Chianchieri
- Autore: Giankarim De Caro
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
Pagine di storia spesso dimenticate nel racconto di due fratelli, Nicola e Totò, della loro terra, delle illusioni e delle aspettative di un futuro migliore negli eventi della loro epoca. Sotto le vesti di un romanzo, le vicende legate al Meridione nella metà dell’Ottocento, agli anni decisivi dell’Unità d’Italia, della Sicilia e alle vicissitudini di donne e uomini, alle speranze del loro riscatto, alle loro lotte per una vita che non fosse miseria e fame. È la trama dell’ultimo lavoro Chianchieri di Giankarim De Caro, palermitano, amante della sua terra e appassionato studioso della storia della sua città: ha pubblicato per Navarra Editore i romanzi Malavita e Fiori mai nati.
A metà Ottocento la realtà economica feudale in Sicilia era fiorente; la società nobiliare e i grandi borghesi erano uniformati sulle scelte delle coltivazioni dei terreni, quelle più produttive, sull’importazione di carbone dall’Inghilterra necessario per le industrie di trasformazione, e sul fronte comune alla lotta contadina. Inoltre la Sicilia, situata al centro del Mediterraneo in un contesto economico preindustriale, aveva zone più arretrate come Palermo, e zone più ricche come Messina, la sola città di quel tempo che avesse il volto industriale di una città europea.
La storia di Nicola, detto Cola, e Totò, i due gemelli, e del padre Mimiddu, chianchiere al macello di Palermo, fuori la città, un lavoro tra i più ambiti insieme a quello di essere un dipendente del Principe Spada, coinvolgerà il lettore nell’atmosfera delle loro vite e degli avvenimenti sociali e politici di lì a poco.
Mimiddu si diceva avesse avuto i due gemelli dalla bella moglie Lucrezia per una porzione magica preparata da una vecchia strega che viveva vicino al cimitero sulle rive di un fiume. Forse era solo una credenza, ma la vicenda incoraggiò il principe Spada, dopo i numerosi tentativi falliti, nel credere all’arrivo di un erede: Fabrizio Maria venne alla luce, ma era malforme. Le storie tra il casato del Principe e il piccolo mondo felice di Mimiddu, a questo punto si intrecceranno. Eventi storici sono alle porte in una terra di fame, di vecchie credenze, e di donne assoggettate e violate.
Dopo i moti di Catania, un personaggio chiamato Vanni parlava alla gente nelle strade di Palermo di diritti e rivoluzione, chiedendo per il popolo palermitano pane e giustizia così come era successo nella sua città. Parole quali libertà, per Cola e Totò, ragazzi sfruttati appena tredicenni nelle campagne e nei cantieri a trasportare grandi ceste in testa, erano udite per la prima volta. Maltrattati, malpagati, vollero aderire al grido di Viva Garibaldi nella speranza di non vivere più come schiavi. Una rivolta popolare che inneggiava ai liberatori, ai Mille, e che vide anche la partecipazione attiva, perché si sentivano minacciati, delle famiglie nobiliari, responsabili di tasse e imposte che avevano affamato il popolo.
“Così il vecchio potere cambiava abito grazie ad una camicia rossa e la nuova classe dirigente sfilava sorridente accanto a Garibaldi, dimenticando che la causa del malcontento dei cittadini era proprio la nobiltà.”
Dopo l’impresa garibaldina e l’Unità di Italia tutto rimase nell’immutabilità: l’industrializzazione rimase un sogno e l’agricoltura l’unica fonte produttiva dell’isola. L’illusione che Garibaldi avesse potuto distribuire le terre in equità rimase una vana promessa, un sogno in frantumi. Il Regno delle due Sicilie era stato consegnato a nuovi padroni che non erano migliori dei precedenti. Seguiremo le vicende drammatiche dei due giovani uomini, nel mentre la Sicilia non troverà pace per la fame, la miseria, le epidemie, le nuove rivolte, il brigantaggio e la ferita dell’immigrazione. Una scelta forzata e amara anche per Totò, nella speranza in America di poter essere un uomo libero.
“Ozioso e assente, se ne stava accosciato, provando a nascondersi ai raggi del sole e al mondo, sotto la coppola portata con sé anni prima dalla Sicilia. Nel tessuto pesante e scuro del berretto cercava di ritrovare gli odori della sua terra di cui sentiva forte la nostalgia.”
Chianchieri è un libro approfondito e appassionante sulle nostre vicende storiche, pagine intense di racconti di uomini, di donne oltraggiate come le protagoniste del romanzo, il più delle volte dimenticate dalla storia e che il nostro autore omaggia nel raccontarne i sentimenti, le paure, i desideri. Un romanzo che pone al centro della sua trama interrogativi storici, e nella sua lettura un’ulteriore riflessione sulla questione meridionale e sulla crisi identitaria del Sud, attraverso le memorie dei vinti e dei vincitori.
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