Colpite al cuore di Carter Dickson

Carter Dickson è stato uno scrittore di polizieschi principalmente ma poi ha scritto gialli di tutti i tipi, maestro degli “enigmi a camera chiusa”, ovvero trame dove l’assassino non si capisce dove si celi, perché la casa o la camera sono totalmente chiuse ed estranee al mondo esterno.
Carter Dickson è lo pseudonimo di John Dickson Carr, statunitense, fece fortuna coi polizieschi guadagnando molti soldi che finivano presto tra cocktail e whiskey, sigarette, night club e, di conseguenza, era costretto a scrivere molto.

Tra i suoi romanzi, avendone scritti tanti, Dickson arrivò addirittura a prendere in giro sé stesso e di rimando giocava col lettore appassionato dei suoi scritti.
Nelle pagine di Colpite al cuore (giallo Mondadori, 2023, trad. di Mauro Boncompagni) l’autore prende in giro una borghesia prima del secondo conflitto bellico, che vive a Cheltenham, non troppo vicina a Londra, ma cerca di avere le velleità tipiche di chi vive in una grande città.
Vicky Fame è una signora bella e gentile, dal cuore di pietra da quando ha scoperto che il marito Arthur Fame, di professione avvocato, la tradisce. Anche se lei, un poco una Emma Bovary, non sta certo a piangere. Si è incapricciata di un giovane militare, Frank Sharpless.
In questo periodo di tempo la coppia sta ospitando anche lo zio di lui, Hubert Fame. Doveva essere per pochi giorni, ma il signor Hubert sta vivendo in quella dimora da mesi e non si dimentica di chiedere al nipote almeno due sterline al giorno, come se avesse un potere oscuro sull’avvocato capace di farsi pagare un riscatto per qualcosa commesso in passato.
Ann Browning è forse la migliore amica di Vicky o lo è diventata perché le case dove vivono sono adiacenti. Ma non diremo molto, ci limitiamo solo a presentare i maggiori protagonisti, tra cui c’è Sir Henry Merrivale, detto “Il Vecchio” sa incastrare da anni assassini e vincere nelle corse di cavalli.
La stazza è simile a quella di Winston Churchill tanto che, con lo scrittore Philip Courtney, sta scrivendo la sua autobiografia, scritta non di suo pugno, ma non importa perché Phil, come un buon editor di oggi, taglia i particolari insignificanti senza discuterne con il protagonista del libro.

Da ultimo la servitù: la signora Propper, che dopo il duro lavoro come cuoca, va a dormire ogni sera alle nove di sera, cascasse il mondo. E poi c’è Daisy Fenton, la cameriera tuttofare che aiuta Mrs Fame. Pettegola e impicciona, ma con il cuore proteso verso la sua padrona.

In una sera di caldo infernale di fine luglio sono tutti pronti a prendere il caffè, tra loro, anche se c’era in più il dottor Rich, radiato dall’albo dei medici, perché si era spinto troppo oltre con giovanissime pazienti. E ci fermiamo qui.

Libro notevole pieno di sottigliezze, che a volte sa essere cinicamente divertente e soprattutto british fino all’osso. Si può certo dire che questi personaggi avessero un sesto senso. È che gli scrittori di quell’epoca leggevano tanto, quindi uno statunitense come Dickson sapeva alla perfezione come muovere le fila della trama.
In un parte del libro troviamo, a proposito, un’acuta osservazione:

Si capiva che che quella biblioteca veniva usata molto di rado. Dentro si respirava un’aria greve, tipica di posti del genere...(...)... I libri, chiaramente comprati per motivi estetici e mai letti).