In queste ore non si parla d’altro che di Helena Janeczek, la vincitrice del Premio Strega 2018. Il suo romanzo edito da Guanda, La ragazza con la Leica, ha conquistato proprio tutti. Tra queste pagine troviamo la storia di una donna forte, coraggiosa, una fotografa tedesca che ha perso la vita giovanissima, sempre politicamente schierata e combattendo per le sue idee e la sua libertà. Chi era Gerda Taro? Scopriamo insieme la ragazza con la Leica, la protagonista del romanzo che ha vinto il Premio Strega.
La ragazza con la Leica: chi era Gerda Taro?
Gerta Pohorylle nasce a Stoccarda, nell’ agosto 1910 ed è stata una fotografa tedesca nota per i suoi reportage di guerra, e per essere stata la compagna di Robert Capa, fotoreporter ungherese con il quale stabilisce un forte sodalizio anche professionale. La Taro è anche tristemente nota per essere morta giovanissima, a soli 27 anni, travolta da un carro armato a Brunete, il 26 luglio 1937. Questa morte violenta contribuisce a mitizzarla come donna rivoluzionaria e coraggiosa caduta per le proprie idee e per il suo lavoro. Gerda Taro è la prima reporter della storia a cadere sul campo di battaglia.
Gerta Nasce da una famiglia di ebrei polacchi, ma nonostante le sue origini borghesi, fin giovanissima entra a far parte di movimenti socialisti e lavoratori. Arguta, intraprendente e affascinante, sarà sempre una donna libera, piena di vita e di energia, una ribelle.
In quanto attiva nel Partito Comunista tedesco, con l’avvento del Nazismo finisce in carcere e scappa a Parigi, dove conosce l’ungherese Endre Friedman, anch’egli ebreo e comunista, scappato per ragioni politiche dall’Ungheria fascista di Horthy. Friedman è un fotografo, e insegna il mestiere a Gerta, con la quale nel frattempo intrattiene una relazione amorosa.
È qui a parigi che Gerta inizia a farsi chiamare Gerda Taro, e insieme e Friedman, un po’ per sfida, un po’ per opportunità, inventano il personaggio “Robert Capa”, un fantomatico celebre fotografo americano giunto a Parigi per lavorare in Europa. Entrambi gli pseudonimi avevano il vantaggio di suonare esotici e di avere un’ origine poco riconoscibile; inoltre Robert Capa ricordava il nome del famoso regista Frank Capra.
Sarà proprio grazie a questo curioso espediente che la coppia riceverà numerosi incarichi di lavoro.Nel 1936 Gerda e Friedman seguono sul campo gli sviluppi della guerra civile spagnola, diventando immediatamente importanti testimoni della guerra e realizzando molti reportage pubblicati in periodici come "Regards" o "Vu." Gli scatti dei due fotoreporter sono sempre schierati da una parte politica e sociale ben precisa, e i due svolgono il loro lavoro con passione, mettendo spesso a repentaglio le loro stesse vite.
All’inizio il marchio "Capa-Taro" viene usato indistintamente da entrambi i fotografi. I due usano una Rolleiflex e una Leica, fotografano la folla, il fermento, le barricate, le milizie, il fronte, e firmano indifferentemente le proprie fotografie “CAPA”. Successivamente Endre Friedman adotta definitivamente lo pseudonimo Robert Capa per sé.
Gerda Taro muore in un tragico incidente, schiacchiata da un carrarmato. Nonostante le devastanti ferite rimane vigile e conscia per ore, durante tutto il tempo in cui cercano inutilmente di prestarle soccorso. Sembra che fino all’ultimo la sua preoccupazione fosse di tipo professionale: chiedeva se le macchine fotografiche si fossero rotte. Si mostra incredibilmente forte e coraggiosa, e si racconta che tenne le viscere all’interno, per quanto poteva, premendo sul ventre con le sue stesse mani.
Al suo funerale, celebrato a Parigi il giorno del suo compleanno, 1 agosto, partecipano personalità di spicco della politica e della cultura. Una banda suona la Marcia Funebre di Chopin, e oltre 100.000 persone seguono il feretro.
Pablo Neruda, fra gli altri, legge un elogio funebre in sua memoria e Alberto Giacometti realizza il monumento sepolcrale per la tomba collocata al Père Lachaise, nella zona dedicata ai rivoluzionari.
Robert Capa la piangerà per tutta la vita e non si sposerà mai. Capa fonderà la Magnum Agency con Bresson continuando i suoi reportage ad alto rischio, inseguendo la morte e Gerta, fino al 1954 in Indocina quando salterà in aria su una mina.
Gerda Taro: le fotografie più belle
Gerda Taro, Davanti all’obitorio dell’ospedale di Valencia, maggio 1937
Gerda Taro, Passo di Navacerrada, maggio 1937
Gerda Taro, profughi di Malaga ad Almería, febbraio 1937
Gerda Taro in una canzone
Se volete provare a conoscere questa giovane ribelle in un altro modo, ascoltate qui: Taro è una canzone degli Alt-J, che racconta proprio di Gerda Taro e Robert Capa.
Conoscevate l’incredibile storia di questa giovane donna, coraggiosa, appassionata e intraprendente? Avete letto o leggerete La ragazza con la Leica? Fateci sapere il vostro parere, vi aspettiamo nei commenti!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Gerda Taro, la ragazza con la Leica del libro che ha vinto il Premio Strega
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