Con la scusa dell’amore di Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker

Che cosa fanno insieme una showgirl elvetica, Michelle Hunziker, con un’avvocata, politica italiana, Giulia Bongiorno? Da sei anni combattono a fianco a fianco per sconfiggere la violenza sulle donne e per questo hanno fondato insieme “Doppia Difesa”.

Da poche settimane hanno pubblicato a doppia firma un libro testimonianza, edito Longanesi, dal titolo “Con la scusa dell’amore”. Le storie raccontate sono quelle

“delle vittime incontrate, ascoltate, difese, ed evidenziano punti deboli e contraddizioni di una società in cui le donne faticano a credere in se stesse e a essere solidali tra di loro, e spesso sono costrette a scegliere tra il lavoro e la famiglia (anche per la scarsa collaborazione di mariti e compagni), in cui ancora, si pensa che esistano lavori “da uomini”, in cui parole come “stalking” e “femminicidio” sono tristemente all’ordine del giorno”.

Entrambe donne combattive nel lavoro e nella vita, da sempre sensibili alle questioni femminili: Michelle Hunziker ha fatto coming out rivelando di essere stata vittima di stalking e di avere avuto un’infanzia difficile a causa di un padre alcolista; Giulia Bongiorno quando faceva parte della commissione giustizia si è impegnata fortemente per l’approvazione della legge sulla violenza e le minacce alle donne. Le due si mettono in gioco, parlano di come si sono conosciute, raccontano episodi della loro vita privata, esperienze personali come la difficoltà di essere un avvocato donna e fare carriera per una e quella, invece, di subire diversi comportamenti persecutori da alcuni suoi fan per l’altra.

Michelle Hunziker racconta nel libro anche di essersi lasciata soggiogare e plagiare da una setta religiosa, quella dei “Guerrieri della luce”. Molte e intense le storie di donne, oggi supportate dalla Fondazione “Doppia Difesa”, che hanno subito violenza dentro le mura domestiche o molestate al lavoro, per strada, da ex mariti, ex compagni o solo conoscenti. In comune sempre la mancanza di coraggio nel reagire e denunciare i loro aguzzini, come se si vergognassero, avessero paura, e a volta addirittura li giustificassero. Questo libro prende le loro difese, le difese di tutte le donne che non riescono a ribellarsi al dominio di uomini violenti e lancia un messaggio forte e chiaro: “donne, non abbiate paura di raccontare e denunciare”.

Le autrici però sostengono anche che non basta una legge ma sono necessari un cambio di mentalità, una nuova educazione alla cultura della non-violenza che inizi in famiglia, si diffonda a scuola e nella società.

Il libro è dedicato ai tre figli (Aurora, Ian e Sole, appena nata) e termina proprio con una lettera aperta che le due mamme scrivono l’una al figlio e alla figlia dell’altra. La testimonianza più intensa e commovente: la speranza che un domani ci possano essere uomini e donne migliori.