Una parola che viene spesso utilizzata e che deriva dal mito greco è nemesi, di cui andremo a spiegare l’origine e il significato. Si prenda, per esempio, questa frase del quotidiano La Repubblica:
"Sarà una coincidenza o magari una nemesi storica, per dire una vendetta ordita da un destino beffardo. Ma la decisione della Corte di Giustizia europea arriva nel momento in cui Silvio Berlusconi si accinge a raccogliere i frutti dell’ opposizione e a ritornare verosimilmente al governo".
Di seguito vediamo quindi di comprendere il significato dalla parola "nemesi" e di conoscerne meglio le origini, andando a vedere l’utilizzo che ne facevano i Greci.
Nemesi: origine della parola e mito greco
Nella lingua greca, la parola nemesi significa "sdegnarsi" e si riferisce all’atteggiamento di coloro che commettono un peccato preciso: la hybris. Nemesi era quindi la dea che puniva questo comportamento.
La hybris, nella cultura greca, coincideva con la tracotanza, l’arroganza, la superbia di coloro che pretendevano di superare i limiti umani, di raggiungere gli dei, atteggiamento che non poteva essere tollerato dagli Immortali. A questa colpa seguiva quindi una pronta reazione divina, che aveva la funzione di rimettere tutto nel giusto ordine.
Hybris coincide quindi con "eccesso, esuberanza" e contrasta con la massima delfica "nulla di eccessivo" (μηδὲν ἄγαν, che si legge "medèn agan"). In altre parole, l’essere umano deve stare al suo posto e non può sconvolgere l’ordine universale avvicinandosi agli dei, magari pretendendo di simularne doti o atteggiamenti.
Nondimeno, agli uomini sono preclusi tutti quei comportamenti eccessivi, che non rispettano la giusta misura, la proporzione, il limite. Nell’Odissea di Omero i Proci erano espressione della hybris, perché, senza porsi limiti, avevano sperperato in feste e banchetti tutti i beni di Ulisse. Questi atteggiamenti provocano l’ira nefasta delle divinità, che intervengono con punizioni durissime.
Alla hybris è quindi strettamente collegato il concetto del limite, che ogni essere umano deve rispettare. Tale concetto si ritrova anche nella Bibbia. Dio, quando vietò ad Adamo ed Eva di magiare la mela, pose loro un preciso limite inviolabile.
Alla violazione del divieto seguì la punizione di tutta l’umanità, destinata a pagare in eterno il peccato originale commesso dai due nel Paradiso terrestre. A differenza della religione ebraico-cristiana, il peccato di hybris nella cultura greca non si riverbera sui discendenti, ma è qualcosa contro cui tutti gli uomini sono tenuti a combattere, per evitare la terribile ritorsione divina.
La divinità deputata a sanzionare questi atteggiamenti è proprio la dea Nemesi. Nei poemi omerici sembra più un’idea astratta che una divinità. Tuttavia, così fu tratteggiata in un’epoca successiva.
Nemesi puniva quindi tutti gli atteggiamenti di tracotanza, superbia, che avevano come risultato il non rispetto dell’ordine, della misura.
Il mito racconta che Nemesi fu corteggiata da Zeus, il padre degli dei. Per sfuggire alle sue profferte, si trasformò in diversi animali. Alla fine dovette cedere e si unì a lui sotto forma di oca.
Nemesi significato moderno della parola
La parola nemesi nella lingua moderna ha assunto quindi il significato di "vendetta". Tuttavia, spesso se ne parla non come di una vendetta qualsiasi, ma di una vendetta volta a compensare gli squilibri, quindi a ripristinare l’ordine.
In quest’ultimo senso si parla di nemesi storica. Con questa locuzione ci riferisce alla vicende sfortunate di personaggi avvenute dopo un periodo estremamente fortunato. La nemesi, in questa accezione, avrebbe quindi il fine di compensare, di riportare l’equità nelle vicende umane e nella Storia.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Che cosa significa nemesi? Dal mito al modo di dire
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