Come io vedo il mondo - La teoria della relatività
- Autore: Albert Einstein
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2016
Albert Einstein, uno dei maggiori geni dell’umanità, ha posto un’equivalenza tra natura ed energia. La sua formula E=mc2 (l’energia è uguale alla massa di un corpo moltiplicato per il quadrato della sua velocità massima, quella della luce) apre scenari affascinanti, persino inquietanti per certi versi, sulla natura del mondo (che non è quella che i sensi umani riescono a rappresentare e a farci percepire) e soprattutto sulla realtà del tempo, dunque sulla nostra stessa realtà. Esiste una sostanza, una stoffa segreta, "stuff" secondo la bella espressione usata da Shakespeare, di cui è fatto il cosmo, ma pure i nostri sogni.
La formula einsteiniana ha lo straordinario potere di eliminare il contrasto quasi insanabile tra la visione materialista e quella spiritualista. Infatti il racconto biblico della Creazione, simbolico e poetico, parla di un misterioso soffio, "Ruah" in ebraico, lo "spirito" da cui Dio estrae da sé tutto l’esistente. Automatico scoprire l’affinità tra Ruah, la "sostanza" divina, e l’energia. All’annoso interrogativo filosofico se lo spirito abbia o non abbia una realtà sostanziale viene data una risposta con la teoria della relatività e dei campi di energia. Ma cosa dice lo stesso scienziato riguardo alle problematiche suddette? Chi è l’Einstein filosofo e religioso?
I pensieri del fisico e umanista sono raccolti nel libro Come io vedo il mondo - La teoria della relatività (traduzione di R. Valori, Newton Compton, 2016), una finestra aperta sulla sua mente e sulla sua anima.
Einstein salta con un volo fulmineo tutte le concezioni della divinità vista sotto forma umana ed espone la sua fede in quella che chiama “Religione Cosmica”, appannaggio di grandi pensatori e mistici. Mette vicini Democrito, colui che ha indagato il moto, Francesco d’Assisi con l’amore per ogni creatura e Spinoza, poiché costoro hanno visto con gli occhi della mente la potenza della natura in atto, nella sua bellezza e nelle sue leggi ordinate e supreme. “Deus sive Natura” è la formula di Spinoza, Dio come natura. Einstein pone riguardo anche all’"armonia prestabilita" di Leibnitz, che presuppone una mente ordinatrice e sono le regole del vivere sociale invece, specie l’ordinamento economico, a minare questa armonia naturale.
Ricordiamo che Einstein era anche un appassionato cultore di musica e si dilettava a suonare il violino, da virtuoso. La concezione del Dio cosmico non si rifà ad alcun dogma, è contraria al Dio del terrore, propagandato per millenni per interessi differenti dalla religione e/o per uno sviluppo insufficiente della psiche, mentre:
"Mi pare che sia precisamente la funzione dell’arte e della scienza di risvegliare e mantenere vivo questo sentimento fra coloro che hanno la facoltà di raccoglierlo".
Da notare il ricorso al sentimento, che nulla ha a che vedere con il sentimentalismo, ma piuttosto con la facoltà contemplativa. La bellezza non è dunque estranea o contrapposta alla scienza, ma quanto quest’ultima contribuisce a compire un cammino conoscitivo. "Mirabile accordo tra religione cosmica e scienza", sottolinea. Religione data da leggi che lo scienziato contempla con religioso stupore, sempre da scoprire.
Einstein traccia il cammino della scienza della natura da Keplero alle teorie del campo, fino alla nuova visione dello spazio saturo di campi elettromagnetici, uno spazio vivo, in movimento, dove tempo e spazio costituiscono un continuum non separabile, relativo alla posizione di ogni osservatore collocato in questo universo.
Afferma che il risultato conoscitivo non è di natura razionale, ma intuitivo, ponendosi quindi sulla scia di tutti i pensatori intuizionisti.
"La missione più alta del fisico è dunque la ricerca di queste leggi elementari, le più generali, dalle quali si parte per raggiungere, attraverso semplici deduzioni, la immagine del mondo. Nessun cammino logico conduce a queste leggi elementari, l’intuizione sola, fondata sull’esperienza, ci può condurre ad esse".
È una concezione mirabile, nella quale l’esperienza è necessaria ma non bastevole: a essa si aggiunge un’ispirazione! Poche righe prima egli afferma che il processo deduttivo, ossia partire da una regola generale rilevata per arrivare al particolare, supera di gran lunga le capacità del cervello umano.
Einstein era un uomo umile, mai alla ricerca del successo esteriore, un uomo schivo amante della pace. Il libro contiene il Testamento spirituale, consegnato da Albert a Bertrand Russel e da quest’ultimo diffuso pochi mesi dopo la morte del grande fisico (1955). Documento firmato da altri sette studiosi di fama internazionale compreso Russel, è un inno toccante e preoccupante sul bisogno assoluto di pace, con ammonimenti contro l’uso delle armi nucleari. Il testo termina con una domanda:
"Vogliamo invece scegliere la morte perché non siamo capaci di dimenticare le nostre controversie?"
E si conclude con un monito severo:
"Ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto. Se sarete capaci di farlo vi è aperta la via di un nuovo Paradiso, altrimenti è davanti a voi il rischio della morte universale".
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