Ciao, a domani
- Autore: William Maxwell
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marsilio
William Maxwell è nato nel 1908 in Illinois e la sua carriera di curatore editoriale per il New Yorker è durata quasi quarant’anni, facendolo diventare un punto di riferimento, alle volte al confine tra il confidente e il mentore, di scrittori del calibro di John Updike, John Cheever, J. D. Salinger, Vladimir Nabokov e Maeve Brennan.
Nel corso della sua vita da autore ha pubblicato romanzi e racconti brevi, legati da una chiara vena autobiografica. Ciao, a domani è uscito nel 1980, quando Maxwell aveva settantadue anni.
Il romanzo, breve e asciutto, racconta di una coppia di ragazzini, uno alle prese con la perdita della madre e l’altro con le conseguenze di un omicidio perpetrato dal padre per motivi di gelosia. Solitari e costretti a conoscere prematuramente il lato tragico della vita, i due iniziano un’amicizia che dopo un ordinario saluto, un arrivederci come tanti, si arresta e perde l’occasione di ripartire.
Il narratore, uno dei due ragazzini diventato ormai vecchio, ripercorre quel momento lontano, dichiarando da subito che la memoria è una fonte inaffidabile:
Ciò che noi, o perlomeno ciò che io, fiduciosamente, chiamo memoria – intendo un momento, una scena, un fatto che è rimasto impresso e quindi è sfuggito all’oblio – è in realtà una narrazione che va continuamente avanti nella mente; e il racconto spesso muta a furia di narrarlo. Troppi interessi emotivi in conflitto fra loro vi sono di mezzo perché la vita possa essere interamente accettabile, e magari compito del narratore è quello di riordinare le cose in modo tale da renderle conformi a questo fine. Comunque parlando del passato noi mentiamo a ogni emissione di voce.
Un tono di quieta malinconia percorre l’intera opera, che Michael Ondaatje ha descritto come “uno dei grandi libri del nostro tempo. Una delicata miniatura che racchiude tutti i nostri dispiaceri, le verità e l’amore più profondi”.
Celato dietro alla sua apparenza discreta, al cuore drammatico della trama che in fondo è solo un modo per parlare di altro, in Ciao, a domani c’è qualcosa di universale, e per questo potentissimo. Il desiderio che emerge dalle parole di chi narra, infatti, è fare pace con il passato, quel passato che sa raggiungerci in qualsiasi momento con i suoi echi e farci combattere con un rimpianto, un dubbio, una parola non detta o un gesto non compiuto.
Ciao a domani
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