Colpa d’amore
- Autore: Elizabeth von Arnim
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Bollati Boringhieri
- Anno di pubblicazione: 2018
“Colpa d’amore” (Bollati Boringhieri edizione digitale 2018, Collana “Varianti”, titolo originale Expiation, traduzione di Simona Garavelli) di Elizabeth von Arnim, pseudonimo di Mary Annette Beauchamp (1866-1941), fu pubblicato nel 1929 nella prima edizione in lingua inglese, dalla romanziera britannica nata in Australia, con lo pseudonimo di Elizabeth senza cognome.
Milly sedeva immobile. Il viso tondo e pallido era privo d’espressione. Gli occhi fissi sulle mani che, paffute e inerti, giacevano intrecciate sul grembo ricoperto di nero come se non le appartenessero. Da quando era successo era rimasta così, seduta in silenzio a guardarsi le mani.
La “povera piccola” Milly Bott, era appena rimasta vedova di Ernest Bott, un facoltoso uomo d’affari morto in un incidente automobilistico, che risiedeva a Titford in una bella casa rossa di mattoni di Mandeville Park Road. Titford, importante sobborgo a sud di Londra aveva in alta stima i Bott, le cui fortune erano in continua ascesa. Infatti, i Bott costituivano la spina dorsale della comunità, perché sovvenzionavano, presiedevano, tenevano discorsi, inauguravano. Titford pullulava di Bott, ognuno dei quali era un vanto. La comunità di Titford aveva deciso che la moglie di Ernest Bott era una vera lady, e l’aveva presa a benvolere. A breve sarebbero stati venticinque anni da che Ernest aveva portato la moglie nella sua dimora. A quei tempi Milly:
era una cosina sottile, poco più di un acchiappamosche, e con un’aria assurdamente giovane per essere la moglie di un uomo che si avvicinava alla mezza età.
Gli anni si erano susseguiti irreprensibili e confortevoli e Milly, grazie all’agiatezza, si era trasformata: a quarantacinque anni, era diventata una donna pienotta, con pelle chiara e occhi da colomba, fossette sulle mani paffute e una testa dalla chioma lucente e gradevole, del colore della rispettabilità. Il pettegolezzo era estraneo a Milly, le critiche non la sfioravano ed era un vanto per la famiglia e per la cittadina. Per quale motivo, una volta aperto e letto il testamento di Ernest Bott, quest’ultimo aveva lasciato alla consorte “soltanto mille sterline, mille miserabili sterline, di tutte le centinaia di migliaia che aveva”, mentre tutto il resto sarebbe andato “a una maledetta opera pia?”.
Elizabeth von Arnim nata a Kiribilli Point, in Australia, da una famiglia della borghesia coloniale inglese, era cugina della scrittrice Katherine Mansfield. Visse a Londra, Berlino, in Polonia e infine negli Stati Uniti. Si sposò due volte, ma entrambi i matrimoni furono infelici, ed ebbe cinque figli, fra i cui precettori ci furono E.M. Forster e Hugh Walpole. Fra un’unione matrimoniale e un’altra la donna fu l’amante di H. G. Wells, che la descrisse non a torto, come “la donna più intelligente della sua epoca”. Scrittrice molto prolifica e di grande successo, citiamo per tutti il celebre romanzo “Un incantevole aprile” (1922), dal quale fu tratto il film omonimo nel 1991 diretto da Mike Newell. La von Arnim ebbe una vita ricca di esperienze sentimentali e di vario genere e riversò nei suoi libri tutte quelle esperienze e conoscenze, che contribuirono a formare il proprio carattere forte e indipendente.
Emblematica in tal senso l’assurda vicenda della protagonista di queste pagine scritte con autentica partecipazione, che raccontano una storia purtroppo sempre attuale. Milly Bott è costretta dalla propria coscienza e dall’egoismo di parenti e pseudo amici a espiare una colpa. Una “colpa gravissima” peraltro: l’aver amato un uomo e quindi avere intrattenuto una relazione clandestina con un professore di Oxford, che alla fine si sarebbe rivelato un pusillanime, una vera delusione. Non brillano per coraggio e determinazione i personaggi maschili nei romanzi della von Arnim, anche se spesso e volentieri la sagace e ironica scrittrice concede loro un’occasione di riscatto.
Ha scritto, dopo averti lasciato le mille sterline, premurandosi di specificare bene la parola solo, che già di per sé è uno schiaffo in faccia – oh, questa faccenda mi lascia esterrefatto –, “Mia moglie sa il perché”».
Colpa d'amore
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