Christian Mascheroni nasce a Como nel 1974. Il suo primo romanzo
è ‘Impronte di pioggia’ pubblicato da L’Ambaradan nel dicembre 2005.
Escono alcuni suoi racconti in antologie prestigiose finché dall’ottobre
2007 lo adotta la casa editrice Las Vegas edizioni per la quale sono usciti
il racconto ‘R.E.S.P.E.C.T.’ nell’antologia ‘Viva Las Vegas’ a inizio 2008,
il suo secondo romanzo ‘Attraversami’ vincitore del premio Editoria
Indipendente di Qualità e, sempre per Las Vegas nel 2009, ‘Alex fa
due passi’, piccolo caso editoriale del web. Si occupa di letteratura anche
in TV: è infatti autore e volto della trasmissione ‘Ti racconto un libro’ in
onda su Iris.
Christian, intanto ti do il benvenuto a quella che non sarà la solita
intervista chilometrica, ma solo 4 chiacchiere contate.
- Prima chiacchiera: Il tuo Alex di passi ne ha fatti un po’ più di due
finendo addirittura al primo posto nella classifica degli eBook più
venduti su Book Republic. Che idea ti sei fatto dell’inarrestabile
evoluzione che si ripercuote anche sulla letteratura, sempre più
digitalizzata? I prezzi stracciati delle versioni digitali potrebbero
giocare un ruolo fondamentale nella ripresa della lettura in Italia? Ti
fa paura un futuro privato delle sensazioni che ti dà un libro fatto di
pagine, sfogliarlo, sentire l’odore della carta, un futuro senza librerie?
Innanzitutto ciao Matteo e grazie, adesso mi metto le cuffie e cerco di
rispondere alle domande con quella matassa fulminata che dovrebbe
chiamarsi ancora cervello! Devo onestamente dirti che la tecnologia
mi ha sempre affascinato, tanto che quest’anno, per capire meglio
l’evoluzione degli e-book sono andato alla redazione di Wired ed ho
provato a maneggiare un e-book reader intervistando l’espertissimo
Riccardo Meggiato. Le sue applicazioni sono straordinarie e l’idea che
possa essere uno strumento di divulgazione mi piace. Infatti non credo
che possa soppiantare i libri, perché la carta, il suo odore, il suo calore al
tatto, l’emozione di sfogliarlo, non si perderà. Credo invece che si avrà una
democratizzazione delle proposte editoriali, e come è successo con “Alex
fa due passi”, si potrà scegliere di far balzare in cima ad una classifica un
libro che forse, in libreria, troverebbe spazio (o nemmeno) in uno degli
scaffali dimenticati da Dio. E’ vero che siamo in un periodo in cui molte
librerie vengono chiuse così come il popolo italiano continua a non essere
un popolo di grandi lettori, tuttavia, se motivati, incuriositi e allettati, molti
potrebbero avvicinarsi al mondo dei libri proprio grazie all’interattività
con un e-book reader o un supporto tecnologico. Basta vedere i social
network, che sono diventati preziosissimi per le case editrici per farsi
conoscere e, sempre di più, per farsi ascoltare e condividere esperienze
culturali importanti.
- Seconda chiacchiera: Dopo una lunga battaglia vinta, sei riuscito a
portare i libri in TV nella trasmissione ‘Ti racconto un libro’ in onda
su Iris e divenuta un punto di riferimento per tutti gli appassionati
di letteratura. Come sei arrivato alla conduzione di ‘Ti racconto
un libro’ e come hai convinto il direttore di rete a sostenerla in un
momento in cui in televisione sembrano avere vita facile soltanto i
reality e gli show dei sentimenti condotti dalla De Filippi?
L’occasione si è presentata nel 2008. Su Iris, che era appena nata, avevano
deciso di mandare in onda una brevissima rubrica di Gian Arturo Ferrari
dove, in cinque minuti, si recensivano e consigliavano romanzi. Parlando
con la produttrice si è pensato di dare più consistenza ed osare di più, e
sono nate la mia rubrica Cinelibri, ovvero i film che si basano su un libro
e l’intervista “5 W”, ovvero ritratti a scrittori attraverso le famose W del
giornalismo anglosassone. Tra le primissime andarono in onda Walter Siti,
Giuseppe Genna e Valeria Parrella. Poco tempo dopo, grazie anche alla
crescita della rete, c’è stato il grande salto e, al posto di Ferrari, la rete ha
deciso di dare in mano il programma a me e a Marta Perego che lavora
per Class. Il binomio ha funzionato ed è nato il vero e proprio Ti racconto
un libro, ovvero un magazine di oltre 25 minuti. La cosa fondamentale
è stata che hanno subito creduto nel taglio e nelle proposte che abbiamo
presentato, ovvero non solo intervistare grandi scrittori e parlare di libri,
ma presentare al pubblico i volti inediti della cultura. Piccole case editrici,
festival letterari, eventi indipendenti, curiosità, inchieste e attualità, le
librerie, i mestieri dell’editoria e tanto altro. Tra me e Marta abbiamo
intervistato più di 500 scrittori, ed oggi Ti racconto un libro conta diversi
collaboratori, un seguito di fedelissimi e, per la prima volta, gli speciali.
