Immagine di copertina Credits: Twitter @JRMoehringer
Spare. Il minore, l’autobiografia del Principe Harry pubblicata da Mondadori, sta facendo molto parlare di sé e probabilmente scalerà le classifiche editoriali.
Il segreto? Il suo vero autore: il ghostwriter J. R. Moehringer, penna prestigiosissima, vincitore di un Premio Pulitzer per il giornalismo nel 2000.
Moehringer ha firmato, tra gli altri, l’autobiografia del tennista Andre Agassi Open. La mia storia uscita per Einaudi nel 2011 e divenuta nell’arco di breve tempo un fenomeno bestseller.
L’ex rampollo di Buckingham Palace dunque non ha redatto il suo personal memoir di proprio pugno - del resto, c’era da aspettarselo - ma ha arruolato a tale scopo uno dei migliori ghostwriter in circolazione, un vero fuoriclasse. Il principino, a quanto pare, sa come creare un bestseller e scalare le vendite: l’ingrediente giusto è il gossip, la miscela di amore e potere, una storia vera possibilmente “strappalacrime”, metterci la faccia (le copertine di Spare e di Open sono spaventosamente simili, non trovate?) e, last but not least, trovare un buon autore.
Aggiungiamo che per tutta questa fatica il principe Harry ha ricevuto un anticipo di 20 mila dollari sulla pubblicazione. Ma non è questo il punto.
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Spare. Il minore ha tutte le carte in regola per diventare un successo da milioni di copie; ciò non è imputabile solo alla popolarità del suo protagonista, come vedremo, ma alla bravura di un abilissimo narratore capace di trasformare una matassa confusa di ricordi e risentimenti in una trama micidiale.
Chi è questo misterioso J. R. Moehringer, autore senza volto e senza firma? Il nome potrebbe suonarvi strano, ma in realtà l’avete già sentito, possiamo assicurarvelo.
Chi è J. R. Moehringer?
Diciamo che J. R. Moehringer non è proprio il primo venuto. Ghostwriter, lo possiamo defiinire così: scrittore fantasma e con questa espressione si intende un autore professionista pagato per scrivere testi su commissione che vengono poi ufficialmente attribuiti a qualcun altro. Una professione inizialmente discussa dal punto di vista etico, ma che ora sta prendendo piede nel mercato editoriale dando origine a veri e propri fenomeni letterari globali.
Insomma, il principe Harry ha scelto bene ha chi affidare la storia della propria vita, mettendola in mani sapienti capaci di farne un capolavoro.
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J. R. Moehringer può essere definito il Re dei ghostwriter: tanto che neppure la sua esistenza nell’ombra e tra le righe riesce a oscurare la sua fama. Classe 1964, nasce e cresce a Long Island, accudito dalla madre. La sua carriera ha inizio come giornalista: dopo la laurea in Lettere a Yale, John Joseph (questo il suo vero nome) lavora come fattorino al New York Times e da lì comincia la sua scalata verso il successo.
Nel 2000, a soli trentasei anni, J. R. Moehringer vince il premio Pulitzer per il giornalismo grazie al suo ritratto di Gee’s Bend, un’isolata comunità fluviale dell’Alabama dove tuttora vivono discendenti di schiavi. Il suo articolato reportage è stato tradotto con il titolo Oltre il fiume , edito da Piemme nel 2014.
Cinque anni dopo Moehringer pubblica il suo primo romanzo Tender Bar, in Italia noto come Il bar delle grandi speranze (Piemme, 2008) che diventa un film diretto da George Clooney con protagonista Ben Affleck.
Il libro era autobiografico e narrava la storia di formazione dello stesso Moehringer dai sette ai venticinque anni d’età in un funambolico viaggio negli abissi della coscienza. Sullo sfondo era collocato un bar, il bar Dickens: luogo reale e metaforico insieme, che nella molteplicità dei suoi avventori si trasformava in una vera e propria casa degli specchi capace di riflettere le sfaccettate identità del singolo. Tra un gin tonic, un Martini e una chiacchiera con le persone siedono al bar per scordare i loro guai, J.R. Moehringer costruiva sé stesso e il racconto, unico e irripetibile, della sua vita.
