Concerto in memoria di un angelo
- Autore: Eric-Emmanuel Schmitt
- Genere: Raccolte di racconti
- Casa editrice: E/O
- Anno di pubblicazione: 2010
Se volete sapere chi sia Eric Emmanuel Schmitt, andate qui, dove c’è anche l’abbozzo dei quattro racconti dello scrittore.
Nell’articolo si parla di quattro racconti e di un diario di bordo, dove sono scritti i motivi del narrare, come siano nati i racconti, quelli che gli sono rimasti più impressi nella mente e nei sogni.
Il racconto più disturbante e forse il più bello di tutti è "L’avvelenatrice", la storia di Marie Maurestier, una settantenne definita alta, lenta, rugosa, pulita, rigida e spesso arcigna. Marie non è amata dai suoi paesani: quando passa stanno tutti zitti e si dice che abbia ucciso due mariti e un amante. Prosciolta sempre, vive con la sua gatta in una mostruosa solitudine.
Il suo rapporto con la chiesa locale è minimo, non crede in niente Marie, fa tutto in modo ordinato, ma finisce lì. Va comunque sempre a messa, fino all’arrivo di Don Gabriel. Giovane, prestante, bello, il parroco diventa l’ossessione di Marie che ormai vive perennemente in chiesa, aiuta, lava, diventando la parrocchiana insostituibile.
Anche il prete si avvicina a questa donna, le fa i complimenti, non potrebbe fare a meno dei suoi servigi. Marie diventa gelosa di Yvette, che è la prostituta del paese: le sue confessioni sono lunghe e la donna esce sempre in lacrime. Marie chiede a brutto muso al parroco se non si sia appassionato della vita di Yvette, lui risponde che è un’anima in pericolo che ha bisogno del suo aiuto. Marie, senza riflettere, si libera dalla sua immagine di donna bigotta e chiede al padre di volersi confessare. Non vi svelo cosa dica e come vada a finire. Scritto magistralmente.
Il secondo racconto è Il ritorno, la storia di un marinaio che lavora di buona lena e vede pochissimo la sua famiglia e le sue quattro figlie; ci pensa, gli sembra di preferire una poi un’altra, di una non sa niente, attaccata più alla madre. Fa paragoni, si perde in matematiche ripartizioni di affetto, le notti in mare sono lunghe e il pensiero dei propri cari è costante.
Arrivano notizie: una figlia è morta. Il marinaio, di nome Greg, pensa alla figlia con cui non ha rapporti, introversa, ma immediatamente capisce che non c’è differenza. Il dolore è devastante per tutte e quattro le figlie, non ci sono differenze, i pensieri di prima della notizia sono cancellati. Non diremo come va a finire.
Nel racconto Concerto in memoria di un angelo, protagonisti sono due amici, Chris e Axel: uno è buono e gentile, l’altro è protervo e cattivo. Le vicende della vita, molto intricate, fanno sì che l’amico buono diventi il carnefice e il cattivo una vittima sacrificale.
Sul quarto racconto non posso dire niente. Basta che io dica che il libro è stato scritto nel 2009 e non c’era ancora il presidente di Francia Hollande.
Schmitt dà un ritmo e una regolarità al suo scrivere che è invidiabile: non c’è niente di troppo, tra il contenuto e lo scrivere c’è sempre la giusta distanza.
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