Codice Pyramid
- Autore: David Gibbins
- Genere: Avventura
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2015
La Città della Luce il segreto del faraone eretico Akhenaton
È meglio un gran libro o un libro grande (domanda da spot pubblicitario di qualche decennio fa)? Possibilmente, tutti e due, per rispondere alla Catalano. “Codice Pyramid” di David Gibbins (Newton Compton, 336 pagine 9,90 euro) è senz’altro un romanzo notevole per i contenuti, un appassionante archeo-action, ma è pure un libro fisicamente di tutto rispetto, secondo la linea di mercato della casa editrice romana, che mette in vendita a prezzi di copertina da tascabile dei libri in tutto e per tutto identici ai volumi del formato oggi migliore. 24x15 centimetri, copertina rigida e sovracopertina a colori per l’ennesimo bestseller del docente canadese di archeologia e ricercatore esperto del Mediterraneo antico (nel 2005, il primo romanzo, “Atlantis”, è stato tradotto in ventotto lingue).
Non c’è Gibbins senza Jack Howard: l’Indiana Jones di David è un archeologo subacqueo con un passato nella Marina britannica, padrone delle profondità del mare e al tempo stesso schiavo dell’elemento liquido che attratte gli uomini col suo fascino, i misteri, i segreti di millenni.
È nelle acque, a Suez, che sprofondano due armate di carri da guerra dell’esercito egizio, nel 1343 a.C., all’inseguimento dei prigionieri israeliti fuggiti con Mosè nel deserto. Ed è sempre in acqua che, 2500 e più anni dopo, un ingegnoso francese sperimenta un prototipo di respiratore subacqueo moderno, mettendo la sua tecnica e le relative potenzialità di impiego lavorativo, già da sommozzatore più che da palombaro, al servizio di una committenza che cerca tesori nascosti nello sconfinato territorio egiziano.
È con i due periodi storici, l’età del faraone monoteista Akhenaton e l’ultimo decennio del 1800, che si collegano le ricerche di Jack e dell’amico di sempre Costas, a caccia nel canale di meraviglie sottomarine di epoca egizia. C’è una pietra antichissima, con un’iscrizione che disegna una mappa misteriosa e guida a qualcosa sepolto sotto i piedi di chi attraversa l’altopiano di Giza: la Città della Luce di Akhenaton, marito di Nefertiti e padre di Tutankhamon, oltre che amico stretto di Mosè, che aveva avuto la sua stessa rivelazione di un unico dio, trasmettendola al popolo.
Howard scopre che tremila anni fa il faraone aveva inscenato insieme al sodale ebreo una sorta di epica soluzione finale, in anticipo su Hitler, provocando il disastro a precipizio in mare delle sue truppe scatenate contro gli schiavi fuggiti. In questo modo aveva raggiunto due obiettivi: da una parte liberare il popolo ebreo, tanto non se ne sarebbe sentito parlare più, una volta tornato nelle regioni al di là del Sinai; dall’altra, sfruttando la considerazione che una vittoria risulta tanto più gloriosa quanto più conquistato a caro prezzo, aveva programmato il drammatico eccidio dei suoi, scatenati all’assalto e franati in un precipizio celato ai loro occhi eccitati di inseguitori. Sarebbe così tornato ad Amarna con un pugno di superstiti a raccontare di una grande vittoria, in cui però l’intervento divino aveva voluto che vincitori e vinti fossero inghiottiti dal Mar Rosso. Dall’episodio era uscito rafforzato, non solo per la presunta vittoria, anche per essere miracolosamente sopravvissuto. Gibbins lo vede, quindi, non solo come complice attivo dell’Esodo celebrato dalla Bibbia, ma addirittura come colui che lo avrebbe progettato e attuato.
I percorsi tra storia, archeologia e tecniche subacquee guidano Jack, la figlia diciannovenne Rebecca, Costas e gli altri collaboratori sulle coordinate della straordinaria piramide di Micerino.
Nel brillante racconto, apprendendo nel corso della lettura che il re cretese Minosse era in realtà una donna, alla testa di un piccolo esercito di mercenarie (era una regina guerriera minoica, come Boadicea o una Valchiria), c’è da scoprire di un disertore inglese disperso per anni nei cunicoli sotto il deserto, che custodiscono il segreto prezioso, ma ovviamente pericoloso, del faraone eretico.
Una curiosità: ogni capitolo è aperto da due geroglifici uguali, che in egiziano antico rappresentano la parola Israele.
Codice Pyramid (eNewton Narrativa)
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Veramente una delusione nonostante un tema interessante ed un’idea orginale.
Dopo le prime 100 pagine sto pensando seriamente di abbandonare la lettura.
Azione lenta e continuamente inframmezzata da momenti di memoria, citazioni e considerazioni poco in linea con lo svolgimento dell’azione stessa.
Dialoghi inverosimili tra Archeologi (specialisti) al solo scopo di portare al lettore informazioni che si ritengono utili per la trama o per magnificare l’attività del protagonista, che sembrerebbe avere preso parte ad ognuna delle più importanti scoperte archeologiche dell’ultimo ventennio.
Peraltro le informazioni storiche ed archeologiche sarebbero sicuramente degne di essere maggiormente sviluppate e non solo accennate.
Una scrittura di fatto noiosa che non riesce a supportare in maniera adeguata un’idea di base che sarebbe stata avvincente. Peccato