vita della precoce artista e che si è riversata sulle centinaia di fogli, i più significativi dei quali nel volume di Pedretti vengono presentati.
Da segnalare l’episodio in cui le parole del poeta più caro a Charlotte, Heirich Heine, incise su un monumento che sorgeva in una piazza berlinese, “Quando con voi dei miei dolori ho pianto, nulla diceste: avete sbadigliato; quando con garbo li sfogai nel canto, grandi elogi mi avete prodigato”, vengono calpestate da un violento e volgare corteo di nazisti che si conclude con la devastazione di tutti i negozi ebrei della piazza. Al posto di quelle parole, viene issato un manifesto osceno che si conclude con le parole “1° aprile 1933 – Boicottate gli ebrei. Chi compra dagli ebrei è uno sporco maiale!”: Charlotte, agghiacciata da quanto ha visto dal primo piano di un caffè, riporta la scena in un quadro drammatico, uno dei più efficaci dal punto di vista comunicativo tra quelli riprodotti nel libro di Bruno Pedretti.
Tutta l’arte europea scorre nelle pagine del libro, si tratta dell’immaginario della colta Charlotte, affascinata da Chagall, da Van Gogh, da Cézanne, da Vermeer, dalla filosofia di Hegel, da Mozart, dai Lieder di Schubert, dall’archeologia classica, dal mito di Orfeo…
Eppure, trascinata nel gorgo della malattia familiare e della atrocità della Shoah, per Charlotte non vi sarà salvezza, condannata da subito, come tutti quelli della sua comunità, a ritrovarsi:
“Sempre più oppressi da colpe cucite loro addosso con misure meschine, gli ebrei si angustiavano nei panni ristretti che la minaccia razziale imponeva come vestiti ereditati da vecchi proprietari.”
Una metafora di rara intensità per descrivere situazioni conosciute e studiate, ma rese qui con parole particolarmente originali.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Charlotte. La morte e la fanciulla
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