Foto di Marzia Perini
Cité. Città. Dai vicoli nascosti. Dalle strade malfamate. Dal male nascosto. Dalle paure più vere. Dai loschi affari. Capace di celare nelle sue ombre imprevedibili declinazioni di ogni male reale e dell’anima.
Così appare le città di Marsiglia nell’ultimo graphic novel della collana Tempesta di Round Robin Editrice dedicata al Thriller e Noir, presentato al venerdì 19 maggio 2022 al Salone del libro ospitato dalla regione Lazio.
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“Cité”, questo il titolo, vede unite assieme la penna di Massimo Carlotto, autore tra i più elevati in Italia del genere Noir, e l’abilità grafica di Irene Carbone, illustratrice e fumettista torinese.
Il primo “esperimento” lo ha definito Massimo Carlotto “in questa arte che mette a “visione la sua scrittura”, il suo stile narrativo”.
Luigi Politano, editore di Round Robin che ha fortemente voluto questa unione letterario visiva, lo ha definito “un esperimento riuscito che potrebbe essere un prequel” della protagonista, il commissario Bernadette Bourdet (BB per gli amici), apparsa nel romanzo “Respiro Corto” e di cui molti di voi lettori di Sololibri ricorderanno le caratteristiche identificative: brutta, ribelle, cattiva e lesbica.
“La storia è un giallo” ci ha detto Massimo Carlotto
“non può e non deve essere raccontata, diversamente perderebbe il suo valore: quello di scoprire intreccio e motivazioni del delitto e degli atti che Bernadette compie o è portata a compiere.”
“BB non è un poliziotto amato. Per i metodi e per quello che è. Donna che ama le donne. Poliziotto investigatore che soffoca il male con il male. Direttamente. Dando pan per focaccia a chi lo provoca quel male. A chi lo sbandiera. Unica vera chiave di imposizione di lettura e di vincita (o rivincita) sul reale.”
Questa indagine che Carlotto affida a Bernadette Bourdet nella Cité di Marsiglia si percepisce essere non come le altre. Il filo di inchiostro dei disegni di Irene Carbone, che la impreziosiscono, lo dicono da subito.
È una storia intrigante. L’andirivieni dei personaggi, delle situazioni, dei demoni acquistano forza sempre maggiore mano a mano che le tavole si susseguono incalzandosi.
Non possiamo certo qui dare indicazioni sulla storia e il suo svolgimento, negando agli amanti dei due generi il piacere dalla lettura. Quello che certo possiamo dire è che le atmosfere del fumetto non fanno perdere lo spessore narrativo tipo dell’opera di Carlotto.
La penna acquerellata di Irene Carbone sembra, anzi, darne ancor più significato e concretezza. Il crimine e i fatti sono tattili e tangibili. Né la narrazione o la suspense perdono smalto.
E la città Marsiglia, influenzatrice e spettatrice di tutto e del tutto, imperativa diventa centrale. Il racconto visivo, nel suo aspetto tensivo, così si avvicina allo storyboard cinematografico. I personaggi si esaltano, diventando parte integrante di lei.
Irene Carbone e Massimo Carlotto hanno un profondo equilibrio in questo percepibile dalle tavole narrate. Il secondo ha affidato a pieno titolo le sue parole a Irene.
Carbone, da parte sua, non si è intimorita, anzi ha immaginato e rappresentato magistralmente il tutto, dando voce visiva alle parole non solo attraverso il tratto, ma anche, e soprattutto, servendosi del colore.
“Non a caso ho accettato la sfida di questo Graphic novel. Considero Cité quasi uno spin-off di Respiro Corto.”
Sottolinea Massimo Carlotto.
“Mi interessava che Marsiglia si vedesse. E Irene con la sua grafica fatta di linee e colori ha reso il tutto alla perfezione. Ha fin da subito centrato il punto e il focus su Marsiglia e le sue Cité”
“Io sono abituato a scrivere i testi. Irene, invece, ha il disegno dalla sua. Ed è stata capace di focalizzare da subito fattezze e spessore delle ambientazioni e dei personaggi che da sempre avevo in mente.”
“Con Cité volevo modernizzare” ci dice continuando Carlotto “il precedente romanzo che la raccontava. Volevo raccontare le “Cité” appunto. Quella soluzione architettonico urbanistica tipica delle città francesi e che trova tra i suoi occupanti non certo la creme della società francese. Ma la malavita. Italiana, prima, e poi di importazione mediterranea e oltre.”
Afferma invece Irene Carbone:
“Per me è stata una sfida. Oltre gli standard classici del fumetto. Dove il protagonista violento (e non solo) è un uomo. Quasi per definizione. Magari anche tenebroso e maledetto.
Qui il personaggio è una donna brutta ma di un carismatico assoluto.
Sfida nella sfida è stato anche descrivere visivamente Marsiglia. Non solo architettonicamente ma nelle sue atmosfere.
In questo mi ha aiutato il linguaggio dei colori. Distinguendo i buoni dai cattivi. Ho deciso di utilizzare delle palette “disturbanti”. Soprattutto nella seconda vicenda narrata. Nel prima, invece, i colori che ho utilizzato sono quelli che rimandano alla morte.”
Una scelta davvero azzeccata quella di Irene Carbone, che permette sin da subito (anche al lettore neofita o non amante del genere) l’identificazione dei tratti narrativi. Il rosso (nella prima parte della vicenda) è il segreto, la violenza, la morte.
Il verde acido, nella seconda, è criminalità pura, applicata da tutto e da tutti (BB compresa), che si realizza in azioni ai limiti della morale.
Un aiuto e scelta (quella dei colori) che si è rivela vincente anche per la descrizione di Marsiglia, città complicata. Dice Carlotto
“Marsiglia non è francese, ma mediterranea. Ambigua. A vicoli dissibili e stretti. Come I personaggi che la percorrono (Bernadette in testa). Ma è anche una città “corale” che supporta situazione e personaggi.”
Si aggancia Carbone:
“La coralità di Marsiglia mi ha aiutata molto. Nel fumetto ci sono due ambienti chiusi ricorrenti dove si svolgono i fatti (indagini e delitto). Marsiglia, però, non è solo interrazionalità. Almeno non quella del nord est che solitamente racconto.”
“La Marsiglia che scoprirete sia nei disegni che nella narrazione, non è paga si trasformazioni che fanno l’occhiolino alla radicalizzazione della criminalità. I personaggi ne subiscono il fascino e le conseguenze e il graphic novel non ne fa mistero né a parole né a disegni.”
Conclude Carlotto.
L’invito (di entrambi gli autori e a cui ci uniamo convinti) è quello di sfogliarlo, leggerlo, vedere "Cité", come le pagine di un’anima, che ha colore nei suoi pensieri.
Perché, come ci disse il grande fumettista Milo Manara siglandoci uno dei suoi meravigliosi libri:
"vedi... il fumetto non nasconde né edulcora. Mette in “visione e in vista" i pensieri e gli atti che la realtà delle cose e degli uomini rappresentano. A noi goderne… sapientemente".
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Cité: il graphic novel di Massimo Carlotto presentato al Salone del libro 2022
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