Come un delfino
- Autore: Gianluca Pirozzi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
Come un delfino di Gianluca Pirozzi, autore che Soloibri.net già conosce per la recensione del suo precedente libro, Nomi di donna (sempre per L’Erudita, 2016), è un bellissimo romanzo che cambia registri di stile dalla prima alla terza parte, ma anche tra capitoli.
Le prime cinquanta pagine hanno un andamento "proustiano". Siamo a Napoli, Giovanni, detto Vanni scrive dell’amore viscerale che prova per la madre, per la nonna e per il fratello più piccolo, Maso.
Maso è innamorato del fratello, lo ammira, fa tutto quello che Vanni gli chiede. Ogni tanto il fratello più grande prende il sopravvento, ma per amore e complicità. Nasce anche Martina che in ogni caso non cambia l’equilibrio familiare: la mamma sempre indaffarata, la nonna amorevole e il padre, uomo anaffettivo e poco incline alle affettuosità familiari, scultore e insegnante all’Accademia delle Belle Arti.
Giocando con lo slittino da neve, Vanni e Maso hanno un incidente. Se il fratello maggiore riporta solo qualche escoriazione, Maso muore.
Noi lettori da lì in poi capiamo che la vita di Vanni sarà difficile, tormentosa, ma al contempo anche piena di soddisfazioni sentimentali e lavorative. Come se soffrisse e gioisse anche per il fratello morto.
Napoli sta stretta a Vanni e anche per questo non vede l’ora di girare per il mondo. Da giovane il primo viaggio è un corso di inglese frequentato in Inghilterra. Invece per l’Università, Vanni si trasferisce a Roma.
A ventiquattro anni, dopo la laurea e la preparazione di un concorso conosce Federico. Vanni fa molta fatica a pensare che un ragazzo possa innamorarsi di lui.
Questa è l’unica concessione che lo scrittore fa dell’omosessualità e poi per il secondo amore Piermaria, che non ha nessuna intenzione di innamorarsi seriamente di un uomo, perché non vuole deludere la famiglia e poi perché si vede sposato con una ragazza.
Con l’arrivo di Tiago, Vanni arriva ad una maturità sentimentale tale che decade qualsiasi problema dovuto al genere. Chi si aspetta scene di sesso o vita turbolenta rimarrà deluso, perché l’unico progetto che mettono in campo Vanni e Tiago è quello di avere un figlio. Anche se sono distanti, uno a Skopje e Tiago a Mumbai, in India, dove fa il giornalista, hanno trovato la soluzione.
L’amica parigina di Vanni, Amandine, potrebbe portare in grembo un figlio. E così fanno e nasce Tea. La felicità è totale, ma dietro l’angolo c’è ancora dolore di cui però non diremo nulla.
Le ultime trenta pagine di Come un delfino sono le migliori del romanzo perché deflagra tutto e si percepisce una concitazione che cattura.
In un libro perfetto l’unico, innocuo neo è la parte diaristica (era stato il padre di Vanni a dirgli di tenere un diario) dove la città di Skopje è citata continuamente e gli incontri via Skype sono più professionali che amorosi. È anche vero che non hanno nulla da dirsi dal lato sentimentale. Si amano da anni e tanto basta.
Con questo libro ne comprate tre: uno sulla vita infantile e adolescente di Vanni a Napoli, la sua giovinezza a Roma e poi la maturità, come girovago del mondo.
Come un delfino
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