Chichibio e la gru è una novella di Giovanni Boccaccio. Scopriamo insieme trama e analisi dell’opera. Intanto ecco qualche informazione per contestualizzare il testo: si tratta della quarta novella della VI giornata del Decameron, o Decamerone, una raccolta di cento novelle scritta da Boccaccio nel XIV secolo, probabilmente tra il 1349 e il 1351 o 1353.
Il tema principale di questa novella così come quello di tutte le novelle della sesta giornata è la Fortuna: coloro che hanno una mente astuta e brillante devono sempre riconoscerla e coglierla al volo. A questo si accompagna l’importanza delle risposte argute e la loro efficacia: se pensate e dette al momento giusto, queste possono essere davvero risolutive. L’arguzia e la prontezza nelle situazioni più disparate possono piegare a proprio vantaggio anche le circostanze difficili.
La regina della giornata è Elissa, mentre la narratrice è Neifile. Ecco la trama di Chichibio e la gru.
Chichibio e la gru: trama della novella
Currado Gianfigliazzi e Chichibio sono due uomini molto diversi: il primo è un nobile fiorentino magnanimo e cortese, il secondo un cuoco veneziano chiacchierone e vanesio, Durante una battuta di caccia Gianfigliazzi trova una gru grassa e succulenta, e la porta con sé per farla cucinare da Chichibìo, che con il suo talento la rende una pietanza perfetta. Tanto che il suo profumo irresistibile attira l’affamata Brunetta, una giovane per cui Chichibio prova forti sentimenti.
Brunetta, consapevole della debolezza di Chichibio, chiede e ottiene una coscia della gru. Quando a cena Gianfigliazzi si vede servire la gru con una sola coscia chiede spiegazioni a Chichibio. Questi risponde prontamente che le gru hanno una gamba sola.
Gianfigliazzi così invita Chichibio con lui il giorno dopo alla ricerca dei volatili per dimostrargli il contrario. I due incontrano sulla riva del fiume dodici gru che dormono, ritte su una zampa sola. Chichibio sembra averla spuntata, ma all’improvviso le gru, spaventate dall’urlo di stupore di Gianfigliazzi, spiccano il volo tirando fuori l’altra zampa. A corto di giustificazioni Chichibìo risponde che se l’altro avesse urlato allo stesso modo anche a quella cotta, anch’essa avrebbe tirato fuori la seconda zampa. Ginafigliazzi non può che cedere alla simpatia e all’ironia di Chichibio, che così scampa la punizione.
Analisi di Chichibio e la gru
Come abbiamo già anticipato questa breve novella ruota intorno a un semplice concetto: la prontezza di spirito e l’arguzia possono risolvere molti problemi. Infatti il motto di spirito finale con cui Chichibio, uomo di condizioni umili, riesce a placare l’ira del padrone e a schivare le conseguenze delle sue azioni, probabilmente una punizione, è la prova che una battuta pronta ed efficace può azzerare le differenze tra figure appartenenti a livelli diversi della scala sociale. Qui Chichibio, con la sua sola sfacciataggine e astuzia, riesce a prendere una posizione di potere anche se lui di potere non ne ha.
Il cuoco è uno di quei personaggi di estrazione sociale bassa che riescono a comportarsi alla pari con i nobili, grazie alla loro furbizia ed abilità oratoria.
E voi avete mai letto Il Decamerone? Conoscevate questa novella? Vi aspettiamo nei commenti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chichibio e la gru: trama e analisi della novella di Boccaccio
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