Recensione del libro
Il bar delle grandi speranze
di J.R. Moehringer
Il vero successo internazionale di Moehringer arriva però quando decide di reinventarsi come ghostwriter. Il successo letterario e cinematografico di Tender bar ha catturato l’attenzione del campione internazionale Andre Agassi che decide di contattare l’autore perché scriva anche la sua autobiografia. Sembra che Agassi si fosse rispecchiato nel complicato rapporto con la figura paterna descritto nel libro.
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Open di Andre Agassi non porta il nome di Moehringer in copertina, ma la scrittura è inconfondibilmente la sua. Per scrivere la fortunata autobiografia Open, J. R. Moehringer si trasferì a Las Vegas accanto al suo protagonista in carne e ossa.
La tecnica di lavoro del ghostwriter prevedeva un ritmo giornaliero serrato: Moehringer intervistava Agassi ogni mattina e la notte non dormiva più di un paio d’ore per dedicarsi interamente alla scrittura sbobinando le interviste. Lavorò all’autobiografia per circa due anni, totalmente assorbito nel “viaggio del suo eroe”, Andre Agassi.
Il metodo Moehringer
La prima stesura del libro Open contava un totale di 12mila pagine, ma la tecnica di lavoro di Moehringer prevedeva che ogni parola fosse rivista insieme al suo protagonista. Proprio come uno psicanalista, il ghostwriter iniziò ad analizzare i temi più ricorrenti, i demoni che ossessionavano Agassi e in essi trovò il nocciolo della storia.
L’autore ha rivelato di aver utilizzato un vero e proprio metodo psicanalitico durante le interviste, derivatogli dallo studio di Freud e Jung. Questa tecnica, così peculiare è stata denominata Il metodo Moehringer, una particolarissima miscela di scrittura, giornalismo e psicanalisi.
J. R. Moehringer non può essere definito un semplice ghostwriter, un artigiano della scrittura, un banale esecutore, perché è molto di più.
Per portare a termine i suoi fruttuosi progetti (si mormora che per Spare. Il minore abbia ricevuto un milione di dollari di anticipo) l’autore si avvale di competenze che trascendono le regole canoniche (e accademiche) della “bella scrittura”. Il segreto del suo successo potrebbe essere rintracciabile proprio in questa molteplicità di talenti: non è solo uno scrittore di talento, ma un ottimo ascoltatore, un giornalista audace e intraprendente dotato di fiuto investigativo e anche, a quanto pare, uno “psicoterapeuta” di fiducia.
J. R. Moehringer e l’autobiografia del Principe Harry
Pare che a presentare J. R. Moehringer al duca di Sussex sia stato nientemeno che il divo George Clooney. Del resto ormai Harry è entrato nel mondo hollywoodiano delle star - e la sua vita negli ultimi anni è diventata, di fatto, uno spettacolo da palcoscenico.
Da bravo autore, Moehringer, sapeva che nella vita di Harry c’erano tutti gli ingredienti per un romanzo di successo: una famiglia infelice, ricchezza, potere, una nonna matriarca e il dramma di un orfano. Tanto bastava per scrivere un romanzo alla Dickens.
Al momento non trapelano molte indiscrezioni sulla collaborazione tra i due. Ma c’è da aspettarsi che con il principe Harry, Moehringer abbia usato lo stesso metodo psicanalitico utilizzato con Agassi. Intervista dopo intervista è entrato nella mente del Principe, il suo personaggio, ne ha scoperto i demoni e scovato gli scheletri nascosti nell’armadio.
Sul fatto che Spare. Il minore sia l’opera di un grande scrittore c’è da giurarci. Sull’eticità del procedimento di scrittura e l’obiettività del suo contenuto - ovvero della testimonianza di Harry - posso pure essere avanzati dei dubbi.
Ma in definitiva, Spare. Il minore, è l’opera di Harry o di J. R. Moehringer? Di certo il principe inglese, ora duca di Sussex, sa calzare a pennello le vesti del Personaggio.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi è J. R. Moehringer, il vero autore dell’autobiografia del Principe Harry
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