Girando l’Italia, ho scoperto che l’amore per i libri, nel nostro paese, è
forte, tuttavia manca il supporto e la stampa non dà ancora il giusto risalto
alla cultura fatta dal popolo e non dai grandi numeri e dai best seller.
- Terza chiacchiera: La tua scrittura rappresenta un raro caso di
accordo fra la critica, che ti consegna il premio Editoria Indipendente
di Qualità per il romanzo ‘Attraversami’, e il pubblico dei lettori che
si scatena con ‘Alex fa due passi’ riuscendo a far sfigurare gente come
Ken Follett, Michela Murgia o Silvia Avallone su Book Republic.
Quando ti sei accorto di essere bravo con le parole? C’è qualcuno a
cui devi dire grazie per la tua crescita artistica?
Ok…adesso mi viene seriamente il dubbio che questa domanda fosse
destinata ad un altro scrittore! Grazie, troppo gentile, non credo di meritare
tanto e non per falsa modestia, ma per uno spirito critico che mi spinge
a maturare e a crescere. Amo molto le parole, ma ti confesso che ho
un pessimo rapporto con il mio vocabolario, nel senso che posso stare
delle ore per cercare la parola esatta per esprimere un concetto o rendere
emozionante un periodo. Quando poi mi rileggo penso sempre che scrittori
come Michael Cunnigham, Peter Cameron o Elizabeth Strout potrebbero
scrivere la stessa cosa in un minuto e mentre guardano un film o giocano a
carte! Esagero naturalmente, ma a volte è difficilissimo esprimere a parole
–parole scritte soprattutto- il flusso di pensieri ed emozioni che provo
e che vorrei trasferire al lettore. Per questo la gioia più grande la provo
quando qualche lettore mi dice di essersi emozionato o di essersi ritrovato
in un mio libro. Penso di dover fare tanta, tanta strada. Non credo nel puro
talento. Bisogna comunque studiare tanto e leggere tanto. Per fortuna ho
molte persone da ringraziare, dal mio primo editore, Roberto Forno, al
mio editore di ora, Andrea Malabaila, che non dimentica mai di essere,
per prima cosa, un essere umano di grande cuore. Di certo non posso non
ringraziare la mia prima sostenitrice, la professoressa di italiano delle
scuole medie, Assunta Bordoni, e i miei genitori, i miei angeli.
- Quarta chiacchiera: Concludo con una curiosità da divoratore di
libri discretamente invidioso. Hai la possibilità di avvicinare i più
grandi nomi della letteratura italiana e direi mondiale considerato il
calibro di certe interviste che hai realizzato per la trasmissione. Hai
mai intervistato qualcuno dei tuoi autori preferiti? È mai capitato
che l’incontro reale deludesse le aspettative nutrite in anni di letture
appassionate? Ce ne racconti qualcuna che ti è rimasta nel cuore o che
ti ha fatto arrabbiare a morte?
Ti racconto un libro, o TRUL come lo chiamo ormai, mi ha permesso di
incontrare alcuni degli autori che amo più al mondo. Sono molto, molto
fortunato da questo punto di vista. In assoluto gli incontri più emozionanti
sono stati con i tre premi Pulitzer: Michael Cunningham, modesto e alla
mano, la splendida Elizabeth Strout, che mi ha commosso per sensibilità e
gentilezza, e Richard Russo. Edmund White e Peter Cameron sono per me
delle deità, e ti puoi immaginare quanto sia stato straordinario intervistarli
e chiacchierare con loro. Con Megan Abbott c’è stato un bellissimo feeling
dalla prima domanda e mi è stato illuminante incontrare Colum McCann,
scrittore dal talento invidiabile e Johan Harstad. Con alcuni scrittori
italiani è nato un bel rapporto di stima e di amicizia, come con Luigi
Romolo Carrino, che ritengo bravissimo, Marilù Oliva, Mattia Signorini,
Marco Missiroli, Gabriele Dadati, Alcide Pierantozzi, che ammiro
tantissimo. Ho amato molto l’intervista a Paolo Ruffilli, poeta e uomo
raffinato e sensibile, simpaticissima Violetta Bellocchio e commovente,
per sincerità, Paolo Maurensig. Delusioni poche direi… in particolare da
una scrittrice i cui libri sono fuoco, terra, pura emozione e di persona,
invece, è una che non ti guarda nemmeno negli occhi e si atteggia da diva.
Però rimane una scrittrice impareggiabile… peccato.
- Questa era l’ultima chiacchiera: non mi resta che salutarti e
ringraziarti per aver accettato il mio invito, facendoti molti in bocca al
lupo per il tuo futuro. Se vuoi lasciare un messaggio al mondo intero,
qui puoi farlo.
Ho spesso pensato di smettere di scrivere per paura di non essere
abbastanza bravo. Poi penso al fatto che non giudico mai il mio modo di
respirare o camminare. Semplicemente respiro e cammino. Allo stesso
modo, essendo la scrittura una manifestazione della mia vita, non devo far
altro che scrivere e amare il solo fatto di farlo.
P.S. se siete arrivati fino a qui a leggere le mie risposte,
grazie!!!!!!!!!!!!!!!!!
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