Che fare?
- Autore: Tiziano Terzani
- Casa editrice: Via del Vento
- Anno di pubblicazione: 2011
L’Orsigna, “la Selva Oscura”, com’era chiamata un tempo, se ne sta aggrottata e solitaria nel cuore della montagna pistoiese. Tra i suoi tramonti e le leggende narrate dalla sua gente, ruvida e solitaria come i boschi che coprono la valle, Tiziano Terzani ha ricevuto da bambino una straordinaria iniziazione alla vita attraverso la quale ha potuto riflettere sull’importanza di mettere radici in qualcosa da portarsi dentro, ovunque, e a cui tornare come un porto sicuro.
«Son passati cinquant’anni, sono stato nel frattempo negli angoli più strani e lontani del mondo, ma da quell’incanto non mi son liberato e l’Orsigna, con le sue 200 “anime”, come qui chiamano ancora gli abitanti, resta il mio ombelico sulla terra.»
La vita avventurosa, il delicato incarico di cronista di guerra che lo vede sempre in prima fila laddove gli eventi reclamano l’urgenza del racconto, ne hanno fatto un testimone d’eccezione del ‘900. Questo suo sguardo privilegiato sui popoli, fotografati “in mezzo” al divenire della storia, ha alimentato, oltre a numerosi reportages per diverse testate italiane ed estere, un forte spirito critico nei confronti della propria appartenenza occidentale. L’essere giornalista, mestiere coltivato con passione e onestà intellettuale, e la lunga osservazione sul campo di culture “altre” ma, soprattutto, delle inguaribili ferite inflitte dalle troppe guerre esportate dall’occidente nel resto del mondo, hanno permesso a Tiziano Terzani di gettare le basi di un umanesimo alternativo, divulgato con convinzione aperta e sincera attraverso una infaticabile attività di editorialista, saggista e narratore.
All’indomani dell’11 settembre, la sua parola si leva decisa contro il pericolo di una dissennata spirale di violenza in cui America ed Europa rischiano di gettare chi intendono colpire, e dunque se stesse, una posizione affatto scontata tra gli intellettuali del vecchio continente, che non gli risparmiano critiche, anche dure. Quale sarebbe stata la sua analisi delle “primavere arabe” del 2011 che hanno dimostrato la viva e forte autodeterminazione dei nostri vicini mediterranei, spingendo la stessa Europa stanca, fiaccata dalla crisi economica, ripiegata sulle proprie paure a prendere coscienza delle sue interne contraddizioni?
Ci manca la voce di Terzani, alla fine di questo agitato decennio del nuovo secolo, cominciato con una crociata antimusulmana, sul cui esito catastrofico già ci aveva messo in guardia, e concluso con il clamoroso fiasco dell’arrembaggio del capitalismo occidentale al resto del mondo. In questi mesi di sospetti crolli in borsa, spietati attacchi di società finanziarie e agenzie di rating ispirate da interessi selvaggi e inumani che cercano di subentrare al destino dei popoli, tentando con ogni illecito di persuadere gli individui a una ineluttabilità del proprio sterminio culturale, si tratta ora più che mai per l’uomo occidentale, e non solo, di rifare se stesso se vuole salvarsi da una simile, inaudita minaccia alla propria sopravvivenza.
«L’argomento è semplice: se l’homo sapiens, quello che ora siamo, è il risultato della nostra evoluzione dalla scimmia, perché non immaginarsi che quest’uomo, con una nuova mutazione, diventi un essere più spirituale, meno attaccato alla materia, più impegnato nel suo rapporto col prossimo e meno rapace nei confronti del resto dell’universo? […] Da qui l’idea che l’uomo, coscientemente, […] riprenda il controllo di quello straordinario strumento che è la sua mente.»
Le tre prose riproposte a dicembre 2011 nell’elegante plaquette di Via del Vento edizioni (a cura di Àlen Loreti) danno una sintesi esauriente e profonda del pensiero e dell’attività di Tiziano Terzani, rendendo omaggio a una figura che ha attraversato una fase cruciale della storia contemporanea e permettendo anche al lettore che non ha avuto altre occasioni di avvicinarne il percorso culturale, di cogliere pienamente lo spessore e l’attualità dei suoi insegnamenti.
Che fare? E altre prose sulla pace
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