Combatti per Roma
- Autore: Douglas Jackson
- Genere: Avventura
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2015
Da Eroe di Roma a Difensore dell’Urbe, Valerio è tribuno onorario del Pretorio.
Una mano di legno di noce al posto della destra. L’amputazione è il prezzo che Gaio Valerio Verre ha dovuto pagare per vivere, al termine del romanzo precedente (“L’eroe di Roma”, Newton Compton, 2012). Una protesi modellata per reggere uno scudo o portare una torcia. È la novità che si apprende presto nel sequel, sempre a firma dell’ottimo Douglas Jackson e ancora per i tipi Newton: “Il difensore di Roma”, 332 pagine, un gran volume al costo di un tascabile, 9,90 euro.
Valerio ha fronteggiato in Britannia la rivolta di Budicca nel 59 dopo Cristo e ha visto sconfiggere definitivamente la regina degli Iceni, ribelle alla conquista romana dell’isola. Il giovane patrizio è stato tradito e allo stesso tempo salvato da Maeve, la ragazza celta che ricambiava il suo amore, poi caduta in battaglia. Sulle prime, la mutilazione subita e la perdita della bella celta lo avevano affranto, ma si era scosso e il duro addestramento intrapreso in una scuola gladiatoria gli ha insegnato a impugnare armi con la sinistra meglio di quanto avesse mai fatto con la destra.
Prima di servire nella Ventesima Legione in Britannia era acerbo, ingenuo ed egoista. La vita militare lo ha temprato e il sacrificio dell’arto voluto da Maeve gli ha offerto un’opportunità preziosa per il resto della vita. Ora è un uomo nuovo.
È tornato a Roma, ha ventisei anni e il padre Lucio lo ha allontanato dalle armi, avvinandolo al patrocinio legale, in cui il giovane eccelle, come faceva in prima linea. L’avvocatura apre la via del Senato alla famiglia, è una grande occasione per un ramo dell’importante gens Valeria. Qualcosa lo turba, però, l’adorata sorella Olivia è molto malata, vive in uno stato di catalessi e lui si rivolge ad un
medico giudeo per cercare una terapia efficace.
A preoccuparlo è anche l’egocentrico, squilibrato, cinico, pericoloso Nerone, che ha bisogno di lui. Per l’imperatore, Roma è un covo di traditori. Sospetta soprattutto dei seguaci di un certo Cristo, un piantagrane morto sulla croce in Giudea, una trentina di anni prima. Aveva promesso ai suoi fedeli la vita eterna, dicono e qualcuno si è bevuto quella storia. Alcuni sarebbero pronti a fare qualsiasi cosa in suo nome e si riuniscono segretamente nell’Urbe, praticando riti misteriosi e bevendo il sangue dei fanciulli.
Come Valerio, Nerone è stato educato da Seneca a non credere senza prove. Per questo, lo incarica di verificare, nominandolo Difensore di Roma. Deve individuare i cristiani e riferire i nomi a Torquato, il capo della guardia pretoriana. Si tratta di indagare tra i 20mila ebrei di Porta Capena e dintorni, gran parte dei quali odia questo Cristo quanto i romani. Solo pochi lo amano. Per ora.
L’imperatore consegna a Verre un sigillo ufficiale e gli concede il titolo di tribuno onorario dei pretoriani. A quanto pare, il credo del galileo crocifisso si allarga come una malattia nella capitale. Ed è un morbo insidioso, predicando la pace rende imbelli e quindi rischia di indebolire l’impero. In particolare, Valerio deve cercare un uomo, un pescatore della Galilea, che si racconta abbia visto Cristo camminare sulle acque. Lo chiamano la Pietra di Roma, è la chiave di tutta la congiura, che si teme abbia già contaminato il Senato, perchè esercita un fascino attrattivo sui nobili e sui ricchi. Infatti, la promessa della vita eterna non attrae gran che i poveri, che conducono un’esistenza grama.
Questo Pietro è colui che officia i riti segreti dei cristiani, è un galileo furbo, inafferrabile, spiega a Valerio il prefetto del Pretorio, Torquato. È introvabile, in sei mesi di ricerche insistenti non sono riusciti a mettersi sulle sue tracce né i pretoriani né uno degli uomini più pericolosi della città, Lucio Licinio Rodano, semplice centurione ma sicario preferito da Nerone.
L’incontro con la religione che sta conquistando il mondo lascerà il segno su Valerio. È affascinante assistere alle iniziative movimentate e coraggiose del giovane e alle vicende dei tanti che si muovono in un romanzo sempre corale, nel vivo di episodi epici, dall’incendio che distrusse gran parte di Roma a un devastante terremoto nel territorio di Partenope, al martirio dell’apostolo Pietro, crocifisso sul colle Vaticano a testa ingiù, su sua richiesta.
Tra licenze e fedeltà storiche, i romanzi di Jackson si confermano indimenticabili.
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