Con gli occhi chiusi
- Autore: Federigo Tozzi
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Italiana
“Con gli occhi chiusi” segna il passaggio dal classico romanzo rurale italiano dell’Ottocento alle inquietudini letterarie del secolo successivo. Uno dei grandi classici della letteratura italiana del Novecento, tra verismo ed esistenzialismo. Opera intermedia, trova la propria forza nella giusta combinazione tra una scrittura ancorata agli stilemi del passato e le tematiche di grande modernità; può così affermarsi che la grandezza del romanzo sta proprio nella capacità di collocarsi sulla linea di discrimine tra tradizione ed innovazione.
Classica è l’ambientazione, un paesaggio rurale toscano ora dolce ora duro. Le campagne sterminate intorno a Siena, gli ampi poderi e le fattorie non costituiscono semplicemente lo sfondo delle vicende narrate; dotati di vita propria, assecondano gli stati d’animo dei personaggi e ne determinano quasi i destini. Lo scenario è soltanto uno degli elementi autobiografici che l’autore traspone nella storia; gli altri sono il padre-padrone, l’interruzione degli studi, l’iscrizione al Partito socialista, la passione per una donna di condizione sociale inferiore.
La trama di "Con gli occhi chiusi" - Tutta la storia è costruita intorno a tre personaggi, delineati e costruiti con grandissima maestria. Protagonista è Pietro, giovane irrequieto, inetto e perennemente indeciso; egli vive all’ombra del padre, ricco possidente e padrone intransigente, uomo rude ed attaccato solamente ai soldi, che disprezza nel figlio tutte le doti e le caratteristiche, quali la sensibilità e la passione per gli studi, che lo rendono diverso da lui. Pietro vive una tormentata storia d’amore con Ghìsola, contadina nel podere del padre, ragazza volubile, selvatica e capricciosa, interessata soltanto a realizzare quella scalata sociale che, trasformandola da serva in padrona, l’avrebbe resa invidiata ed ammirata; come scrive Tozzi,
“c’era in lei il presentimento e il senso di una vita, che le montava la testa come la ricchezza e il lusso degli altri”.
A condurre un’esistenza con gli occhi chiusi è invece Pietro, vittima dell’indifferenza del padre e della spregiudicatezza di Ghìsola. Vivere con gli occhi chiusi è la risposta che Tozzi dà all’inquietudine divorante dell’uomo moderno; di fatto, si traduce in una rinuncia a vivere, in un sorridere e guardare vivere se stessi di gozzaniana memoria. Pietro è un giovane disgregato, che tenta di imporre la propria personalità ma che di fatto si lascia influenzare dagli altri, “che facevano di lui quel che volevano”. Incapace di far prevalere i propri bisogni e necessità, finisce per soccombere, riducendo la propria esperienza ad una quieta contemplazione di sé. Vivere con gli occhi chiusi significa dunque
“gustare dentro di sé quello che si è provato e non detto”
lasciandosi governare dal fato e dai capricci degli altri, macerandosi nella propria inettitudine.
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Splendida opera della letteratura italiana e ottima anche la recensione.